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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Paribeni, Roberto: Vasi inediti del Museo Kircheriano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0153

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VASI INEDITI DEL MUSEO KIRCHERIANO

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Ha sulle chiome una stephane segnata in violaceo,
e intorno al collo una collana rappresentata da una
lineetta graffita ondeggiante. Su questa parte del vaso
i ritocchi violacei sono usati, oltre che per la criniera
e la coda equina, anche per le pieghe dei due himatia
del vecchio e della donna.

Le due rappresentanze non sono del tutto nuove ; se
ne riscontrano delle simili all'nna o all'altra su pa-
recchi vasi. Così la scena di Herakles citaredo è ripro-
dotta con molta somiglianza in un'anfora a figure nere
ora a Vienna (<).

L'eroe, ugualmente abbigliato, suona la cetra come
Del nostro vaso, alzando la gamba rinistra, e appog-
giandola su un bema. Atena ed Ermes lo ascoltano
con molta attenzione ritti in piedi ; anzi Atena spinge
la sua compiacente amicizia per Eracle fino a sor-
reggergli con la sinistra la clava. Poco dissimile è la
scena di un vaso a figure nere di Wiirzburg (?). In esso
Eracle suona la cetra, pure tenendo alzata una gamba,
ma non l'appoggia su alcun suggesto, che sarà da sot-
tintendere, e gli ascoltatori sono tre: Atena, Dioniso
6 Posidone (?). In un' altra anfora di Vulci passata
Poi in Inghilterra dalla collezione Pizzati di Firenze,
Eracle pure armato suona la cetra, ugualmente appog-
giando la gamba su alto bema, ascoltato da Atena e
da Dioniso in piedi (3). La scena si ripete più o meno
modificata su parecchi altri monumenti (4), ma come
osservò il Kliigmann (loc. cit. in nota), quando Eracle
è rappresentato adulto con tutte le sue armi in atto
di suonare la cetra, sono sempre divinità che lo ascol-
tano. Sicché non si è voluto rappresentare l'Eracle an-
cora giovinetto mollale, che aveva appreso la musica
da Lino o da Eumolpo, ma l'eroe giunto già al ter-
mine delle sue fatiche, e ammesso tra gli Dei nel-
l'Olimpo. Alcuni particolari poi, come la presenza di
Atena, l'armatura completa di Eracle e il suo tenere
"na gamba sollevata, mostrano che tutte queste opere
dipendono da un modello solo (5).

(') Reinach, Répertoire des vases, II, p. 219, 2; Sacken-
Kenner, Catalogue, pp. 224, 139.

(2) Reinach, Répertoire, II, p. 43; Urlichs, Verzekhniss
10.

(3) Roulez, Mélanges, V, 2.

(4) Il Kliigmann ne ha raccolti alcuni nel suo articolo Her-
'ules Musarum in Commentationes Mommsetiianae, p. 262.

(5) Una delle varianti più notevoli è offerta da un vaso di

Monumenti Antichi — Vol. XIV.

L'uso di suonare la cetra, tenendo una gamba al-
zata, è forse comodo per sostenere il peso dello stru-
mento, ma non è il più elegante, nè il più comune
nell'arte antica. È una posizione che sembra preferita
dai musicisti di second'ordine della mitologia greca,
quali Eracle, i Sileni ('), sebbene una volta la si trovi
usata anche dal sommo citaredo Apollo (2).

Forse in qualche caso il suggesto su cui Eracle
appoggia una gamba, potrà anche aver servito a rin-
vigorire i suoni come cassa armonica. Per esempio in
monumenti che si riferiscono a gare musicali, alle
volte i contendenti suonano sopra un bema (3), e così
anche Apollo nel vaso già citato.

Le riproduzioni dell'altra scena sono meno nume-
rose, ma più interessanti. Si trovano esse sull'anfora in-
signe firmata da Exekias del Museo Gregoriano (4) e
su un'altra anfora del British Museum, che il Klein
e per ragioni stilistiche e per l'iscrizione di Onetorides
xaXóg attribuisce ad Exekias (5). Nell'una e nell'altra
la scena è un pochino più complessa che nella nostra,
e le iscrizioni ci assicurano della identificazione del
soggetto. Trattasi del ritorno dei Dioscuri a casa,
dove sono accolti lietamente da Tindaro e da Leda.

Nell'anfora del British Museum ambedue i Dio-
scuri appaiono a cavallo dinanzi al vecchio Tindaro
sedente, dietro a loro è Leda e un ragazzo, forse un
piccolo schiavo. In quella del Gregoriano Polluce nudo
accarezza il cane di casa, che gli è corso incontro fe-
stoso. Dinanzi a lui Leda, ritta in piedi, presenta una
palma e un fiore a Castore che, stando di fianco al
suo cavallo, si volge a riguardarla. Il vecchio Tindaro
ritto innanzi al cavallo lo tiene a bada, carezzandogli
il muso, e dietro a lui un piccolo servo accorre por-
tando un diphros e un alabastron.

Leyda (Reinach, Répertoire, II, 269, 3). In esso il concerto
sembra terminato ; Eracle armato siede di fronte ad Atena, te-
nendo in una mano la cetra, nell'altra una oinochoe.

0 Mus. Gregorian., Il.tav. 85; Gerhard, Auserl. Vasenb.,
tav. 52.

(2) Gerhard, Auserlesene Vasenb., tav. 6.

(3) Catal. of the vases of Brit. Mus., 11. 188; Inghirami,
Vasi fittili, DI, tav. 290.

(4) Moti, dell' Istituto, II, tav. 22, Wiener Vorlegebl. 1888,
tav. VI, 1.

(5) Meistersign, II ed. p. 38. Una scena poco dissimile è
anche in un'anfora a figure nere di Vulci ora nella collezione
Fitzwilliam a Cambridge (Gardner, Catalogue n. 51).

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