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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0028

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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Il sepolcreto dell'Esquilino.

La maggior parte delle scoperte a noi note avve-
nute in questo sepolcreto si fecero nel tagliare in
trincea le vie che attualmente servono il quartiere
dell'Esquilino, e la parte di quello dei Monti adia-
cente alla via Merulana. Numerosissimi sepolcri si
dovettero ritrovare anche nel gettare le fondazioni
delle case private ivi costruite, ma intorno a questi
ultimi ritrovamenti abbiamo pur troppo pochissime
notizie.

In questa regione un potente banco di scarichi e
rovine, quivi accumulato dall'età imperiale in poi, alto
dai 5 ai 7 metri, ricopriva ovunque il terreno vergine
tufaceo; ma il livello attuale del quartiere non solo
è al disotto del banco di scarichi, ma quasi ovunque le
strade furono tagliate in trincea ad un livello infe-
riore al fondo delle fosse sepolcrali preistoriche, in-
cavate nel banco di tufo decomposto ed argilloso;
cosicché le tombe medesime, rivestite e coperte di
cappellacci e chiuse in alto dal cavaticcio, che il
tempo e la pressione subita avevano reso del tutto
simile per densità e colore al materiale del banco mede-
simo nel quale era incavata la fossa, dovevano appa-
rire ai terrazzieri addetti agli sterri, ad una certa al-
tezza dal piano stradale, ben distinte dal colore di-
verso e dalla diversa durezza e struttura dei cappel-
lacci che avvolgevano i corredi e le ossa, separati
nettamente verso l'alto e dalle tombe vicine da un
tratto notevole di tufo decomposto, d'aspetto e con-
sistenza argillosa.

In tali condizioni era facile, anche a lavoratori
inconsci della importanza scientifica di quelle sepol-
ture, il tenerne separati i corredi, bastando a tale
scopo l'avvertenza di tener raccolti gli oggetti rinve-
nuti fra un medesimo gruppo di cappellacci, o entro
un sarcofago di peperino; e che tale avvertenza si
avesse, almeno sin dal 1877, risulta all'evidenza dal
fatto che sino da quell'epoca l'ispettore della Com-
missione archeologica comunale, il quale aveva l'in-
carico di invigilare gli scavi e stendere ogni giorno
i verbali delle scoperte avvenute, descrisse separata-
mente nei suoi rapporti i corredi delle singole tombe,
avvertenza alla quale certamente corrispose l'altra di
tener distinti l'uno dall'altro i corredi, anche nei lo-
cali in cui si conservavano.

Sino al 4 maggio 1882 questi monumenti non erano
stati inventariati ; ed in quel tempo essendosi dovuti
trasferire gli oggetti di proprietà comunale dai ma-
gazzini sull'Esquilino a quelli del Celio, i vari cor-
redi furono completamente rimescolati nei trasporti.

Dal 4 maggio 1882 a tutto il 1883 i rapporti
relativi alle scoperte di tombe preistoriche sono al-
quanto più accurati, ed il materiale, inveutariato man
mano che giungeva al magazzino, in parte si può
identificare con sicurezza. Lo stesso stato di cose per-
durò nel principio del 1884, ma nella seconda metà
di questo anno gli scavi furono continuati con maggiori
cautele e con più interessamento nella ricerca dei dati
scientifici e fornirono il materiale archeologico più im-
portante fra quello noto sino ad oggi della necropoli
esquilina.

A questi tre periodi cronologici, corrispondono
quindi altrettanti gruppi, riguardo ai quali occorre
ora esaminare partitamente il valore scientifico dei
dati e dei documenti a noi pervenuti.

Sulle tombe scavate dal 1877 al 3 maggio 1882,
se si eccettuano quelle di cui è fatta menzione nel
Bull, comunale e che sono descritte in calce alla cate-
goria II, non abbiamo altri documenti oltre i rapporti
dell'ispettore Marsuzi, il quale descrisse separata-
mente i corredi di ciascun sepolcro.

Ogni sera gli oggetti rinvenuti nella giornata erano
portati in un locale annesso a quello in cui dimora-
vano i guardiani degli scavi. Però risulta da una nota
del Marsuzi apposta in calce al rapporto n. 814, che
quei vari corredi non erano stati nè numerati, nè
inventariati; e quando nel maggio del 1882 tutto il
materiale ivi raccolto dovè essere tolto e trasportato
nei nuovi magazzini al Celio, avvenne una confusione
tale, che, data la terminologia alquanto mutevole e
sempre inesatta adottata dal Marsuzi nella compila-
zione dei suoi rapporti, è vano oggi ogni tentativo di
ricostruire sulla guida di questi ultimi i corredi rin-
venuti in quel periodo di tempo.

Nell'esporre le notizie relative a cotesto materiale,
che io ho raggruppato nella categoria III, ho quindi
prima dato un estratto di quelle contenute nei rapporti
Marsuzi, e poi ho descritto gli oggetti provenienti
da quei scavi come materiale sporadico, classifican-
dolo esclusivamente per tipi.

La categoria II comprende di regola i sepolcri
 
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