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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0035

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VASI GRECI DELLA SICILIA

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nel quale vediamo, prima, Teseo associato all'eroe

dorico

e suo compagno d'imprese ; e dopo, Teseo oc-

cupa solo il campo, compie da solo imprese, come
Isella contro le Amazzoni, prima attribuite ad He-
l'akles, e, in un passaggio intermedio, ad entrambi
gli eroi. I proverbi avevano quasi sanzionato questo
sentimento nazionale: l'eroe è Y&Mog omo; 'BQaxXfjg;
tì nulla di grande può avvenire senza di lui: prjièv

Cadono in questo tempo le grandi opere della
l'astica e specialmente della pittura, glorificanti Teseo :
e fra queste le celebri composizioni parietali di Po-
ignoto, di Micone e di Paneno, nel Theseion cimo-
niano e nella Stoa Poikile (')•

E come il cratere di Bologna trova un riscontro
diretto nella pittura di Micone, così possiamo affermare
che al soggetto istesso del cratere di Camarilla s'era
ispirato un altro pittore a noi ignoto e certamente
di fama meno eccelsa.

Poiché sono, probabilmente, di questo tempo le
Pitture che adornavano il tempio di Dioniso in Atene
(Padania, I, 20, 3), una delle quali rappresentava:
tylctóvr) dè xadevdovffa xcà Orfievg avayóf.itvog xcà
Jióvvooi tjxmv ss ntg 'ÀQiaàvrjg rijV àgnayrjv (2).

Però quest' ignoto pittore aveva seguito di questo
fatto della vita di Teseo una tradizione alquanto di-
versa da quella accettata dal pittore del nostro vaso:
ma anch'essa intesa a giustificare l'eroe ateniese.

Della tradizione del ratto non mancano testimonianze
"elle fonti letterarie; ed essa ci è stata conservata

(') Vedi specialmente: Milani, Tazza di Chachrylion ecc.

fut > 60 italiano> m' 265 s88< Papier, Pourquoi Thésée
l ami d'f/ercule (eslr. di pp. 18 dalla Revue de l'art anc.

Jnod., 1001); Rizzo, Studi archeolog. sulla tragedia e sul
^"rambo, i„ „ Rivista di Filologia » XXX [1002], p. 406 sgg.

l'L-r le pitture, la più volte citata monografia del Robert, Die
■ a>'«lhonsch. in der Poikile u. s. w.

(*) Gfr. Overbeck, Schriftquellen, n. 1126; Frazer, Pausa-
mU* S dCSCr' °f Greece>ll> P- 218 *S- Una pittura di soggetto si-
1 ( ! descritta, col suo solito fare retorico, da Filostrato, Iman.

Mo) (cfr. anche Longos, IV, 3); ma son forse da riferire al
;.mP° 'li Zeusi e di Parrasio. Cfr. Helbig, Untersuchung. ùb.

del]

camp. Wandmal, p. 252 sgg. e 257. Circa la cronologia

l* pittura del tempio di Dioniso inanelliamo di indizi si-

°Uli- È però notevole il fatto che del soggetto di un'altra

P'ttura dello stesso tempio (Dioniso riconduce Efesto nel-

mipo) abbiamo riflessi notissimi nei vasi di stile polignoteo.

r-> P- es., il cratere di Bologna, in Antike Dcnkmàler, I,
tav. se.

nell'epitome di Apollodoro ('), e in Diodoro Siculo
(V, 51), con una variante. Quest'ultimo scrittore, in-
fatti, ci narra che Teseo, avendo visto in sogno Dio-
niso che gli minacciava sventura, se non avesse a
lui ceduto Arianna, ne ebbe paura, abbandonò la
fanciulla e partì. Non è proprio un ratto, material-
mente parlando, ma una violenza morale esercitata
dal Dio sull'animo di Teseo. Nè io son d'accordo col
Wagner (2), nel ritenere che Apollodoro segua la stessa
tradizione raccolta da Diodoro, restringendola in poche
parole: svda (in Nasso, cioè) JióvvGog èQaoOeìg'Aoiàó-
vrjg "jonatìs — e, se mai, potrebbe lasciar motivo a
dubitare swT identità della fonte seguita — uno cer-
tamente dei soliti compendi alessandrini — l'altra
più concisa narrazione di Diodoro, IV, 61, 5: Jió-
vixfov fmyavévra xcà dice ih xàXXog rrjg 'AQiaàvrjg
àcpeXóuevov rov Qrfiéuig tÌ]v nccQ&évov t%siv avtrjv
wg yvraìxa.

Di monumenti di età classica che ci riproducano
codesta tradizione del ratto io non ne conosco che
uno, il bel vaso di Berlino, qui riprodotto dalla ta-
vola del Gerhard (fig. 18) (»).

Athena, che finora non abbiamo visto nelle fonti
letterarie citate, ha una parte precipua in questa rap-
presentanza figurata, come in quella del cratere di Ca-
marina: ma l'azione della dea è diversa nell'uno
e nell'altro vaso, diverse sono le condizioni d'animo
di Teseo, e l'epifania pacifica di Dioniso è un elemento
affatto nuovo, singolarmente proprio del nostro cratere.
Appare dai gesti che tanto Arianna quanto Teseo ce-
dono malvolentieri ad una forza maggiore, l'una nel
seguire Dioniso, che la trascina seco, l'altro nell'ubbi-
dire ad Athena, che gì' ingiunge di partire. Diversa è
dunque la fonte; — e dall'esame di questa pittura
ci è lecito, intanto, desumere che la tradizione secondo
la quale Dioniso rapisce Arianna risale al principio
del quinto secolo, poiché questa, come io credo, è l'età
a cui il vaso appartiene.

(') Apollod. I, 8-0 = Mythogr. graeci, edid. R. Wagner,
I, p. 175 sg.

(2) Curae mythogr. de Apollodori fontibus, p. 129.

(3) Gerhard, Etrusk. u. kamp. Vasenbilder, tav. VI-VII;
Wien. Vorlgebl.. Serie III (1871), tav. VI, 1 ; Furtwitngler,
Beschreibung, n. 2170. Cfr. Jahn, Archàol. Beitràge, p. 277 sg.
Non sono d'accordo con lo Jahn nell'interpretazione del vaso.
Cfr. Pallat, De Fabula Ariadnaea, p. 3o.
 
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