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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0136

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259

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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ellittico in lamina di bronzo arrovesciata ai margini,
forati per il passaggio di anellini, dai quali pendevano
delle catenelle ornamentali (tìg. 104); delle zone incise
a spina pesce ricorrono intorno ai margini, inquadrando
la decorazione centrale, costituita da tre serie di bor-
chie sbalzate, circoscritte da cerchi concentrici, con-
tinui i più vicini, punteggiati gli estremi; le quali
serie, disposte in linee verticali, sono separate da due
altre di zeta a tratteggio incise a bulino. Ai lati, bor-
chie sbalzate con raggi incisi e cerchi concentrici graf-
fiti fra i quali una linea punteggiata a zig-zag, dalla
quale rappresentazione partono verso il centro tre zone
riempite a tratteggio, ed ai lati, uno per parte, due dei
soliti uccelli, o serpenti come altri vogliono, stilizzati.
Di altri due di tali ornati si notano i resti ad una
delle estremità più largamente conservata dell'altra.

Nota il Caylus che cotesto centurone fu rinvenuto
in Roma, presso l'anfiteatro castrense, nel fare le fon-
dazioni di alcune case private ; la quale ultima indi-
cazione ci riporta piuttosto verso l'aggere serviano,
mostrandoci le stampe di quell'epoca che le case pri-
vate più vicine agli avanzi degli accampamenti preto-
riani erano prossime alla antica via del Macao, la
quale correva parallela ed a poca distanza dalle mura
serviane, come mostra la tav. XXVI in cui i contorni
di quella via, oggi scomparsa, sono segnati a linee pun-
teggiate.

È del tutto probabile che cotesto centurone giacesse
in un sepolcro, i cui restanti corredi andarono di-
spersi; ma che interessa sia per la importanza no-
tevole dell' unico oggetto a noi pervenuto, sia perchè
la tomba appartenne certamente al gruppo sepolcrale
di cui ho sin qui raccolto le scarse e male esplorate
reliquie.

Nell'aprile del 1880, eseguendosi i cavi di fonda-
zione del villino Hùffer in via Nazionale, allo sbocco
della antica valle quivi esistente tra il Viminale ed
il Quirinale e precisamente nel pendio di questo colle,
non lungi dalla sua vetta ove fu il Capitolium vetus.

fig. 1. Il centurone aveva le seguenti dimensioni : altezza mas-
sima, 3 pollici e mezzo; minima, a sinistra, 2 pollici e 2 linee;
lunghezza totale del frammento qualche cosa di più di 6 pol-
lici. Cfr. anche Ann. Jnst., 1885, p. 51.

si rinvenne una quantità grande di stoviglie e degli
altri oggetti certamente votivi, che furono esaminati
dal Dressel, il quale notò la grande loro somiglianza
coi materiali rinvenuti nella stipe di S. Maria della
Vittoria e le notevoli dissomiglianze col materiale fu-
nebre raccolto nelle sepolture dell'Esquilino ; pubbli-
cando inoltre ed illustrando dottamente un vasetto a
tre conche, l'ormai celebre vaso di Dueno, sul quale era
stata granita una arcaica iscrizione votiva latina ('). Il
Mariani in seguito riferì cotesto materiale a dei se-
polcri (*); ma la ipotesi del Dressel. l'unico che abbia
potuto esaminarlo largamente, è la più probabile, sia
perchè la quantità grande di soli vasi raccolti in pic-
cola area, strana in sepolture, ove si deponevano interi
e quindi svariati corredi, è più naturale in una stipe;
sia ancora perchè del tutto propri di una stipe sono
gli oggetti votivi ai quali allude il Dressel e sopra-
tutto il vaso graffito da lui pubblicato, la cui iscri-
zione ricorda appunto il cerimoniale da seguirsi in
un santuario, senza dubbio quello in cui il vasetto
stesso era stato offerto.

Alle falde del Quirinale verso il Velabro ed in
quelle del colle capitolino, che in origine era una
appendice del Quirinale verso il Tevere, si ritrova-
rono invece effettivamente altri sepolcri.

Tomba CLXX (3). Nello sterro della via delle Tre
Cannelle e dell'inizio di via Magnanapoli, avanti alla

(>) Bull.Insl.,1880, p.237 e seg. Ann. Inst. 1880, pp. 158-160,
tav. L.

(2) Bull, com., 1896, p. 8.

(3) Scavata il 24 aprile 1877. Rapporto Buonfanti n. 49.
Presso il monastero dei ss. Domenico e Sisto, entro il vergine
ed in una specie di grotticella scavata nel tufo (cappellaccio),
si raccolsero i seguenti oggetti: Due arule (h-i) in terracotta,
col consueto soggetto di figura muliebre seminuda giacente su
toro ; una di queste è in parte mancante ; (a-d) quattro pentole
intere senza manico, una delle quali col relativo coperchio ;
{e) un coperchio più grande; (/) ciotola (scodella) a vernice
nera; (</) vasettino col corpo baccellato pure a vernice nera.
Not. scavi, 1877, p. 81. A piccolissima distanza dal piede del
muro di opera quadrata si scoprì un'angusta grotta, tagliata nel
sasso vivo, la cui volta fu troncata e distrutta da edifici privati
del III o IV secolo ... Nelle terre che riempivano il vano della
grotticella, si raccolsero moltissime scheggie di fittili italo-greci,
monocromi e policromi, come pure alcune arule con rilievo di
Tetide recante le armi di Achille.

È indubitato che tanto il Rapporto dell' Ispettore della Com-
missione archeologica, quanto la relazione pubblicata nelle No-
 
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