Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0198

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
abitati della Sabina più prossimi al Lazio quelle foggie
di vestire, diverse nei singoli comuni, che sono state
abbandonate in Roma da almeno mezzo secolo. Le
grandi idrie, le brocche, le conche di rame tirate a
martello e spesso decorate a sbalzo, avanzo di una
tecnica indigena antichissima; certe forme strane di
terraglie, boccali sopratutto, orci e scodelle grossolane,
ornate con vernici a fuoco a pochi colori, dal tono
incerto, che in Roma oggi si trovano appena nelle
botteghe degli antiquari, sono ancora in uso nei paesi
della Sabina, riguardo poi agli oggetti di rame battuto,
si può dire che ivi sono ancora comuni, benché il
loro costo sia tutt'altro che di poca entità in villaggi
così poveri.

Tali raffronti, che si potrebbero estendere a pia-
cimento, malgrado la quasi completa assenza in Italia
di ricerche sulla etnologia moderna ed antica, provano
che tra i grandi centri abitati più prossimi alle grandi
vie di traffico coi focolari di civiltà e quelli più pic-
coli e più lontani da quelle vie, sussistono effettiva-
mente delle gravi diversità nella facies civile, più
intensamente progredita nei primi, più largamente
conservatrice negli altri; ciò prova ancora che tali
diversità si estendono anche al materiale di uso quo-
tidiano. Quelle esistite nei tempi più antichi possono
quindi essere rivelate alle ricerche dell'archeologo dal
confronto dei gruppi di oggetti coevi rinvenuti nei
diversi luoghi. Ed appunto ad alcune di coteste di-
versità locali, notevoli fra il materiale archeologico
coevo sino ad ora esaminato, debbo ora accennare.

L'ossuario ad anse bine dell'Esquilino (flg. 42)
che si raffronta a quelli laziali, si distingue da questi
ultimi per la sua più gentile fattura, poiché è in
argilla figulina, mentre quelli sono in impasto nera-
stro. Gli askoi otriformi, i calefattori ed altri tipi
largamente introdotti a far parte di corredi nei se-
polcri a facies conservatrice, mancano o sono rarissimi
in Roma, e sono comuni invece nella regione più in-
terna del Lazio. Le tombe a facies più arcaica sino
ad ora note provengono da piccoli gruppi sepolcrali
di piccoli centri, esistenti nella regione interna mon-
tuosa, a Palombara cioè in Sabina, a Boschetto ed
altrove nei colli albani, mancano nelle necropoli dei
grandi centri, in specie nella valle del Tevere e presso
al mare. L'inverso invece avviene per i vasi impor-
tati in argilla figulina, quelli cioè submicenei a deco-

razione geometrica, per le fibule ad arco vuoto, per i
prodotti in ferro ed in genere per tutti quegli oggetti
od elementi industriali e civili la cui produzione, o la
cui diffusione nel Lazio si ricollega in qualche modo
ai commerci marittimi colle altre regioni del bacino
Mediterraneo. Cosicché l'impressione generale che si
riporta dal confronto del materiale della prima fase
della età del ferro rinvenuto in Roma e nei grandi
centri, e quello raccolto nei piccoli gruppi sepolcrali
coevi dei colli albani e sabini, è che nei centri più
popolosi, rivelati dalle estese necropoli, gli elementi
introdotti di recente dalle relazioni coll'oriente medi-
terraneo, fossero accettati in ben più larga misura di
quella che ci è rivelata dagli scavi nelle necropoli
degli abitati di minore importanza, o più lontani
dalle vie commerciali, rinvenuti sin qui nei colli al-
bani e nelle pendici dei monti sabini.

Si può invero opporre che questa impressione si
fonda in gran parte su dati negativi che i futuri scavi
potrebbero distruggere. Osservando che oggi ancora nei
paeselli più lontani dalla vita intensa e continuamente
in trasformazione che ferve nei grandi centri, non man-
cano gruppi sia pure poco numerosi di famiglie più
agiate o addirittura ricche, che in tutto cercano di
uniformarsi alla vita dei grandi centri, malgrado la
lontananza e le difficili comunicazioni, io sono indotto
a ritenere che una tale immistione di costumanze, di-
pendente da circostanze che sempre hanno ugualmente
agito sulla umanità, sia esistita anche nei tempi prei-
storici, e ritengo anzi probabile che altre tombe di
tipo progredito, come quella di vigna Testa, con
ricchi e svariati corredi, possano casualmente rinve-
nirsi nelle piccole necropoli dei colli albani e della
Sabina; ma ciò non distruggerà la distinzione più
generica alla quale ho accennato, poiché questa è
fondata sull'esame di un gruppo così numeroso di
elementi da darci arra sicura, che se potrà essere mo-
dificata in seguito nei singoli dettagli, in sostanza
resterà, poiché corrisponde alle leggi che regolano lo
sviluppo di ogni civiltà umana.

Materiale laziale corrispondente ai corredi romani
della seconda fase.

In Roma alle tombe della prima fase succedono
quelle della seconda; ed i caratteri peculiari di queste
 
Annotationen