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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Orsi, Paolo: Camarina: campagne archeologiche del 1899 e 1903
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0400

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783

CAMARINA

784

Pare adunque che qui, in vicinanza dell'Oanis da
una parte, e lungo una delle grandi vie che mette-
vano da Camarilla a Siracusa, sorgesse un delubro,
un naisco suburbano, sacro a qualche divinità, forse
rinviale (Artemis-Oanis ?), od a qualche ninfa, nel
quale sarà stato esposto il prezioso ex-voto, fatto in
pezzi e manomesso, assiemo al piccolo santuario, in-
qualcuna delle tristi vicende, dalle quali fu colpita
negli ultimi secoli la disgraziata città (Mamertini ?
Romani ?).

Entriamo nel campo delle congetture, se presu-
miamo di stabilire, più che l'indole dell'dvà.'Jr] ita,
la divinità cui esso era destinato; a me preme solo
escludere il carattere funerario dei bronzi, e stabilire
che essi erano invece uno fivrjnóavvov óòìqov di una
vixrj, probabilmente agonistica, se non anche, attesa
la singolare bellezza, il premio stesso riportato, e
consacrato al dio, conforme una usanza in voga nel
VII e VI secolo, anzi durata fino alle guerre per-
siane ('). In questi due secoli il tripode è una forma
di premio favorita, ottenuto in gare svariate, senza
relazione di sorta con Apollo ; e basterebbero le rap-
presentanze vascolari per documentare tale uso (2).
La presenza poi di un bel bronzo di arte ionica in
una città dorica, nel periodo prepersiano, in nulla
nuoce all'opinione che ho di sopra espressa, sapendosi
che non solo elementi etnici ionici erano infiltrati
nelle città doriche dell' isola, ma che artisti ionici,
imponendosi colla superiorità dell'arte loro, vennero
chiamati al servizio dei principi Dinomenidi (3).

Scavi del 1899.

Necropoli di Passo Marinaro.

Nel 1896 io eseguii la prima campagna ufficialo
di scavi nell'area dell'antica Camarilla ed in alcune
delle sue necropoli ; ed il modesto risultato di quelle
mie ricerche comunicai ai dotti con una monografia

intitolata: Canarina. Campagna archeologica del 1896
{Monumenti antichi dei Lincei, voi. IX, 1899), che
d'ora in poi citerò colla sigla C. Come per quasi tutte
le città greche dell' isola, anche per Camarina, la
storia delle ricerche è assai dolorosa e si compendia
in due tristi parole: distruzioni e saccheggi. Quasi
non fosser bastate le cinque devastazioni subite nel-
l'antichità per opera di Siracusani, Cartaginesi, Ma-
mertini e Romani, le quali devono aver ridotto a ben
poca cosa quanto ancora nel 258 restava di edifici
sulla sabbiosa collina di Camorana, nei tempi recenti,
(parlo dell'ultimo mezzo secolo) si cancellarono le ul-
time tracce delle mura, levandone le pietre per gli
scarsi fabbricati rurali che cominciarono a sorgere in
quelle deserte plaghe; e le ricche necropoli vennero
da molti manomesse, ma sopratutto da un abile sca-
vatore di S. Croce, certo Lapponieddo, che il prodotto
delle sue escavazioni vendeva per poco prezzo a Malta,
a Ragusa, a Palermo ed altrove.

In ogni modo dal 1895 io tenni sempre vigile
l'occhio sopra Camarina, per impedire il rinnovarsi
degli scavi abusivi, e per tenermi al corrente di tutte
le eventuali scoperte dovute al caso. Ma fu ventura
per la nostra Amministrazione d'aver trovato nel no-
bile marchese Orazio Arezzo di Palermo, proprietario
di vasti territori suburbani, e di tutta la regione a
mezzogiorno del Refriscolaro (Oauis) un prezioso coope-
ratore, così nell'opera di tutela, come in quella di
esplorazione. Con una generosità senza esempio egli
ha incondizionatamente permessa la breve campagna
del 1899, e quella più lunga e fruttifera del 1903
sulle quali ora riferisco ; ond' è giusto e doveroso se-
gnare anzitutto ad auree lettere il nome del patrizio
illuminato e benemerito.

La necropoli di Passo Marinaro (') si estende sulle
colline soprastanti il medio corso dell'Oanis, nonché
sull'orlo della magnifica boscaglia che protegge le re-
trostanti campagne dall'avanzata minacciosa delle mo-

(') Km. Reisch, Griech. ìVeihgeschenke, p. 58.

C2) l'eisch, op. cit., p. 58, nota 4 (Rassegna delle rappre-
sentanze vascolari).

(3) Homolle, L'Aurige de Delplies (in Monumenti et Me-
moires lxiot, voi. IV, pp. 181 o 194).

(') Nella mia monografia C. denominai questa necropoli,
necr. meridionale, e la divisi in due gruppi sud-est e sud-ovest;
quello più recente, poiché arriva al III sec, questo più aulico.
Ora questa distinzione non ha più ragione di essere, trattan-
dosi di un solo gruppo e continuo. In ogni modo, ad intelli-
genza dei lettori, è bene avvertire che necropoli di l'asso Ma-
rinaro e necropoli meridionale (sud-est e sud-ovest) sono la
stessa cosa.
 
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