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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0299

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NELLA NECROPOLI DI PIIAESTOS

582

dotti a credere che queste due divinità, le quali in
parecchi monumenti cretesi antichissimi vediamo rap-
presentate da altri simboli e forme aniconiche (') t'os-
sero venerate in Creta anche sotto la forma di una
pietra naturale; e per conseguenza appare ben possi-
bile che l'una o l'altra di esse siasi voluta significare
nella pietra ovale che si vede nel nostro anello. A tale
interpretazione sembra dare maggior forza di proba-
bilità la presenza dell'uccello volante, aquila o co-
lomba che sia, nel quale ci si mostra, nella forma
più visibile e finora anche la più antica, l'atto istesso
della discesa d'uno spirito divino sopra un devoto
mortalo. È ormai noto che, come tra i popoli primi-
tivi dei nostri giorni, così anche in quelli dell'anti-
chità codesto spirito si credeva apparisse nelle sem-
bianze di un uccello e che il posarsi di questo sopra
nu oggetto betilico o sopra una persona esprimeva il
possesso dell'uno o dell'altra per parte della divi-
nità (-). A questo proposito noi possiamo oggi non solo
citare le notizie intorno alla colomba, espressione di
Dione associata al Zeus Pelasgico di Dodona, oppure
intorno alle due aquile, simbolo del Zeus Arcadico,
che stanno su due pilastri piantati sul monte Liceo (3) ;
ma possiamo altresì vedere ciò effettivamente espresso
in alcuni monumenti del culto cretese antichissimo,
come in tre colonne fittili portanti ciascuna una co-
lomba, e in due figurine, l'ima femminile, l'altra vi-
rile, con una colomba sul capo o nelle mani, che si
rinvennero recentemente a Knossos nel sacello del
palazzo (4). Nello stesso ordine d'idee vanno com-
prese anche le note laminette di oro di Micene che
rappresantano ora una dea nuda con una o più co-
lombe (aquile secondo altri), ora un'edicola occupata
da uccelli somiglianti (r>). Si dovrebbe pertanto cre-

(>) Per tutto ciò v. Evans, op. cit.; e Karo, op. cit.

(2) Evans, loc. cit., p. 7 (105).

(3) Cfr. Carapanos, Dodone, p. 100, 4; Paus., Vili, 38, 7;
Evans, pp. 7 e 29 (105 e 127); Karo, p. 130, nota 4 e p. 134.

(4) Annual cit, Vili, p. 28 sg., fig. 14 e p. 96 sg.,
figg. 95 e 9G; Karo, p. 128 sg., figg. 7-11 e p. 107, fig. 15.
Colombe votive di terracotta si sono rinvenute pure nei due
sacelli del palazzo di H. Triada: Halblierr, Moti, aut., XIII,
p. 73.

(5) Aquile sono ritenute dal Milani, che in op. cit., I,
p. 51. figg. 51-51, ne dà una nuova e migliore pubblicazione.
Karo, p. 134, si associa e crede per conseguenza aquile anche
gli uccelli neri dell'arca dipinta di H. Triada (p. 130, nota 4).
Ma anche le colombe di Dodona erano nere ed Herod., II,

dere, nel caso nostro, che l'uccello, il quale sembra
volare dalla tavola betilica retrostante verso l'uomo
prostrato, simboleggi la discesa o l'invocazione di un
divino spirito sopra il medesimo.

Ora però io credo che occorra completare queste
considerazioni con un'altra che non mi pare sia stata
fatta da alcuno di coloro che hanno indagato il si-
gnificato delle rappresentazioni espresse sui castoni
degli anelli consimili. Si deve cioè por mente anche
alla circostanza che tutti codesti anelli, del pari clic
i nostri, provengono da tombe, dove facevano parte
degli oggetti offerti ai defunti; per conseguenza si
può presumere, come dicemmo già pei due vasi sopra
discussi, che esista una connessione tra le scene rappre-
sentatevi e la loro destinazione funebre.

In altri termini le preghiere, le danze e le varie
ceremonie di culto che si veggono figurate sopra questi
anelli dovrebbero riferirsi al culto dei morti, inten-
dendole eseguite in onore od a vantaggio di essi. Un
appoggio a questa idea sembra che vengano ora a dare
le scene dipinte nell'arca già sopra ricordata di Hagliia
Triada, la cui sola descrizione fa intravedere di già
l'immagine viva ch'esse offrono dei particolari di quel
culto. Anche lì ricorrono simboli divini, alberi sacri,
altari e riti di adorazione e di sacrifizio che in parte
corrispondono con quelli degli anelli; ed inoltre anche
lì, come nel caso nostro, si trovano uccelli simbolici,
dei quali uno almeno io credo che rappresenti l'anima
del defunto che trasmigra nell'Elisio, quando anche
gli altri appollaiati sulle bipenni dovessero intendersi
come rappresentanti di divinità (').

Allora si potrebbe domandare se la pietra ovoi-
dale, che sorge nel mezzo della presente rappresenta-
zione, non sia, piuttosto che il baetylus d'un dio, una
pietra sepolcrale analoga aH'ò,ug«Aó? delfico ed ai tu-
muli a cupola che sono figurati sopra due vasi di-
pinti (2); e se l'uccello che le si avvicina sia un'anima
umana anziché uno spirito divino. Sappiamo infatti

55 sg., rileva cotesta loro caratteristica. Del resto tanto l'aquila
che le colombe hanno parte nel mito e nel culto di Zeus ; cfr.
Preller-Robert, Griech. J/ythol., I, p. 133 seg.
(') Cfr. sopra p. 575 seg.

(2) Vasi a f. n. del Museo di Napoli editi da Jane E. Har-
rison, in Journ. Iteli. St., XIX, 1899, p. 225 sgg., figg. 7-10
(donde Milani, loc. cit., II, p. 86, figg. 272-3), che dà un impor-
tante studio suWomphalos. Uno dei tumuli è sormontato anche
da una pietra betilica.
 
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