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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0098

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179

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

180

È quindi da rilevare la presenza di un arco di
fibula a navicella. Il tipo non è ignoto alla Sardegna,
fin da epoca molto arcaica, benché la fibula vi sia
in genere rarissima ('). Una del ripostiglio di Valenza,
del medesimo tipo, fu pubblicata di recente dal
Pinza (2). Quel ripostiglio è costituito in massima
da bronzi anteriori alla colonizzazione fenicia : ma
anche in ambiente fenicio la fibula è rara, e però
ha un certo valore il ricorrere della forma, con l'ag-
giunta di un uccello decorativo sull'arco, a Camiros,
tanto più che, accanto ad oggetti d'adornamento in
altro materiale, le fibule di Camiros sono anch'esse
di bronzo (3).

La conservazione dei bronzi di Nora lascia mol-
tissimo a desiderare. Fortemente attaccati dall'ossido
e ridotti in minuti pezzi, essi sono spesso indicati
negli elenchi ufficiali con la denominazione collettiva
di «frammenti insignificanti». Ma non è certamente
tale, benché piccola, una capocchietta che evideute-
mente appartenne ad uno di quegli spilloni falsa-
mente creduti armi e identificati con stiletti o corte
spade rappresentate nelle statuette sarde primitive
di bronzo (4). Anche prescindendo da tale questione,
la loro associazione con bronzi primitivi indigeni e il
ritrovarsi poi in tombe di Tharros (ed ora anche di
Nora) parvero a taluno valido argomento per soste-
nere la strana opinione dello sviluppo della civiltà
dei Nuraghi avvenuto contemporaneamente alla co-
lonizzazione fenicia, anzi cartaginese, e sotto la in-
fluenza di questa, e per dichiarare le note statuette
di guerrieri come ex voto di mercenari reduci dalle
guerre di Sicilia, ove avrebbero combattuto con gli
spadoni di bronzo del tipo di Albini (6). Non è qui
il caso di fare a quella ipotesi gli onori di una di-
scussione che la semplice analisi del materiale primi-
tivo della Sardegna basta a mostrare superflua. Ci
limiteremo ad osservare che quell' argomento non ha

(') Non è esatta l'affermazione contraria presso Perrot-
Chipiez, Ilist. de l'Art, III, p. 830. Cfr. Pinza, Monumenti
primitivi della Sardegna, in Monumenti dei Lincei, XI,
col. 212.

(a) Op. cit., XVI, 14; cfr. col 191.

(3) Perrot et Chipiez, [list, de VArt, III, p. 831, flg. 594.

(4) Pinza, op. cit, col. 190.

(6) Tesi sostenuta dal Pais particolarmente nel suo Bui-
lettino Archeologico Sardo; cfr. pp. 11, 174.

nessun valore, poiché né altri oggetti primitivi, né la
ceramica indigena ricorrono più in tombe fenicie, anzi
manca l'associazione di ciò che è più caratteristico
della civiltà sarda dell'età del bronzo col materiale
specifico delle colonie fenicie. Può solo parlarsi della
persistenza di una moda in quel particolare oggetto
d'adornamento, fino in epoca fenicia e magari punica ;
persistenza cui poteva dare ansa l'aggregarsi di gente
del luogo ai coloni sopravvenuti, come altrove ho
mostrato avvenisse per la g^eca Cuma. I miei stessi
scavi di Nora hanno provato che, anteriormente alla
colonizzazione fenicia, quella penisoletta era stata
occupata dagl'indigeni, che avevano la civiltà dei Nu-
raghi, la quale si era già completamente svolta

La nostra tavola offre pure un avanzo di cate-
nina che costituì una collana, e da cui pendono tut-
tora un ciondoletto d'argento in forma di minuscolo
anello-sigillo, ed una monetina pure d'argento, molto
consunta, munita di appiccagnolo saldato, ed esibente
una testa volta a dr. e nel rovescio un'aquila (?)•
Notiamo ancora una piccola bipenne simbolica, dei
ganci che appartennero forse a casse di legno nelle
quali i cadaveri erano calati in fondo al pozzo fu-
nebre, e una specie di piccolo candeliere, trovato
però in istrati superficiali e rimescolati, che diedero
anche monete romane. Pochi altri oggetti non si pre-
stano per il loro stato a riproduzione grafica. Vi si
riconoscono astuccetti cilindrici del genere già noto
in metalli nobili (2), e adoperati per rinchiudervi
scritti magici e profilattici da portarsi indosso; anel-
lini; orecchini del solito tipo a cerchiello alquanto
rigonfio da una parte.

§ 3. Oggetti di piombo.

Che i Fenici avessero fatto uso del piombo anche
in occasioni nelle quali esso non è comunemente ado-
perato, era già noto per i sarcofagi provenienti prin-
cipalmente dalla necropoli di Sidone, ove sono co-

(■) Notizie 1902, p. 79.

(a) Spano, Bull. Arch. Sardo, IV, pp. 33-36; Perrot et

Chipiez, Hist. de VArt, III, p. 238, figg. 183, 184, V. sopra,
col. 166, nota 2.
 
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