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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0016

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■ly MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO 20

ricavato dalle rocce vulcaniche locali, generalmente è la quale sarebbero state accumulate delle armi di

malcotto e la superficie è nera. così svariata natura e dimensioni colle relative aste

Presso allo scheletro, nella regione del cuore già- od impugnature, le treccie cioè coi loro calami, la

ceva un gruppo di quindici o diciotto armi di selce, lancia coll'asta, i coltelli o pugnali coi loro manichi

e cioè: si fondò su dati più che altro imaginarii ed è del

b) Una splendida punta di lancia o lama di pu- tutto improbabile,
gnale, lavorata a ritocchi da ambo i lati e munita di L'altro cadavere, quello cioè rannicchiato, aveva
intaccature alla base ; sulla patina si notano le tracce sotto il capo due punte di freccia in selce. La di-
dei legamenti che la assicuravano al manico (tav. I, sposizione di questi oggetti rende del tutto probabile
fig. 2). l'ipotesi che fossero racchiuse colla punta in alto in

e) Lama di coltello o pugnale (') in selce, rotta
in più pezzi, dei quali se ne conservano soltanto
due (tav. I, fig. 3).

d) Punte di freccia in selce a triangolo isoscele
e peduncolo di assai fino lavoro (tav. I, fig. 14).

Sembrò a coloro che erano presenti alla scoperta,
che questo gruppo di strumenti in selce potessero
essere rinchiusi in un carniere portato ad armacollo ;
di tale bisaccia però non si rinvenne traccia alcuna.

L'ipotesi nacque forse dall'essersi ritrovate le
punte di freccia sul petto presso le lame, come in
altri sepolcri di questa età; ma ciò proverebbe che
le frecce erano aggruppate a fascio forse in una fa-
retra. Ad ogni modo l'esistenza di una bisaccia entro

(') Bull, di paletn., 1899, p. 112.

una faretra portata, come di consueto, dietro una
spalla, e così deposta col cadavere.

Tomba III. Pare che contenesse tre scheletri
giacenti distesi l'uno vicino all'altro; insieme ai quali
sarebbero state raccolte numerosissime ossa di animali,
su cui il De Rossi ci fornisce indicazioni minute ri-
guardo alle specie e le varietà stesse cui apparten-
gono ('); ma è probabile, dato il grandissimo numero

(') Gli animali cui spettano lo ossa rinvenute (a ciò che
assicurarono gli operai) entro questo sepolcro, spetterebbero
secondo il De Eossi (Primo rapporto, p. 29) alle seguenti
specie: Cervus elaphus, Sus scrofa, Bos primi genius^), Cervus
larandus (?), Equus caballus, Canis familiaris. Sembra che
si possa escludere quasi con certezza il Cervus larandus fra
le ossa conservate nella collezione De Eossi ; peraltro molte di
queste ultime sono andate disperse, cosicché oggi non si può
dare un giudizio sicuro su quelle che effettivamente si ritro-

varono nei travertini di Cantahipo.
 
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