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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0138

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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Tombe CLXXI-CLXXIII ('). Non lungi dal se-
polcro precedente, ma più presso alla chiesa di S. Ca-
terina, e quindi verso il Velabro, si ritrovarono tre
tombe individuali a fossa ; di due soltanto però si co-
noscono i corredi.

Una profonda 4 m. conteneva:

a) Un sarcofago di nenfro o peperino, entro il
quale insieme agli avanzi del cadavere, al teschio cioè
e ad alcune ossa lunghe, giacevano :

b) Uno spillo d'osso.

6-) Un piccolo balsamario di alabastro.
d) Alcune foglie d'oro, resti di una ghirlanda.
Intorno alla cassa, ma fuori della medesima, si ri-
trovò un vaso di terra gialla compatta, forse di fabbrica

Fio. 105. 2:3

attica con riquadri a fondo giallastro e figure ed altri
ornati in nero, rotto in 52 frammenti (fig. 105). Nel
riquadro riprodotto dalla annessa incisione è rappre-

(') Incominciate a scavare il 30 settembre 1876. Volume
dei Rapporti 1875-76, in calce al verbale n. 120. « Nel cavo pel
fognone che si eseguisce innanzi la chiesa e monastero di s. Ca-
terina da Siena, alla profondità di m. 3,50 dal piano stradale,
a m. 0,50 dal suolo vergine, è apparsa una cassa mortuaria in
cappellaccio, in parte coperta da lastra di uguale materia, in
parte riempita di melma. Poco più in là sono apparse altre due
casse simili, che per essere quivi sorta l'acqua non si sono po-
tute ancora esaminare»; Bull, comunale, 1876, pag. 124.

Not. scavi, 1876, p. 185. Non lungi dalla chiesa di s. Ca-
terina da Siena, alla profondità di m. 4,00. si scoprì nella prima
settimana di ottobre una cassa mortuaria di nenfro, rotta in

sentato Ercole che disceso dal carro afferra per le
orecchie la cerva ed è in procinto di ucciderla; nel-
l'altro è espressa invece 1' uccisione del leone nemeo.
Il disegno, assai trascurato, conserva ancora la rigidezza
arcaica i contorni della musculatura sono riprodotti me-
diante grossolani graffiti sulla vernice nera colla quale
sono dipinte le figure.

L'altra tomba era difesa verso l'alto da lastroni
di tufo disposti alla cappuccina; vi si rinvennero,
tracce dello scheletro, nove bacche di osso ed una fo-
glia d'oro, resti di una ghirlanda.

Lungo il medesimo declive, ma alle falde del
colle capitolino è incavato nella roccia e rivestito in
tufo, alla maniera micenea, il Tullianum. Cotesta co-
struzione a cupola, troncata dai Romani quando quivi
vollero erigere il Career, col quale poi la incorpora-
rono, originariamente non poteva certo servire quale
prigione ed i guasti inutili arrecati alla volta e ad
uno dei lati dalla costruzione romana, colla quale poi
fu raccordata alla meglio, provano che allorquando si
incominciò a fondare quest' ultima, la cella conica
alla quale alludo non era nota; giaceva quindi nascosta
al disotto dei rottami e del terreno rotolati in questo
pendio dalla sommità del Campidoglio. Sulla origi-
naria sua destinazione erano state proposte due di-
verse ipotesi ; i dati che io ho potuto raccogliere mi
sembra che escludano la possibile sua destinazione a
serbatoio d'acqua, malgrado la sorgente casualmente
ritrovata ed aperta forse non prima dell'adattamento
di cotesta cella al nuovo uso di prigione ; i massi in-
fatti sono accuratamente tagliati nella loro faccia
esterna e negli interstizi, come nella superficie non
vi è traccia alcuna di quei depositi che l'acqua la-
scia ovunque sulle pareti delle cisterne; infine altri
argomenti, che altrove io ho di [fusamente esposti, ren-
dono del tutto probabile l'altra ipotesi, che questo

più pezzi, mancante interamente di un lato e ripiena di melma.
Conteneva uno spillo di osso, un piccolo balsamario di alaba-
stro, un teschio ed altre ossa umane con alcune minutissime
laminette d'oro. Intorno alla medesima cassa erano cinquantadue
frammenti di piccolo vaso fittile, con figure ed ornati alla ma-
niera etrusca. Poco lungi si ebbe un'altra cassa ricoperta di
lastroni di tufo messi alla cappuccina, rotta parimente e ripiena
di melma, con residui di un teschio e di ossa umane. Tolta la
creta e vagliata si ricuperarono nove globuli di osso ed una
vertebra a cui aderisce una laminetta d'oro in forma di fronda,
assai più mantenuta delle altre che prima ricomparvero.
 
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