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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Paribeni, Roberto: Vasi inediti del Museo Kircheriano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0156

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VASI INEDITI DEL MDSEO KIRCHERIANO

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figura simile, il sesto frammento piccolo e insignifi-
cante non si riattacca con nessuno.

Sono di una argilla sottile giallognola assai ben
cotta, rivestita internamente di una vernice rossa, al-
l'esterno lasciata col suo colore naturale; le figure e
gli ornamenti sono dipinti in rosso.

Nella parte più alta del vaso era tutt'in giro una
spina di pesce, viene poi la zona principale con una
serie di Centauri in corsa, al disotto dei Centauri è una
zona di fiori e di gemme di loto alternantisi.

Le zone ornamentali sono semplicemente colorite,
invece nella zona a figure i contorni, la muscolatura,
i peli sono graffiti. I Centauri sembrano fuggire spa-
ventati verso destra, alcuno rivolgendo indietro il capo.
Essi sono rappresentati nella forma più arcaica, con
l'avancorpo cioè del tutto umano ('), anzi, come av-
viene del resto in altri monumenti, dove i Centauri
sono così riprodotti, sono delineate con linee graffite
e staccate quelle parti che più direttamente dovrebbero
esser fuse col corpo cavallino, come le reni e le cosce.
Questi Centauri hanno capo sileniforme con lunga
barba, ciuffo equino sulla fronte, orecchie e collo equino.
Il naso è rincagnato, il petto e il ventre peloso come nei
Sileni. Il corpo equino, anch'esso fornito di peli sulla
groppa, è assai allungato, le cosce sono molto grosse
rispetto alla esilità delle gambe, nella coda e nei ca-
pelli i peli non sono tratteggiati come nella barba a
linee ondulate graffite. Il disegno è vigoroso, special-
mente robuste ed espressive sono le teste; particolar-
mente studiati sono i dettagli anatomici, come può
ad esempio vedersi nel trattamento dei muscoli del-
l'avambraccio.

Questo aspetto così decisamente sileniforme è no-
tevole; i Centauri che appaiono ad esempio in una
idria ionica trovata a Cere (2) benché abbiano come
questi lunghe chiome, lunga barba e naso rincagnato,
hanno però un'aria feroce che non hanno i nostri, i
quali sono affatto simili ai Sileni dell'arte contempo-
ranea (3) e come questi mi pare, accennino già ad

acquistare l'aspetto giocondo e spirante una bonaria
malizia dei Sileni più recenti.

Nell'arte libera, quando nella evoluzione dei miti
i Centauri amanti del vino sono divenuti i buoni com-
pagni di Dioniso nelle sue spedizioni indiane, Centauri,
Satiri e Sileni si accostano sempre più, fino ad arri-
vare, per ricordare un solo esempio non molto antico
ma molto noto, ai Centauri satiriformi di Aristeas e
Papias nel Museo Capitolino ('). Del resto della stretta
parentela fra Centauri e Sileni nell'arte ionica s' è oc-
cupato già il Dummler (2).

La scena rappresentata si riferisce alla lotta di
Eracle contro i Cenlauri che avevano circondato la
casa dell'ospite suo Pholos, attratti dall'odore del vino.
È noto, che i Centauri non fecero resistenza, sicché
la lotta si risolvette in una grande fuga dei mostri
inseguiti dall'eroe dai monti di Pholoe in Arcadia fino
al capo Malea. L'arte pertanto non trovava in questo
mito dorico il motivo a scene di lotta disperata e sel-
vaggia, come nel mito tessalico della guerra coi La-
piti. La storiella anzi, se vogliamo, è un po' comica ;
è una punizione data a degli ubbriaconi.

Come tale la concepì forse il nostro pittore o il suo
modello, e perciò il tipo così chiaramente sileniforme
è scelto, a mio vedere, con molto spirito. E per la
stessa ragione si è probabilmente scelta del mito la
versione meno tragica. È noto, come secondo la tradi-
zione più accettata nella letteratura e nell'arte. Ercole
avrebbe inseguito i Centauri a colpi di freccia. Un'altra
versione invece narrava, che Eracle si sarebbe servito
delle armi stesse dei Centauri, cioè di rami di pino.
La riferisce Quinto Smirneo (3) ed è esemplificata
anche nell'arte per esempio in uno skyphos corintio
pubblicato dal Colvin (4). Nei nostri frammenti la
figura di Eracle manca, ma possiamo immaginare, che
non combattesse con l'arco, perchè nei monumenti che
riproducono questa versione, i Centauri cercano di di-
fendersi con sassi o con rami d'albero, e sono tutti o

(') L'opinione del Klligmann (Bull. Ist. 1876-142), che la
forma umana sia usata a designare soltanto i Centauri di natura
meno selvaggia e bestiale, quali Chirone e Folo, e non possa
valere come canone cronologico, non è vera che in parte. Cfr.
l'ampio studio del Colvin sui Centauri in /. Hell. St., I, p. 106.

(2) Ann. Ist., 1863, tav. E, Rom. Mitth., 1888, p. 169.

(3) Cfr. un'anfora rodia pubblicata dallo Smith Journ. Hell.
St., 1885, p. 180.

(') Helbig, Guide, I, p. 374.

(2) Rom. Mitth., 1888, p. 170.

(3) VI, 276.

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(4) Journ. Hell. Stud., I, tav. 1.
 
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