Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]: Monumenti antichi (15.1905)

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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pubblicate dal De Rossi delle notizie assai accurate
e precise (1).

Una di queste tombe conteneva soltanto lo sche-
letro, deposto direttamente sul fondo della fossa; le
altre due più importanti sia per la struttura del sar-
cofago, sia per i corredi che contenevano, sono qui
appresso descritte.

Tomba CLXV (2) (fig. 99). a) In fondo alla
fossa, aperta nel consueto banco tufaceo vergine, gia-
ceva un sarcofago in terracotta presso a poco cilin-
drico, spaccato pel lungo in modo che una metà fun-
geva da cassa e l'altra da coperchio. Le dimensioni

Fio. 98.

di questo sarcofago sono tali, che durante il dissec-
camento le ineguali contrazioni dovute alla poca omo-
geneità dell'impasto ed al diverso spessore delle pareti,
produssero delle deformazioni piuttosto notevoli; l'im-
pasto fu quindi cotto lasciando da ciascun lato così nel
coperchio come nella cassa, cinque cavi, in cui dopo
il disseccamento, o dopo la prima cottura si inserirono
altrettante maniglie o sporgenze cilindriche; il sar-
cofago fu quindi ingubbiato e di nuovo esposto ad
una cottura definitiva, la quale dette all' intero ma-
nufatto un bell'aspetto rossastro.

I1) Bull. Insù., 1885, p. 62 e seg.; Annali lnstituto, 1885,
p. 295 e seg., tav. K. Il De Rossi avverte che l'aggere era
intatto, alludendo con ciò all'assenza di tagli verticali nella
massa del terrapieno, che avrebbero potuto servire a deporre dei
seppellimenti posteriori ; ma è certo che in quel punto l'ag-
gere stesso era stato di molto allargato dalle fabbriche impe-
riali, come si può facilmente desumere dalla pianta del Lanciarli
(Forma Urbis) e da quella fornita dallo stesso de Kossi ; il fatto
al quale quest'ultimo allude, per sè prova adunque soltanto che
le tombe in questione sono anteriori all'impero.

(2) Ann. Inst., 1885, p. 297.'

b) Neil' interno del sarcofago giaceva uno schele-
tro di donna, alcune parti del quale portano tracce di
ossido di rame, dovute al contatto con oggetti di
questo metallo ed i seguenti oggetti di corredo:

c) Fibula a sanguisuga, coli'arco vuoto, ornato a
linee incise ; la molla è a due giri, la staffa a disco
ripiegato a canale.

d) Fibula ad arco affusolato, molto più piccola
della precedente e massiccia; la molla è ad un solo
giro, la staffa analoga a quella della fibula anteceden-
temente descritta.

e) Cerchio a sezione romboidale schiacciata, colle
facce esterne ornate da una linea spezzata, incisa roz-
zamente.

/) Anello a doppio filo di bronzo o rame, ornato
nella parte anteriore con un altro filo di rame avvolto
al disopra a spira.

g) Altro anello assai guasto dall'ossido.

h) Frammento di filo di rame.

i) Filo di rame ondulato, avanzo forse di un or-
namento a trina.

k) Fuseruola piriforme baccellata in terracotta.
Tomba CLXVI. a) Sarcofago di terracotta, del
tutto simile a quello già descritto; entro vi si tro-
varono :

b) Uno scheletro ben conservato di donna, ed
i seguenti oggetti:

c) Tre anelli di filo di bronzo.

d) Altro anello del tutto simile, ma di minu-
scole proporzioni.

e) Frammento di oggetto in ferro, reso irricono-
scibile dall'ossido.

f) Due anelli di ferro.

g) (fig. 100) Fusaiuola in terracotta.

h) Tazza ad ansa bifora con costolature verti-
cali sulle spalle.

i) (tav. IV, fig. 12). Esemplare simile, ma di più
piccole dimensioni.

le) Altra tazzetta ad ansa bifora, ornata sul corpo
con tre bugne equidistanti e fra queste con delle sol-
cature verticali.

I) (tav. IX, fig. 1). Anfora in terracotta giallastra,
dipinta in rosso a semplici fasce sul collo e sul fondo
e con una zona a metope e triglifi sulle spalle.

Sino del 1874 Michele Stefano de Rossi aveva
osservato che il banco tufaceo vergine, culminante in-