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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0168

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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poiché non esiste alcuna distinzione topografica fra i
sepolcri della fase "più remota dell'età del ferro e
quelli in cui giacciono i defunti deposti nella fase
seguente; nè si nota un ordine qualsiasi nello svi-
luppo di ciascuna necropoli (').

Invero, un certo numero di tombe con vasi di-
pinti della classe che propongo di chiamare submi-
cenea a decorazione geometrica, ricollegate inoltre fra
loro da altri caratteri comuni, cioè dalla associazione
con piastre, eseguite in lamina di bronzo da portarsi
a difesa od ornamento del petto e con coltelli in
ferro a lama ondulata ad un sol taglio, erano ag-
gruppate alle pendici della necropoli esquilina verso
il clivo suburano, ove è oggi la via Giovanni Lanza ;
ma lì presso giacevano e la tomba XCV, certamente
della 2a fase, dato il carattere dei buccheri indigeni
ivi rinvenuti e della brocca a decorazione geometrica
dipinta, che deve ricollegarsi per la forma a quelle del
geometrico greco sviluppato ; ivi erano pure altre se-
polture coeve, contenenti fìbule a sanguisuga coli'arco
vuoto ed infine anche una tomba con vasi corinzi anti-
chi (LXXVIII), la quale deve perciò riferirsi alla fine
della seconda fase della prima età del ferro, o meglio
all'alba del periodo seguente, poiché preludia ai tempi
classici ed è vicina, se proprio già non spetta, ai pri-
mordi del sec. VI a. C.

Verso l'attuale piazza Vittorio Emanuele le tombe
del gruppo più recente sembrano in grande maggioranza,
ma ivi la proporzione numerica, oggi desumibile dai
dati che ho raccolto, può non corrispondere al vero
andamento delle cose, dato il metodo seguito negli
scavi ed il numero grande delle tombe esistenti nelle
aree di proprietà privata, distrutte senza che si potesse
raccogliere alcun dato utile alla scienza; ad ogni
modo è certo che anche in questa parte della necro-
poli delle tombe del gruppo più antico erano scavate
insieme a quelle più recenti, come lo provano ad
esempio e la sepoltura a pozzo di via Principe Um-
berto e quella di S. Eusebio.

(') L'idea espressa dal De Rossi che intorno a s. Eusebio
si trovassero le tombe più antiche e verso via dello Statuto le
più recenti è del tutto erronea, ritrovandosi nella Piazza Vit-
torio Emanuele ed anche al di là di s. Eusebio dei sepolcri a
fossa ed a camera coevi ed anche meno antichi di quelli di
via dello Statuto.

I dati, sia pure incompleti, che si possono racco-
gliere sulla distribuzione relativa delle tombe nei
diversi sepolcreti della età del ferro, noti sino ad ora
in Koma, dimostrano adunque che lo sviluppo delle
necropoli non avvenne secondo un piano prestabilito ;
ma dal principio della prima fase dell'età del ferro sino
alla fine della seconda, si scavarono qua e là le tombe
senza ordine alcuno, cosicché nella seconda fase, allor-
quando di molti sepolcri del primo gruppo non resta-
vano più tracce visibili, avvenne assai di frequente,
almeno nell'Argileto, che delle nuove tombe fossero
scavate a danno di quelle della prima fase. Nè un
tal disordiae cessò in seguito, poiché anche i sepolcri
con vasi corinzi, attici e perfino quelli recentissimi
con vasi etrusco-campani, sono sparsi senza regola
alcuna fra quelli della prima età del ferro.

Materiale laziale corrispondente ai corredi romani
della prima fase.

Nella bassa valle del Tevere che si distende a
mezzogiorno di questo fiume ed è limitata verso oriente
ed a sud dalle estreme pendici dei monti della Sa-
bina, dai colli laziali, e ad occidente dal mare, si
ritrovarono sino ad ora parecchie tombe della età del
ferro, del tutto analoghe a quelle rinvenute nei se-
polcreti romani ; ed anche parecchio materiale prove-
veniente da sepolcri disfatti, o più di frequente da
movimenti del terreno eseguiti a scopo agricolo, nei
quali non si tenne alcun conto delle condizioni di gia-
citura degli oggetti che casualmente si ritrovavano e
che furono raccolti per speculazione o per curiosità.

Tanto le tombe dai corredi pressoché intatti, quanto
il materiale sporadico al quale ho accennato debbono
classificarsi, come ho già mostrato in un precedente
lavoro ('), in due gruppi ben distinti dalla natura e
dalla associazione degli oggetti; i quali gruppi cor-
rispondono assai bene, malgrado le varietà dovute alle
diverse condizioni dei luoghi, a quelli or ora ricono-
sciuti nei sepolcreti romani, ove una tale distin-
zione, che come abbiamo visto ha valore cronologico,
si fonda su dati di una indiscutibile evidenza.

(') Pinza, Necropoli laziali dell'età del ferro nel Bull,
com., 190D, p. 201 e seg.
 
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