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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Orsi, Paolo: Camarina: campagne archeologiche del 1899 e 1903
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0417

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817

CAMARINA

818

avere rilevanti dimensioni (almeno cm. 60-70), gli
altri erano normali, pochi piccoli. In questa sola area
ho contato frammenti spettanti ad una dozzina di
esemplari diversi, che avrebbero costituita una vera
ricchezza, se pervenuteci integri. Tutto codesto ma-
teriale si trova sparso sopra la linea dei sepolcri e dopo
cm. 50 dal piano attuale di campagna ; sorge dunque
naturale la domanda quale sia la ragione di tale di-
spersione. Essendo il suolo archeologicamente vergine,
perchè appena toccato da qualche raro e saltuario
esperimento di scavo, tale devastazione va imputata
solo in minima parte a scavatori recenti, i quali, per
quanto poco istruiti ed intelligenti, avrebbero sempre
avuta l'accortezza di raccogliere tutti i frammenti figu-
rati per tentarne la ricomposizione. E nemmeno vorrei
attribuirla all' opera dell'aratro e dell' agricoltura,
essendo stato quel terreno, almeno negli ultimi secoli,
sempre incolto e mai dissodato. Escludo per ultimo che
si tratti di vasi cinerari, perchè questi venivano d'ordi-
nario collocati a notevole profondità.

Convien dunque pensare ad altra spiegazione; ed
io inclino a credere che i crateri venissero talvolta
rotti, disperdendone i pezzi, in antico, dopo compiute
le cerimonie funebri, le GnovSai, che accompagnavano
le inumazioni di tutti i morti, ma si compievano con
maggior pompa e ricchezza di vasi, per i personaggi
ragguardevoli, cui erano destinate le sepolture nobili,
di gran pezzi. Così si spiega come frammenti di uno
stesso cratere si trovino non accumulati nello stesso
spazio, ma dispersi a parecchi metri di altezza. Certo
poi che in antico il soprassuolo della necropoli subì
molte devastazioni, ed i pochi monumenti che uscivan
di terra (cippi, stelai) vennero strappati e manomessi,
per l'abbandono prima, dalla mano dell'uomo poi.

Sep. 217 (97). Cadavere deposto nella nuda sabbia
e cremato in sito, senza che (come in sep. 151) siasi
potuta in verun modo constatare la presenza del cranio.
Presso il morto un fiaschettino ovolare come fig. 8
ed un piccolo stamnos grezzo.

Sep. 218 (98). Anfora ovolare 1. cm. 75, adagiata
colla bocca a sud-est alla prof, di m. 2. Mancava il
collo e le spalle erano state strappate e poi rimesse
per infilarvi un cadaverino, di cui si avvertirono esili
tracce scheletriche.

Sep. 219 (99). A cappuccina per adulto, dir. nord-
est a sud-ovest, col cranio a sud-ovest senza oggetti.

Sep. 220 (100). A cappuccina per bambino, dir.
est a ovest con 10° dev. sud-est senza tracce dello
scheletrino.

Sei). 221 (101). Simile per adulto col cranio ad est.

Sep. 222 (102). Simile per fanciullo, dir. est ad
ovest preciso, senza tracce del morto.

Sep. 223 (103). Sotto al precedente alla prof, di
m. 3,50, per adulto, ed in dir. 260°-80°; il cranio stava

Fig. 35.

a levante; al pie'sin. una lucerna nera aperta, colla
particolarità di un giro di palmette impresse (fig. 35)
è sul fondo graffito a minute lettere: AAAAT ; di più

uno skyphos n. dentro cui un piccolo aryballos n. ed
una piccola holpe grezza.

Sep. 221 (104). Alla dist. di m. 1,75 dal sep. 45,
ed a circa due m. di prof, apparvero le coperte di una
cella ipogeica di grandi pezzi, chiusa da quattro la-
stroni (cfr. sezione a fig. 35 bis) e contenente uno sche-
letro col cranio a levante ; alla spalla d. esso aveva
 
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