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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Orsi, Paolo: Camarina: campagne archeologiche del 1899 e 1903
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0480

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943

CAMARINA

944

esterna ; forma codesta propria alla prima metà dello
stile rosso bello ('). Il disegno in qualcuna è di no-
tevole finezza (figg. 109, 110), come in quella dalla
donna guerriera, tanto più notevole, perchè stando
ancora il vaso ben addietro nel V sec, porta nell'in-
terno una decorazione a punta, indizio tra i più an-
tichi della nuova tecnica a stampo ed a punta, che
si svolgerà nel IV. Interessanti sopratutto i frammenti
con Eos, soggetto non ovvio. Ma ormai la tazza scom-
pare, per dar luogo alla forma ibrida della kylix-sky-
phos, aniconica, di cui parlerò al paragrafo della ce-
ramica nera.

Lo skyphos colla forma affine della kotyle è forma
signorile, di cui però si ebbero punti esemplari figu-
rati nei sepolcri, ma alcuni nobili frammenti spora-
dici di stile assolutamente bello nel soprassuolo
( tìgg- 114-116). Se questi, disgraziatamente troppo
umili avanzi, stanno in testa alla serie, l'estremo
inferiore dell' ultimo periodo della pittura rossa è dato
dai due esemplari (sep. 374, tìg. 59 ed uno sporadico)
colla civetta ed il ramo di ulivo, che un tempo, tanto
ne è decadente l'arte, potevano anche tenersi per cam-
pani, ma ora qualcuno propende a noverare fra gli
attici.

Anche sul kantharos, di cui parecchi frammenti
si ebbero fuori tomba (tìgg. 113, 112) si solleva la
medesima questione che per la kotyle dalla civetta (2).
Certo è che il tipo suindicato è ovvio nelle necropoli
della Campania ; ma la presenza di esemplari identici
in Grecia, ed il loro intimo nesso formale con quelli
neri ad impressione (fig. 48) sono cagione di dubbi
fondati sulla loro esatta provenienza.

L'Hydria perde le grandi dimensioni e lo spi-
golo vivo alle spalle, dello stile nero ; essa tende a
rimpicciolire le dimensioni, ad ingentilire i soggetti,
ma è sempre un vaso piuttosto raro. Infatto solo due
piccoli esemplari neri vengono dal sep. 136, ed un
frammento con scena di toletta dal 254. Il materiale
sparso ci ha restituiti due frammenti con soggetti co-

muni di gineceo (fig. 101) che però sono in dubbio se
non appartengano ad una oenochoe: forma rara anche
codesta, completa solo nell'elegante esemplare fig. 102,
e poi rappresentata da un frammento sporadico; ri-
cordo qui in fine il rarissimo askos dato alla fig. 37.

Ho riservato così all' ultimo la serie delle leky-
thoi, il vaso fuuebre per eccellenza, eppure qui scarse
di numero, piccole di dimensioni, mediocri e scadenti
nel disegno; l'inferiorità di Camarina, od almeno di
Passo Marinaro si avverte vivissima da chi conosce
le masse di grandi lekythoi di stile r. severo e nobile
restituiteci dalla necropoli di Capo Soprano a Gela (').
Ma Camarina si dimostra anche nelle necropoli orien-
tali relativamente poverissima di codesti magnifici
articoli, il che denota povertà economica, differenza
di gusti, diversa azione di correnti commerciali.

A Passo Marinaro tanto dentro le tombe, come
nel soprassuolo, abbondano le piccole lekythoi, scar-
seggiano le medie, mancano affatto le grandi; ovvi
poi sono i soggetti, nella solita maniera quasi stereo-
tipa, senza iscrizioni erotiche, e quanto meno di ar-
tisti. Le lekythoi piccole nere, con foglie aculeate
sulle spalle, che segnano il passaggio dal nero al rosso,
ma perdurano anche col rosso severo, si ebbero di pre-
ferenza fuori, meno frequenti dentro i sepolcri. Degli
esemplari tratti dall'interno ricordo i seguenti elementi
decorativi e figurali: trofeo di palmette sotto il ma-
nico (77); palmette sul ventre (340); fascia a mean-
dro nero (79). E poi : sfinge (92) ; busto muliebre (136) ;
donna corrente (133, 141); donna mantellata (433);
donna con tenia (142); donna seduta (267) ; due donne
in colloquio (276) ; due donne nel gineceo (369); Nike
volante (302); efebo cogli halteres (358). Nè di molto
si arricchisce il repertorio, tenendo anche conto dei
pezzi sporadici e frammentari, di cui ho dato il cata-
logo ed i principali disegni a p. 902 e seg. L' esem-
plare più bello (fig. 56) e per disegno e per freschezza
resta pur sempre lontano dagli esemplari anche me-
diocri di grande e bello stile di Gela. Gli è che a

(') Furtwaengler, Berlin. Vasensam., forma 226, p. 721;
Smith, British Museum, voi. II, p. 11.

(2) A prova della disparità d'opinioni nell'assegnazione
della relativa fabbrica trovo che Furtwaengler (V. S. zu Berlin,
3658-63) e Massner {Ani. Vasen in oester. Museum, n. 494,
tav. Vili) li pongono fra gli italioti ; Pellegrini (Vasi antichi
dipinti del Museo di Bologna, nn. 346, 347, 360), fra gli attici.

(') La maggior parte di questo magnifico materiale venne
disperso a Londra ed Oxford, senza provenienza di dettaglio ;
buone serie si hanno anche a Palermo e Siracusa, fin qui ine-
dite. Un buon numero di lekythoi gelesi è stato pubblicato dal
Gardner, Catalogue of the greek vases in the Ashmolean Mu-
seum in Oxford, p. 31 e segg. con prefazione di A. Evans,
The vases from Gela (p. 7 e segg.).
 
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