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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0236

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455

IL PALAZZO DI PHAESTOS

456

Il boccalino c, pure a pareti spesse, è tutto dipinto
a fondo nero con fasce e trattini in bianco. Esterna-
mente, su ambedue i lati, si vedono delle bande rosse
cremisi, formanti una mezzaluna riempita di puntini
biancbi.

La forma di questi due ultimi vasetti è veramente
singolare, e il fatto che essa non trova riscontro in
nessuna delle varie forme che, nella ceramica premi-
cenea di Creta, si mantengono e si ripetono durante
tutta la sua lunga evoluzione, mi sembra indicarci

Sono fatti quasi tutti di argilla non molto depu-
rata, rossiccia, ed hanno la superfice ruvida. Predo-
mina fra essi la forma del boccale, più o meno rozza,
quale è quella di tre esemplari (fìg. 66a-c) che non
presentano alcuna decorazione a colori.

Dei boccali a corpo ovale, dipinti, di cui già demmo
un esemplare in Mon. Aut., XII, fìg. 40, abbiamo rac-
colto altri otto esemplari interi (fìg. 67). Tanto questi,
come un alto calice a tronco di cono rovescio, con ansa
a nastro, sono ornati soltanto con fasce curve di color

b c
Fio. 66. - Vasellame ordinario dello strato premiceneo.

che questi vasetti, come i pithoi, appartengono al più
tardo sviluppo di detta ceramica.

E del resto l'età relativamente tarda, cui debbono
riferirsi gl'interi mucchi (A, B) di vasi premicenei
di Phaestos, può essere sopratutto indicata da ciò,
che essi contengono in gran numero le scodelline grezze
di generale uso miceneo, la cui presenza a Knossos
- dalle scrupolose osservazioni del dott. Mackenzie - (')
è stata segnalata come sporadica nello strato più alto
del primo edificio, e come rara nei depositi del primo
periodo del palazzo posteriore.

2. Nel pozzo di saggio, aperto nella zona 5,
innanzi al corridoio centrale, alla profondità di un
metro, sotto un duro ammasso di calcestruzzo, s'in-
contrò uno strato di terra di riporto, alto m. 1,20 circa,
e ricchissimo di avanzi ceramici.

I primi vasi raccolti sono quelli che diamo alle
tìgg. 66-68.

(!) The pottery of Knossos in /. //. S., XXIII, p. 180
e seg. e p. 188.

rosso-bruno, che scendono dal collo alla baso, sulla
fronte o intorno al manico del vaso.

V erano insieme parecchie scodelline rozze del
tipo frequentissimo nei depositi micenei, alcuni fram-
menti di pentole tripodate, e parte di un portafrutti,
a base cilindrica e recipiente emisferico (fìg. 66 d).

Caratteristico, tra quelli finora descritti, è il vaso
rappresentato dalla fig. 68.

Per la qualità dell' argilla fina e ben lisciata alla
superfice, per l'ingubbiatnra di color giallognolo che
la ricopre, per 1' aspetto massiccio che gli conferiscono
le pareti spesse, per la qualità della vernice e lo stile
dei suoi ornamenti, il boccale sembra provenire da una
fabbrica speciale, alla quale non possiamo finora attri-
buire — di tutti i travamenti ceramici del territorio
festio — che due altri soli vasi, e propriamente le
due anfore che diamo alla fig. 69 ; di cui l'una si
rinvenne nello stesso palazzo di Phaestos, e 1' altra in
uno dei vani più antichi della villa di H. Triada.

La forma del boccale, specialmente pel becco spun-
tato e fornito di due bitorzoli laterali, è comune ai
 
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