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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0301

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NELLA NECROPOLI DI PHAESTOS

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tylus, nel momento che la donna scuote con furia l'al-
bero sacro. L'ispirazione divina, da quello simboleggiata,
non potrebbe per avventura collegarsi anche con un pro-
cesso di divinazione? I ricordi dell'oracolo delfico, con
il suo omphalos e il lauro e il fatidico corvo apol-
lineo ('); e meglio ancora quelli dell'oracolo di Do-
dona, con le sue querce vocali e le profetiche colombo
nere, sono veramente molto suggestivi. Elementi di
analogia si avrebbero anche nella compartecipazione
di uomini e di donne a quei riti religiosi e in quella
loro agitazione entusiastica donde veniva l'allucina-
zione mentalo (2). Ma, data la scarsezza dei documenti
riferibili a quella remotissima età, dobbiamo per ora
prudentemente contentarci di prendere nota di quelle
idee che ci sembrano in qualche modo giustificate aspet-
tandone dal tempo la conferma o il ripudio. Soltanto
non mi sembra fuori di luogo il ricordare che sopra
ciascuno dei due tumuli figurati in uno dei due vasi
sopra citati sta posata un'aquila che ha tra gli ar-
tigli, qua una serpe là una lepre, e che due uomini
seduti lì accanto, forse di proposito, ammirano il por-
tento augurale : come si vede, un parallelo dell'ò/^cpalóg
delfico, che era ad un tempo tomba, altare, sedile e
/uìvtsTov

2. Anello di oro simile al precedente; il cerchio
è cordonato nel senso della lunghezza. Anche qui il
castone porta incise alcune figure componenti eviden-
temente una scena di culto (tav. XL, n. 7, efig. 51). Alla
estremità destra sorgo una colonna col caratteristico
capitello bimembre (4), la quale certamente è la rap-
presentazione betilica di una divinità, perchè davanti
ad essa, verso la estremità opposta, si vedono in atto
di adorazione una donna vestita di una gonna a doppia
balzana ed un demone a testa di cane o meglio di scia-
callo, il cui tipo, anche per la posa, ci è noto già da
qualche impronta di sigillo cretese, dove tuttavia il

(') Cfr. p. es., l'omphalos col corvo in una cista, Mon. d.
Inst., VII, tav. XXV-XXX.

(2) Sono troppo note lo sacerdotesse di Dodona, la Pythia
e le Thyiades di Delfo. Cfr. l'interessante rilievo fiorentino
presso Welcker, Ant. Denkm, II, tav. V ; Daremberg et Saglio, II,
p. 312, fig. 2482; Diitschcke, Ant. Bildw. in Oberitalien, III,
n. 516. Colla donna che sovraeccitata fa il vaticinio agitando i
serpenti possono paragonarsi le due donne che tractant serpentes,
rappresentate dalle statuette di Knossos, Annual Brit. School,
IX, p. 75 sgg., figg. 54-57. Cfr. sopra p. 579, nota 2.

(3) Cfr. Harrison, loc. cit.

(4) Cfr. p. es. Evans, Tree, ecc., figg. 63-66.

Monumenti Antichi — Voi.. XIV.

carattere della testa non appare così chiaramente de-
finito, nè l'azione così perfettamente espressiva come
qui ('). É uno di quei demoni appartenenti a una classe
ormai numerosa di esseri ibridi secondarii e subordi-
nati alle divinità e talvolta anche, come sembra, agenti
da intermediarii tra queste e gli uomini, in guisa da
ricordarci tanto i cinocefali adoranti e l'Anubis dei
monumenti egiziani quanto altri demoni analoghi figu-
rati sopra oggetti lattiti (2). Accanto alla colonna è
rannicchiata una donna nuda che torce la vita e la
testa verso quella e piegando i gomiti tiene diritti gli
avambracci, nei quali le mani, alla stessa guisa dei
piedi, non sono espresse per la piccolezza doll'incisione.
A destra e a sinistra della sua testa sono due segni in-
certi tondeggianti, e due altri simili si veggono pure
ai lati della donna adorante. Inoltre nel mezzo, in alto,
è un segno oblungo ed obliquo, e proprio al di sopra
del demone è un oggetto, il quale ha la forma di
un'asticella che in alto s'incurva e si gonfia. E un
oggetto enigmatico, che ricorda la forma del liluus ma
che anche, specialmente se si guarda in senso oriz-
zontalo, richiama inevitabilmente quella dei genitali
virili; od accanto alla sua caratteristica punta è un
granello od ovulo che potrebbe forse avere un peculiare
significato in questa seconda ipotesi, la quale tuttavia
io esprimo colla massima riserva. In ogni modo si deve
ricordare che anche nel campo sopra le figuro del
summentovato anello di Vafio si veggono, oltre al sim-
bolo multiplo della bipenne gioviale (3), anche due altri

( i) Hogarth, Journ. of IMI. St., 1902, p. 77 sg., n. 6, fig. 4
(impronta di Zakro); Halbherr, Mon. ant., XIII, p. 39, n. 27,
fig. 32 (id. di H. Triada). Cfr. l'impronta di Knossos (tipo del
Minotauro) edita da Evans in Annual Brit. School, VII, p. 18,
fig. 7 a. Nel nostro esemplare l'incisore non ha terminato le
gambe e le mani che devono immaginarsi di forma umana come
nei precedenti e nei demoni della conchiglia di Phaestos presso
Pernier, Mon. ant., XII, tav. Vili, 2.

(2) Per gli esempi hittiti è particolarmente importante il
confronto col mostro adorante davanti ad una dea in un cilindro
presso Masporo, ffist. des peuples de VOrient, III, p. 39 e in
altri cilindri della coli. Ward, Amerio. Journ. of Archaeology,
1899, figg. 36 e 45 = Milani, loc. cit., figg. 68 e 77. Per le
influenze dei tipi religiosi egiziani, così chiare specialmente
nelle figuro della conchiglia citata nella nota precedente, v. Ho-
garth, loc. cit., p. 92 ed Evans, Annual cit., IX, p. 84.

(3) Senza escludere che la forma di questo simbolo possa
derivare daWAnkh egiziano, come pensa Evans, Tree. ecc,
p. 80 sg., mi pare tuttavia che esso sia ora meglio illustrato
dalle simboliche combinazioni di bipenni e di elementi vegetali
nella larnax di Palaekastro (sopra fig. 48), nel frammento di

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