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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0066

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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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detta o difesa, che era collocata sul promontorio
del Coltellazzo; un interessante e nuovo capitello
figurato. Di altri piccoli avanzi o di ruderi romani
connessi alla storia della città fenicio-punica diremo
pure brevemente.

Già altrove accennai, e però non ripeto, le ra-
gioni pratiche che consigliavano d' incominciare una
illustrazione metodica delle antichità sardo-fenicie
dalla città di Nora. Qui dirò solo perchè il tema sia
importantissimo e nuovo.

L'archeologia fenicia è più difficile della greca ed
è rimasta assai più indietro da essa, sia perchè la
minore perfezione estetica dei monumenti e della sup-
pellettile ne ha fatto trascurare l'importanza storica,
sia per la mancanza o la dispersione del materiale,
come di quello che apparteneva ad un popolo il quale
esplicava la sua attività piuttosto nella navigazione e
nel commercio che nel progredire e svilupparsi in sedi
stabili. È già noto come il carattere stesso delle co-
struzioni fenicie e il destino storico delle terre in cui
sorsero le abbia condannate ad una distruzione quasi
completa, in modo che delle antiche città dei Penici,
meglio che di quelle dei Greci e forse di tutti gli
altri popoli mediterranei che ebbero civiltà pro-
gredite, si può ripetere col poeta: et iam periere
ruinae.

Il carattere della civiltà fenicia orientale si ripro-
dusse in occidente, dove poi si ebbe quasi una fiori-
tura indipendente, che è la storia e la civiltà punica,
quando Cartagine assunse l'egemonia dei coloni fenici
occidentali ed accentuò il suo ed il loro distacco dalla
patria d'origine. Ma anche la civiltà punica è, per
le medesime ragioni, poco nota e studiata. È vero che
a Cartagine, se le successive distruzioni cui la città
andò soggetta non offrono speranza di ottenere dati
interessanti per gli edifici che dovevano sorgere nel-
l'area del più antico abitato, numerosi invece ed im-
portanti sono divenuti i monumenti resi alla luce
dalla necropoli, dacché questa ha cominciato ad essere
esplorata con attività e con successo ; ma anche colà
siamo ancora ben lungi dai poter avere oggi una mo-
nografia completa, dal poterci servire del materiale
archeologico per trarne tutte le possibili deduzioni
storiche e contribuire così alla reintegrazione del pas-
sato. Questo còmpito è più facile per una delle minori
città fenicio-puniche d'occidente ; e lo studio esauriente

di una di esse potrà servire ad orientare le ricerche,
ad offrire dati di comparazione, a spianare o a rischia-
rare almeno la via ai valorosi ma rari cultori dell'ar-
cheologia punica, , se non ad offrir loro un modello.
Nè bisogna trascurar di notare che vi sono dei problemi
i quali non possono a Cartagine nè presentarsi nè es-
sere risoluti, e che sono invece propri delle minori
città le quali furono di poi soggette al suo dominio.
Soltanto in queste, ad esempio, noi possiamo chie-
derci, indagare, riuscire più o meno a vedere o ad
intravedere che cosa resti nella cultura materiale
della primitiva fondazione fenicia, che cosa invece si
debba alla dominazione punica, se questa ebbe o no
ad influire sulle condizioni materiali e sulla evolu-
zione della civiltà, se invece si svolsero anche sotto
di essa attività relativamente indipendenti o accomu-
nate soltanto dal fondo originario, dal substrato etnico.
E la importanza storica di tali problemi diviene di
un tanto maggiore per chi abbia presente come nel ba-
cino occidentale del Mediterraneo minori siano state
le influenze della civiltà greca, e come, specialmente
nella estrema Esperia, il vero propagatore e sosteni-
tore delle forme più elevate di civiltà sia appunto
stato l'elemento fenicio.

A tale indagine si presta assai bene la Sardegna,
la cui storia e le cui antichità hanno un carattere
peculiare, diverso da quello della storia e delle anti-
chità siciliane e peninsulari, ed intimamente collegato
invece all'Africa settentrionale ed all'Iberia. Mentre
la civiltà progredita che veniva dai mari d'oriente è
rappresentata nella penisola dall' Etruria e dalle co-
lonie greche, mentre in Sicilia gli elementi fenici si
mostrano incerti e deboli e sono oscurati dai greci,
la civiltà superiore e storica della Sardegna succeduta
al suo singolare periodo primitivo, può dirsi esclusi-
vamente fenicia, e l'isola passa e resta sotto la domi-
nazione di Cartagine finché a questa non viene tolta
da Roma.

E se io stimo affatto inutile ripetere qui le ragioni
. pratiche che a me, direttore degli scavi della Sardegna,
consigliarono la scelta di N'ora per farla oggetto di
uno studio possibilmente completo per l'epoca prero-
mana, gli è anche perchè esse collimavano appuntino
(caso raro !) con le ragioni teoriche, col desideratuffl*
e con le indicazioni della dottrina storica ed anti-
quaria.
 
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