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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0260

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503

SCAVI E SCOPERTE

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canza d'indizii sicuri si prevedevano lunghe e labo-
riose, furono di necessità rimandate all'anno seguente.

Senonchè nell'intervallo che corse fino alla ripresa
dei lavori avvenne un fatto inaspettato. Nel settembre
del 1901, quando cioè nessuno dei membri della Mis-
sione trovavasi in Creta, un ragazzo del vicino vil-
laggio di Petrokefali, mentre cacciava sopra una collina
situata tra l'acropoli di Phaestos e il moderno villaggio
di Katyvia (nella contrada detta V tov fPvy/wr^ tò
àkwvi), s'accorse che alcuni oggetti antichi insieme
con delle ossa umane apparivano sul terreno corroso
dalle pioggie. Kaccolti subito da lui e più tardi con-
segnati al sorvegliante governativo, quegli oggetti
furono poi mandati al Museo di Candia, dove facil-
mente se ne riconobbe la pertinenza all' epoca che
dicesi comunemente micenea.

Secondo ciò che ci fu riferito e che fu anche stam-
pato allora nei giornali del luogo, gli oggetti di cui
parlo erano i seguenti : l'orlo e parecchi altri fram-
menti di un grande bacino di bronzo, un vaso di ala-
bastro in pezzi, una grande conchiglia (triton) pure di
alabastro e una lampada di pietra nera. Tutti questi
oggetti sono ora pubblicati qui appresso alle figg. 30,
37, 38 e 40.

Da Candia accorse subito sul luogo della scoperta
il signor Stefano Xanthudidis, eforo delle antichità
in Creta, il quale credette di potere tosto intrapren-
dere lì stesso uno scavo per conto del proprio Go-
verno, non accorgendosi di essere dentro il raggio della
concessione assegnata, da S. A. il Principe Alto Com-
missario in Creta, alla Missione Italiana. Così egli
nello spazio di pochi giorni (') frugò tutta la collina
e vi aprì tredici tombe, donde estrasse una ricca e
varia suppellettile, che fu raccolta nel Museo di Candia.
Quando fu appianato l'incidente, che il fatto di questo

(') Vedi S. A. Xanthudidis, 0 Kqrjrixbg UoXma^ó;, nel-
1' 'Afrìjvtt, 1904, p. 37. Nelle notizie dello scavo pubblicate nel
giornale Ilargig della Canea dei giorni 18, 22, 27 ottobre e 3 no-
vembre 1901 (vecchio stile) trovo indicato il 1° ottobre come
giorno d'inizio dei lavori e il 28 dello stesso mese come data
dell'ultimo rapporto inviato, dopo la chiusura di quelli, dall'eforo
al suo Governo.

scavo non poteva a meno di causare, e dal Governo
Cretese si riconobbe che la località era e rimaneva
riservata alla Missione per quelle ricerche che avesse
voluto proseguirvi, le tombe e gli oggetti fino allora
trovati furono ad essa affidati per lo studio e la pub-
blicazione.

A me toccò 1' esecuzione di questo lavoro, del
quale si vede ora qui il compimento ; ed alle suddette
circostanze si deve attribuire ciò che nel mio rapporto
sarà trovato d'imperfetto per la mancanza di molti dati
di fatto, ed il modo altresì che fui obbligato ad adot-
tare per la presentazione della suppellettile prove-
niente da tombe non scavate sotto la nostra sorve-
glianza. Un'esposizione preliminare e sommaria della
scoperta fu già pubblicata dal dott. Giuseppe Gerola
in una breve relazione, nella quale egli rese conto
di tutti i lavori eseguiti dalla nostra Missione nella
necropoli di Phaestos fino al 22 marzo 1902 (').
Tali lavori furono diretti da lui stesso; poiché egli,
non solo studiò con amore e perseveranza per circa
due anni i monumenti veneziani sparsi per tutta l'isola,
ma mise anche la sua operosità a profitto della Missione
archeologica per il corso di sei settimane, durante le
quali fece eseguire degli scavi in parecchi altri punti
di quel territorio. Anche dei risultati di codesto in-
dagini, già brevemente descritte dal Gerola, io fui in-
caricato di presentare qui una più ampia illustrazione,
che mi è resa più facile dal giornale di scavo da lui
diligentemente redatto e poi a me gentilmente ceduto.
Infine non mi manca la soddisfazione di potere ag-
giungere i risultati di un lavoro eseguito da me stesso
nel breve soggiorno che in quell'anno potei fare in
Creta, cioè dello scavo di una tomba nella medesima
collina, or ora ricordata, l'unica che era rimasta non
tocca dalla rapida investigazione precedente. Questo
scavo, nel quale, per la parte che riguarda i rilievi,
potei avere la preziosa assistenza del valente artista
e mio amico signor E. Stefani, durò non meno di sette
giorni cioè dal 6 al 12 giugno 1902.

(') Rendiconti dei Lincei, voi. XI, p. 318 segg.
 
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