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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0203

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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Gran parte del materiale scavato nell816el817
sul Monte Crescenzio, ed in specie quello raccolto poi
nel Museo di Berna, pubblicato dal De Bonstetten,
spetta alla seconda fase dell'età del ferro; ma è tutto spo-
radico, non potendosi ricostituire i corredi di alcun
sepolcro, nè i tipi presentano peculiare interesse ; l'im-
portanza di quegli scavi è limitata adunque alla storia
delle ricerche paletnologiche non soltanto nel Lazio
ma anche in tutta Italia ed in Europa, essendo quivi
nata allora con quegli scavi e colle conseguenti ricerche
del Visconti la scienza paleoetnologica.

Nel pianoro a sud di Rocca di Papa, al limite dei
campi di Annibale presso la via che costeggia il Monte
Cavo e nelle pendici del monte stesso, si ritrovarono
casualmente due tombe, le quali fanno certamente
parte di un più numeroso gruppo sepolcrale, apparte-
nuto forse all'antichissima Cabum, fiorita sul cacume
del monte che oggi ancora ne conserva, appena leg-
germente mutato, il nome. Una di queste tombe
consisteva in un pozzo assai profondo in cui giace-
vano delle ossa umane incinerite, protette da rozze
scaglie di pietra; l'altra era una fossa quadrata di
un metro di lato, nel fondo della quale, intorno ad
un ciottolo di lava, si rinvenne un ossuario, forse
quello edito nella tav. XVIII, tìg. 15, proveniente ad
ogni modo da questo gruppo sepolcrale, ed alcuni vasi
accessori d'importazione (').

Anche dalla vigna Trovalusci, vicino a Palazzolo,
insieme a vasi che possono riferirsi così alla prima,
come alla seconda fase dell'età del ferro, si ritrovò
una brocca a due anse sagomate, analoga a quelle di
vigna Caracci, certamente proveniente da tombe della
fase più recente.

Ma il materiale più caratteristico del secondo pe-
riodo lo hanno restituito le tombe a fossa di vigna
Cittadini, posta a sinistra dell'Appia per chi da
Roma si dirige ad Albano, e precisamente nella lo-
calità detta 1' Ercolano. Nel Museo preistorico di Roma
si conservano come provenienti da queste sepolture:
a) (cfr. p. 300, fìg. 117 e,d). Coppa a calotta sfe-
rica con labbra orizzontali, eseguita al tornio in argilla
figulina, cotta al forno ; sul fondo giallastro si nota una

stella a sei raggi e sulle pareti delle fasce, il tutto di-
pinto a guazzo con colore bruno.

b) Fondo di un vaso greco in argilla figulina, a
superficie giallastra, ornata con una zona di animali
ricorrenti dipinta in rosso.

c-d) Due tazze a doppia ansa verticale eseguite
in bucchero fino, prive di ogni ornamento.

e) Coppa a calotta con breve rientranza verso
la bocca e piccolo piede, munita di due anse oriz-
zontali ad anello, eseguita in bucchero fine, ornata
con una serie di ventagli semichiusi impressi a po-
intillé,

f) (cfr. p. 306, fìg. 120 o). Calice a fondo quasi
piatto e pareti troncoconiche, montato su breve piede ;
è ornato ai fianchi con solcature ottenute al tornio;
l'impasto è ben cotto e così pure l'ingubbiatura è di
aspetto rossastro.

Tomba CCXII. Non molti anni or sono approfon-
dendosi l'emissario del lago di Castiglione, non lungi
dall'Osteria dell'Osa, sull'attuale via Prenestina, si
rinvenne una tomba a fossa larga m. 1.10, lunga più
di 3 metri, profonda m. 2 dal livello antico del
suolo e m. 4,50 dal suolo attuale, completamente
riempita di sassi e terra ('). Nel fondo giaceva, entro
un sarcofago costituito da un tronco cavo di quercia,
sezionato pel lungo ed in parte guasto dagli operai
che lo ritrovarono, il cadavere umato di un individuo
adulto.

Continuato lo scavo con maggior cura si osservò
che nel vano della fossa, fuori del sarcofago e verso
i piedi del defunto erano aggruppati dei vasi, che in-
sieme al sarcofago stesso furono poi ceduti al Museo
di papa Giulio in Roma, ove si trovano ancora at-
tualmente.

Del materiale di corredo deposto col cadavere nel
sarcofago, delle fibule cioè e degli altri oggetti di
abbigliamento e di uso personale e delle armi, poi-
ché la tomba era certamente d' uomo, non si ha no-
tizia alcuna. Da persona del luogo presente allo scavo
ho appreso che allorquando si tagliò il coperchio del
tronco di quercia, apparvero vicino allo scheletro
degli oggetti di argento ; il mio informatore me li ha

(') Bull, del vulcanismo italiano, 1874, p. 103 e seg.; Bull,
comunale, tav. XI, fìg. 14.

(') Nat. scavi, 1889, pp. 83-84; Bull, com., 1903, p. 321
c seg., tavv. III-IV.
 
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