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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0302

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SCAVI E SCOPERTE

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segni che per la posizione e in parte anche per la
forma indubbiamente corrispondono a quelli del nostro
anello, vale a dire una cosa oblunga che ivi più chia-
ramente somiglia ad un ramoscello o ad una spiga,
ed un altro oggetto pure pendente verticalmente colla
punta in basso e terminato in alto da due palle, il
quale potrebbe essere la rappresentazione iu prospetto
della stessa cosa che si vede in profilo nell' anello
cretose (').

Non facile a spiegarsi è del pari la figura e l'at-
teggiamento della donna ignuda prossima alla sacra
colonna. In principio mi si presentò l'ipotesi dell'epi-
fania antropomorfa di una dea seduta presso il pro-
prio baelylus, come appunto in qualche altro anello
è figurata una dea seduta accanto ad un'edicola con
uguale colonna simbolica (2) oppure accanto ad un'al-
bero sacro (3). Nè alcuna difficoltà sarebbe la com-
pleta nudità della figura, poiché il tipo della dea nuda
(clie sembra esprimere Rhea, la dea madre, secondo
quella accezione per cui maggiormente somiglia alla
Afrodite ellenica) ci è già noto abbastanza nella re-
ligione micenea; e nel culto più antico di Creta ci è

Knossos (fìg. 49) e nella larnax già citata di H. Triada. Cfr.
audio Annual cit,. IX, p. 369, fìg. 1 ed altri esempi in 'Eq>r;fi.
àgx-, 1904, p. 35.

(>) Furtwangler, Gemmen, II, p. 9 testo alla tav. II, 19:
« el was Undentliches (ein sclilankes Giessgefiiss?), dann ein Zweig,
und cndlich etwas Kreuzformiges (Idol?)»; Milani, loc. cit.,
p. 86, è " una baiba o tubero di pianta »; Tsuntas, 'Etf^u. àp%.,
1889, tav. X, 39, cfr. p. 170: Svo SvaSiàxqixa rìrrtxsiusva, rò
fiixQÓxeQov eìvai Xatog ànXtj (ttàfÌT], ciò che è escluso dai prece-
denti. Evans, Tree, ecc., p. 80, il quale ne dà il migliore ili-
segno alla flg. 52, rinunzia a spiegare l'oggetto in parola, limi-
tandosi ad esprimere l'ipotesi che il segno vicino sia un ramo-
scello oppure una spiga di orzo. Questo sacro simbolo vegetale
si vede anche nell'anello analogo di Micene, ibid., flg 53, di cui
già dicemmo sopra. Quanto al primo è da notarsi che \<paiXoì-
amuleti da tombe delle Cicladi (Tsuntas, op. cit., 1898, tav. Vili,
37-38, p. 188) capovolti somigliano ad esso. Il sig. Evans, da
me interrogato, proporrebbe di riconoscere nell'oggetto espresso
sull'anello di PhaestoB una penna sacra (quella che si vede sopra
la testa di divinità egizie) ebe l'artista minoico avrebbe riprodotto
in una forma corrotta e inversa. Ma ciò mi sembra difficile, sia
per la sua troppa diversità sia perchè l'estremità superiore è
gonfia, cioè concava nel sigillo, convessa nell'impronta, come
vedesi bene anche nella nostra tavola.

(2) Furtwangler, op. cit., tav. II, 21 ; meglio Milani, loc. cit.,
voi. I, punt. II, p. 46, flg. 46 ed Evans, Tree, ecc., flg. 64,

(3) Furtwangler, ibid., Ili, p. 36, ri. 14; Milani, loc. cit.,
p. 120, flg. 203; Evans, loc. cit., p. 77, fìg. 51 : pel gesto delle
mani v. p. 78, nota 3. Anche nell'anello del tesoro di Micene,
secondo una interpretazione corrente, Rhea sarebbe seduta presso
il proprio albero.

rappresentato da un buon numero di esempi che vanno
dai rozzi « idoletti carii » fino alle immagini della
stessa dea trionfante tra leoni e sfingi, espresse su due
magnifici scudi dall'Antro Ideo ('). Ma tuttavia, a parte
la considerazione che non pare a me abbastanza di-
mostrato chele figure femminili dei due predetti anelli
siano figure di dee, il caso nostro differisce da quelli
per ciò, che qui la supposta dea, anziché volgere be-
nigna la faccia verso gli adoranti, la volge invece verso
la colonna; in secondo luogo qui non solo non vi ù
alcun indizio di sedile, ma anche la sua posizione non
è di persona tranquillamente seduta, essendo una posi-
zione instabile e momentanea. Invece tanto per questa
instabilità, che suppone un movimento, quanto per la
sua nudità essa presenta un'analogia troppo stringente
colla danzatrice disegnata sull'anello precedente, perchè
non si debba riconoscere anche in questo caso una sa-
cerdotessa od altra donna qualsiasi cho compia un rito
religioso. Pertanto io credo che essa sia non una dea ma
una donna, simile a quella che abbiamo veduto dianzi,
in atto di eseguire una danza orgiastica intorno alla
sacra colonna, nel tempo stesso che l'altra donna ed
il demone, stando in adorazione, invocano la divinità,
rappresentata dalla colonna stessa.

È una specie di danza russa fatta di salti e mo-
vimenti incomposti ed esagerati, durante la quale il
danzante si rannicchia e si rialza continuamente. Come
pel caso precedente, ciò risulta chiaro dal confronto
con certe figure di danzanti espresse in monumenti
dell'epoca greca classica, specialmente di persone del
tiaso bacchico che spesso si vedono in pose e atteg-
giamenti analoghi (2). Certe forme di fanatismo pos-

(') Ricordo specialmente le flguretfe in oro della III tomba
di Micene, in Schliemann, MycPnes, ira. 267-68, meglio presso
Milani, loc. cit., p. 52, figg. 51-52, al quale rimando per tutto
quello che riguarda le rappresentazioni si micenee che esotiche
della dea nuda, pur facendo ogni riserva per ciò che riguarda
le sue interpretazioni. Figurine Attili di questa specie (di dea?)
sono state trovate nel sacello di H. Triada: Halbherr, Man.
ant., XIII, p. 72. Per gli scudi dell'Antro, cfr. Milani, ibid., I,
p. 5 sgg., tav. I, 7; II, 1.

(2) Cfr. Maurice Emmanuel, La danse grecque antique,
p. 195. Danzatore semiaccovacciato od accovacciato, p. es. in
Gerhard, Auserl. Vasenb., tavv. CXLII e CCLI = Emmanuel,
figg. 415 e 440; Antiquités du Bosphore Cymm., tavv. LXX,«. e
LXIV = Emm., figg. 441 e 443; Mus. Borbonico XV, tav. XV
= Einm., fìg. 444 ; e specialmente Panofka, Musée Blacas,inv.XV
= Emm., flg. 578, cfr. p. 205 (due ■ Sileni semigenuflessi in
danza, non in adorazione, con grande agitazione di gambe e
di braccia). Un esempio del momento della sospensione nel salto
 
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