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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0065

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113

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

114

che, quasi diga naturale, con larghezza presso a poco
c°stante, si avanza dal lato occidentale e si ripiega
P01 a gomito, chiudendo un bassofondo pieno di alghe,
dominato « Stangioni S. Efisio ». La parte esterna

del

Piccolo golfo prende nome di Porto d'Agoma, da

11,1 buon riparo che offre nella sponda d'occidente,
s°tto il monte Agonia.

Completano i dati che possono rilevarsi dalla pianta
a tav. Vi, per quanto riguarda l'aspetto interessantis-
Sllfio ed attraentissimo di questi luoghi, la veduta pa-
ranuca che offriamo a tav. VII e la fig. 1, le quali
a loro volta si compiono a vicenda. La prima è
*°lta da fotografìe eseguite dalla torre del Coltellazzo,
e Mostra la penisola del Capo di Pula con parte
^eHa rada di S. Efisio, e il piccolo golfo d'occidente
0011 la penisola Pradis Minoris e il pittoresco sfondo
^eHe montagne che si allontanano verso il Capo Spar-
ato. La fig. 1 riproduce invece una fotografìa
l*resa da S. Efisio del promontorio e dello scoglio del
Coltellazzo.

La penisola del Capo di Pula, che abbiamo finora
Scritta, è cosparsa di rovine d'antichi edifici, di cui
V'elle appariscenti sono d'epoca romana: esse atte-
8*an° °he quivi sorse l'antica città di Nora, da cui
^rita d'esser denominata e denomineremo d'ora in
l*0* tutta la penisoletta, e meriterebbe altresì di pi-

gliar

nome il golfo ad occidente della penisola no-

di

rense (').

Che la città la quale sorgeva sul piano ondulato
11 questa penisola — ove ora dentro i margini roc-
Cl0si e frastagliati si vedono campi di grano — fosse
Proprio Nora, è accertato da una tradizione che pare
riQlasta sempre viva negli abitanti dei borghi vicini,
^0n contraddetta nè dubbiosa, e dal titolo di Favonia
era (C. I. L. X, 2, 7541) trovato sul posto stesso.

^. (') La recentissima carta dello Stato Maggiore alla scala
Ines: 25000 (foL 240> quadro IV, nord-ovest, S. Efisio) segna
Co]Sa*tamente 'e rov'ne di Nora dentro terra, di qua da S. Efisio.

S' osservano se 11011 m'serl avanzi dell'acquedotto ro-
vin ° .^e^a Penisola del Capo di Pula si trovano invece ro-
abb ^ numerosi ed importanti edifici, ed un teatro ancora
jj astanza ben conservato (Lamarmora, Voy. en Sardaiffne,
dutP' 355' atl" tav- XXXVII> 2; cfr- Ia nostra Pianta e la ve-
«enibr an°ramica tavv- VI- VI1)- Altri

errori di quella carta mi
yro^rano • seguenti: Agomu per Agoma; Torre S. Efisio per
p,^6 del Coltellazzo; il nome di Capo di Pula attribuito alla
ha arr°t°ndat;i a sud della penisola norense, punta che non
ess<ina importanza geografica.

Ma non dei « conspicua oppidi romani rudera » (ibid.
p. 785) che unici finora richiamavano l'attenzione del
visitatore noi qui intendiamo occuparci. Siamo piut-
tosto attratti dalla oscura storia del periodo prero-
mano, dal desiderio di leggere più chiaramente che
non si potè finora in quelle epoche in cui la città
non era ancora entrata nell'orbita alquanto uniforme
della dominatrice del mondo, ma vi si svolgeva in-
vece una storia o indipendente o connessa ad altre
sfere, principalmente a quella della rivale di Roma.

Fu appunto questo il programma che mi proposi
quando, per breve tempo, prima di venire eletto alla
cattedra archeologica dell'Università di Pavia per la
quale già pendeva un concorso, io fui prescelto a reg-
gere la Direzione degli scavi dell' isola di Sardegna
e del R. Museo archeologico di Cagliari. In quei pochi
mesi io condussi sul suolo di Nora ben due campagne
di scavi, intorno alle quali ebbi già a riferire ('). E
i risultati non furono privi d'importanza anche per
la storia della città romana; ma di ciò fu appunto
riferito con relativa diffusione, e non vi tornerò sopra.
Furono invece accennati con promessa di più ampia
trattazione, che ora adempio, quelli che risalivano alla
storia della città punica e fenicia. Esporrò qui adunque
tutto ciò che ha relazione con la topografia e gli
avanzi monumentali della Nora fenicio-punica, pur-
troppo non così cospicui come quelli della Nora ro-
mana, ma senza paragone più importanti per la storia
generale del Mediterraneo (e questi dati furono spe-
cialmente il frutto delle mie due campagne); esporrò
inoltre quanto è venuto fuori dalle necropoli prero-
mane, ciò che è principalmente frutto degli scavi ese-
guiti dai miei predecessori, che però i miei hanno
servito a controllare ed a completare, ponendomi in
grado di illustrare un materiale prezioso che rimaneva
ignoto alla scienza ed inadoperabile per la reintegra-
zione storica dell'antichità.

I monumenti dell'epoca preromana messi in luce
dai miei scavi sono principalmente un santuario in
cui doveva esser venerata la dea Tanit, posto quasi
al centro del piano ondulato che costituisce il corpo
della penisola norense, e nel luogo più elevato di
esso (m. 17 sul livello del mare); una torre di ve-

(') Not. d. scavi, agosto 1901 e febbraio 1902.

Mo

NL'MENTI ANTICHI

Voi.. XIV.
 
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