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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0083

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149

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

150

11 gruppo orientale fu esplorato dal Nissardi negli
ami 1891 e 92 per conto della Direzione degli Scavi
del tempo; mancava però finora agli studiosi ogni
notizia intorno a tale esplorazione, ed una conveniente
^lustrazione della suppellettile rinvenuta in quegli
scavi.

Durante i pochi mesi nei quali la Direzione degli
Scavi dell'isola fu tenuta da me, io mi proposi il còm-
Pito di illustrare la Nora fenicia, e parte di esso è
aPpunto supplire alla mancanza finora lamentata, ren-
dendo noto i risultati delle ricerche altrui e coordi-
Qandoli a quelli delle mie.

Avendo invano fatto ricerca, nelle due campagne
da me condotte sul suolo norense, di nuove tombe ad
'Pogeo, ne parlerò fondandomi specialmente sui dati
'accolti dal Nissardi nel 1891, e da me controllati
ntl dove mi fu possibile. E rimandando ad un altro
capitolo la illustrazione della suppellettile funebre,
Vengo ora a dire della forma di questi sepolcri.

È già noto che i sepolcri sardo-fenici si confor-
mano nel loro tipo generale all'idea della morte, e per
conseguenza alle pratiche di rito, che riguardo alla
dimora dei defunti dominavano nella Fenicia e nelle
sUe colonie, e che in fondo erano una derivazione dalle
credenze e dai costumi dell'antico Egitto (')• Niuna
Preoccupazione del passeggero: unica cura era quella di
onorare il morto con le estreme offerte e soprattutto di
Procurargli una dimora ben nascosta ad ogni profanatore
e dove il riposo eterno fosse indisturbato. È appunto
onesta cura dei superstiti che li induce a scavare nella
v°ccia dei pozzi che talora, come a Cartagine, raggiun-
gono una profondità di parecchie diecine di metri, e in
f°ndo ai quali si apre in una parete la porta della cella
funebre; semplicità solenne e terribile, per cui l'imma-
gine popolare del sepolcro si compendia in quella del
Pozzo, dello schedi biblico, e vien detto del morto:
0s putei devoravit eum (2).

Se non che alcuni anni or sono si riteneva che la
Sardegna presentasse una varietà maggiore di tipi se-

Ca'io in Sardegna vasi greci a figure nere; Tharros ne ha dati,
lualche pregevole esemplare se ne conserva nella raccolta
j ' Università di Sassari. Nonpertanto devo qui osservare che
Posteriori esplorazioni del suolo di Nora non ne hanno offerto,
6 che tali vasi, benché si trovino nell'isola, vi sono assai rari.

0) Renan, Jl/ission, pp. 75 e 410; Perrot et Chipiez, [list.
*« ?Art, III, pp. 137-173 e 205-240.
(!) Psalm. LX, 24; LXIX, 10.

polcrali, in confronto di Cartagine ; e si attribuiva da
taluno una varietà così fatta alla mescolanza che sa-
rebbe avvenuta nell'isola di coloni di Tiro e di Car-
taginesi sopraggiunti in seguito ('). Ma oggi tale affer-
mazione, fondata sui soli dati raccolti dal Beulé a
Cartagine, ha in gran parte perduto il suo valore dopo
gli scavi più recenti e così fortunati di tombe carta-
ginesi, delle quali sarebbe però desiderabile che si
pubblicassero sempre piante e sezioni esatte. D'altra
parte, per quanto riguarda Nora, nessun approdo del-
l'isola ha maggior diritto ad essere ritenuto la prima
sede di una fattoria commerciale fenicia e messo in
relazione con Tiro e magari con Sidone (2) ; come
ugualmente essa dovè offrire una delle prime basi
d'operazione alla conquista cartaginese. E pure nei
tipi delle tombe non si notano varietà che permettano
di riferirli parte al periodo fenicio orientale, parte al
periodo punico.

Il tipo delle tombe di Nora è il più semplice e
monotono che si possa immaginare. Sono pozzi o me-
glio buche rettangolari oblunghe scavate nella roccia
l'una accanto all'altra, munite spesso di rincasso per
appoggio di lastroni di chiusura, in numero di tre o
quattro, talora prive di questo appoggio, e in tal caso è
presumibile che venissero riempite dagli antichi stessi,
come si è verificato in Fenicia e vuotate quando
occorreva deporvi un nuovo cadavere. Le due vedute
fotografiche riprodotte a tav. XIII mostrano l'aspetto
esterno o superiore di queste tombe. La buca conti-
nua in taluni sepolcri a guisa di semplice fossa, e
in tal caso le pareti lunghe non sempre si conservano
parallele (T. XII, largii, m. 0,90 alla bocca e al fondo),
ma talora si ravvicinano, restringendo il fondo a guisa
di cuna (T. XI, largh. m. 1,15 alla bocca, m. 1,05
al fondo), altre volte si allontanano e allora il vano
della fossa si rastrema in su (T. XVII, largh. m. 1,00

(') Perrot et Chipiez, HUt. de l'Art, III, pp. 230-31.

(2) E un errore il credere che il più antico stabilimento
fenicio in Sardegna possa essere stato Cagliari a cagione della
sua bella rada (cfr. p. es. Perrot et Chipiez, Ilist. de l'Art, III,
p. 233, ove è pure l'altra erronea affermazione che Cagliari sia
stata sempre la capitale dell'isola). Tale condizione corrisponde,
come vedemmo nel § 1 della prima parte di questa memoria,
ad un concetto relativamente recente della navigazione, mentre
la situazione di Nora corrisponde al concetto più antico ed alle
esigenze della difesa contro gl'indigeni.

(3) Renan, Mission, p. 496 sg.
 
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