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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0094

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171

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

172

V. — Nelle dune invece che si trovano oltre
l'istmo di S. Efisio, forse fin dalla fine del VI se-
colo o principi del V, certamente in epoca posteriore
agi' ipogei, esisteva una necropoli a cremazione esclu-
siva, con ossuario di tipo fisso, a poche varietà, e con
stele figurate caratteristiche, le quali non sono ap-
parse nè presso i pozzi nè presso le umazioni.

III. La suppellettile funebre.

§ 1. Le oreficerie.

Alcuni anni or sono, quando da poco erano co-
minciate nella necropoli di Cartagine le ricerche del
p. Delattre, nè ancora vi si era rivolta l'attività della
Direzione delle Antichità in Tunisi, della quale è
così benemerito rappresentante il sig. Gauckler, potè
affermarsi che le necropoli sardo-fenicie di Tharros,
Sulcis e Nora lasciavano ancora assai indietro per la
ricchezza e l'importanza delle loro oreficerie la stessa
metropoli dei Fenici occidentali ('). Non mi baste-
rebbe l'animo di affermare lo stesso, dopo aver am-
mirato le splendide oreficerie recentemente trovate ed
esposte oggimai in bella mostra al Museo del Bardo,
le quali c' insegnano quanto in questo genere d'arte
si possa ancora attendere da Cartagine. Ma checché
sia di ciò, e pur non volendo menomare in nulla il
pregio delle oreficerie sardo-fenicie e della superba
raccolta che ne possiede il Museo di Cagliari, una
cosa a me par certa, ed è che inesattamente fu no-
minata Nora accanto alle altre necropoli principali.
Chi dia un'occhiata alla nostra tav. XY,1, che esi-
bisce il meglio e la massima parte di quanto fu tro-
vato in ben 40 ipogei di Nora scavati negli anni 1891-92,
dovrà convenire che l'oreficeria norense è relativa-
mente scarsa e povera. Delle due caratteristiche prin-
cipali che sono proprie al buon periodo dell'oreficeria
fenicia, il quale è appunto il più arcaico, cioè la
tecnica della granulazione e l'uso dell'elemento figu-
rativo, l'uno manca affatto a Nora, l'altro è pove-

ramente rappresentato in un solo oggetto; il tipo
stesso dei gioielli norensi è semplice, modesto, eco-
nomico, e non ha nulla di paragonabile alla compo-
sizione ed alla tecnica delle oreficerie di Tharros, i
cui esemplari più ragguardevoli fece noti a suo tem ;o

10 Spano ed ora sono passati nelle opere di divul-
gazione ('). Questo fatto prova una volta di più che
le altre necropoli sarde, e principalmente Tharros,
conservarono meglio di Nora fino ad epoca moderna
i depositi più arcaici ; è perciò più probabile che le
altre oreficerie ricche e di buono stile, sulle quali le
notizie di provenienza tacciono o sono incerte, pro-
vengano da Tharros anziché da Nora. Ma d'altra parte
Nora è per ragioni storiche evidenti ed inoppugnabili
o più antica o, ad esser larghi di concessioni, non
meno antica delle altre città fenicie della Sardegna.
Deve perciò trattarsi di una vera lacuna, di una man-
canza degli oggetti di maggiore antichità, non origi-
naria, perchè cioè la città ancora non esistesse, ma
posteriore, per effetto delle violazioni e depredazioni
subite dalle tombe nell'antichità stessa, quando ge-
nerazioni più recenti occupavano ipogei di molto più
antichi e dei cui primitivi possessori s'era obliterata
la memoria od affievolito il culto. Di questo spazio
di tempo necessario perchè si perdesse il ricordo ed

11 rispetto dei primi defunti, dovrà poi tenersi cal-
colo se dall' insieme del materiale databile si vorrà
risalire all' epoca della prima escavazione dei pozzi
funebri di Nora.

Il più antico oggetto di oreficeria che Nora ci
abbia restituito è senza dubbio, per ogni ragione,
quello che ci esibisce l'elemento figurativo. Fu tro-
vato nella tomba più ricca di oreficerie (XXVI), il
che è indizio di un relativo rispetto dello deposizioni
avvenute in queir ipogeo. E una laminetta d'oro in
forma di foglia lanceolata o di penna, con lungo pe-
duncolo di filo d'oro alquanto più spesso della lamina,
non buono a tenerla infissa in una materia dura, e
destinato come pare ad esser fermato a guisa di spillo
in una benda. Il Nissardi mi affermò che tale lami-
netta era infatti stata trovata presso il cranio di uno
scheletro. Evidentemente quel morto era stato cinto

(') Von Dulin, Reiscbemerkungen aus Karthago uni Tu-
nis, in Arali. Anzeiger 189C, p. 88.

(') Cfr. l'orecchino riprodotto in Perrot et Cliipiez, Hist.
de VArt, III, fig. 577.
 
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