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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0081

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149

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

150

una lancia nel tratto più vicino alla cuspide, la quale
doveva essere in ferro e di cui effettivamente si rico-
noscono i resti in alcuni frammenti di quel metallo,
quasi completamente distrutti dall'ossido.

Le Notizie degli scavi ricordano « una ricca
serie di vasi fìttili » in impasto; ma nel magazzino
restano soltanto:

g) Due tazzette ad ansa bifora, coli'estremità a
sella, a corpo assai schiacciato, in una delle quali
si osservano tre bugne; questa (tav. XI, fig. 23) è a
copertura nera, l'altra di più fino lavoro ha un aspetto
giallo marrone.

Evidentemente era cotesta una notevolissima se-
poltura di guerriero, ed è da deplorarsi che siano stati
dispersi o trafugati gli oggetti di abbigliamento e di
ornamento, che dovevano completare il corredo funebre.

IL

Gruppi rinvenuti dal 1882 al 1884.

Ciascuno di cotesti gruppi consta di oggetti rac-
colti in un medesimo giorno e consegnati la sera stessa
in magazzino. Nella maggior parte dei casi, ciascuno
rappresenta il corredo di un solo sepolcro; mancano
però indicazioni precise e sulla forma della tomba e
sulla disposizione del cadavere e degli oggetti, molti
dei quali in ciascun rinvenimento poterono essere tra-
fugati, o andarono dispersi fra le terre di scarico,
essendo ricercati con pochissima cura; onde i corredi
sepolcrali dei quali facevano parte sono incompleti.

Gruppo XCV (*). Parecchi vasi raccolti nel
Museo in un medesimo scaffale, portano ciascuno un

(') Scavata il 4 maggio 1882. Eapporto M., 805. u In una
cassa costrutta di parallelepipedi di pietra gabina, in parte già
distrutta per piantarvi il muro di fondamento dell'ex mona-
stero dei Liguorini, si trovarono ; (a) il coperchio fittile di un
vaso in frammenti eseguito in terra nera, con ornati a graffito,
termina in una sfera con cinque rilievi, uno dei quali nel mezzo
ed in alto; il diam. è di m. 0,097, l'altezza di m. 0,10; (b) vaso
a fondo nero con righetto orizzontali bianche (sic) nella parte
superiore del corpo e del collo, la forma è a becco d'oca (sic)
ed à rotto in 38 pezzi; (c) tazza rigata a leggero rilievo nella
sola parte del giro superiore, alta m. 0,10, il diam. è di m. 0,16;
(.'/) tazza di terra ordinaria rossa, con righe orizzontali bianche
(sic) all'esterno, è alta m. 0,06, il diam. è di m. 0,13; (d) tazza,
colle righe come sopra a rilievo, mancante di molta parte, alta
m. 0,075, diam. m. 0,145; vaso a due anse di finissima argilla

vecchio cartellino colla indicazione: « 4 maggio 1882
tra le vie di S. Vito e della dello Statuto » la quale
indicazione ci fornisce la data ed il luogo in cui si
rinvennero.

Il Rapporto Marsuzi 815, che si riferisce a questa
scoperta, prova che una. parte almeno di quei vasi
proviene certamente da un grande sepolcro a parallele-
pipedi di pietra gabina, ritrovato appunto il 4 maggio,
in parte già guasto dalle fondazioni del muro di cinta
dell'ex monastero dei Liguorini. Non vi ha dubbio
quindi che questo sia il sepolcro segnato in pianta
dal Lanciani proprio allo sbocco di via dello Statuto,
nella così detta piazza triangolare, sulla via Merulana.

Questa tomba era a pianta rettangolare, e da una
scheda del Lanciani, pubblicata dal Mariani (fig. 63)
e che si può completare col soccorso della Forma
Urbis, in cui è delineata la pianta (cfr. tav. XXIV),
apprendiamo che erano rimasti in opera, quattro per
lato, dei filari costituenti le pareti lunghe, aggettati
in modo da restringere in alto la volta al punto che
un solo lastrone sarebbe stato sufficiente a tal uopo;
all'atto della scoperta però tale chiusura mancava.
A giudicare dallo schizzo del Lanciani, i blocchi di
pietra gabina erano ben connessi e regolarmente squa-
drati e la loro faccia verso V interno del sepolcro era
stata tagliata obliquamente in modo da costituire un
solo piano obliquo dal vertice alla base del muro,
fondato sul suolo vergine. Riguardo al livello in cui
era stata costruita questa tomba, la publicazione del
Mariani non fornisce alcun dato, ed ignoro se a tale
riguardo la scheda del Lanciani contenga maggiori
indicazioni. Il citato Rapporto Marsuzi avverte che era
stato in parte distrutto nel fare le fondazioni del mo-
nastero dei Liguorini: ora queste fondazioni gettate
attraverso il banco di scarico, che quivi ricopre l'an-
tico piano di campagna, si arrestano, in genere, alla su-
perficie del banco cretaceo vergine, nel quale sono sca-
vate le tombe ; è quindi probabile, senza peraltro pre-
tendere ad alcuna evidenza in proposito, che questa
tomba, a differenza delle altre con difese di rozzi cap-

nera con ornati a graffito, rotto in 15 pezzi; altri 177 frammenti
fittili ». — Questo Eapporto corrisponde certamente alla sco-
perta del sepolcro edito nel Bull, com., 1896, p. 24, fig. 3 e
dal Lanciani nella Forma Urbis, tav. XXIII. Il relativo mate-
riale è raccolto nel Museo e per la maggior parte porta dei
cartellini colle indicazioni topografiche e cronologiche corrispon-
denti a quelle del Eapporto M.
 
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