Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0212

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
411

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

412

cropoli del Lazio a quelle dell'Italia meridionale. Assai
di frequente nel Lazio la faccia anteriore delle anse bi-
fore, nelle tazze alle quali ho accennato or ora, era
ornata con delle striature o solchi orizzontali, che si
osservano anche in un esemplare cumano.

Cuma ha restituito alcune ciotole troncoconiche
con labbro rientrante ; alcune delle quali prive d'ansa,
altre munite di un manichetto ad anello piantato obli-
quamente sul labbro (tav. XXIV, tìg. 3), identiche a
quelle di S. Sebastiano e di Grottaferrata (tav. XX,
fig. 15); Suessola degli attingitoi (tav. XXIV, fig. 19)
e dei vasi simili, ma privi d'anse (tav. XXIV, lig. 12),
del tutto analoghi a quelli dell'Esquilino e dei colli
albani (cfr. tav. XXIII, tìg. 10) ed una brocca od or-
ciuolo con becco per versare i liquidi (tav. XXIV,
tìg. 8) simile ad un esemplare d'Ardea (tav. XXIII,
tìg. 17) ('). Da Cuma provengono inoltre un recipiente
otriforme con rilievo longitudinale forato sulla som-
mità del corpo, analogo agli esemplari laziali (2) (cfr.
tav. XXIII, tìg. 21) ; uno dei consueti rocchetti in ter-
racotta (tav. XXIV, tìg. 6) e delle fusaiole della me-
desima materia, una pentagonale, molte esagonali, una
quasi discoidale ed una sferica con solcature verticali
parallele all'asse forato; fuseruole simili si ritrovarono
pure nella necropoli di Torre del Mordillo (:ì). Dei
coperchi conici con fori intorno al margine, ritrovati
a Villa Cavalletti (4), sono del tutto simili a degli
esemplari cumani (tav. XXIV, tìgg. 25 e 27).

Ho già notato che la tecnica con cui furono fog-
giati questi vasi è identica a quella adottata nel
Lazio per eseguire il vasellame indigeno dozzinale in
impasto; alla identità della maggior parte delle forme
che si riscontrano nei vasi usciti sino ad era dai sepol-
creti dell' Italia meridionale, accede infine anebe la
perfetta somiglianza degli ornati. Le tazzette con ansa
semplice o bifora, hanno spesso il corpo ornato con
le consuete tre bugne equidistanti e colle solcature
oblique, così negli esemplari di Cuma come in quelli
laziali; la linguetta trapezoidale che in un esemplare
dell'Esquilino (tav. VI, fig. 13) sporge dalla attacca-
tura interna dell'ansa, è comunissima nelle analoghe

(1) Bull, com., 1900, tav. XIII, fig. 2.

(2) Bull di paletn., tav. XXV, p. 185 e seg'., fig. 1.
(*) Not. scavi, 1888, pp. 248, 249, 251, 255, 256, ecc.
(4) Not. scavi, 1902, pag. 187 e fig. 33.

tazze di Cuma, conservate oggi nel Museo preistorico
di Roma; le linguette triangolari piantate obliqua-
mente e colla punta in alto intorno al collo di un
vaso dell'Esquilino (tav. IV, fig. 4) e di altri di S. Se-
bastiano (tav. XIX, fig. 3), si ritrovano identiche ed
ugualmente disposte in un grande recipiente ed in
brocche ritrovate nei sepolcri di Cuma, conservate oggi
nel Museo preistorico di Roma. Infine anche l'orna-
mentazione a quattro ferri di cavallo rilevati ed equi-
distanti, già notata in un vaso dell'Esquilino (tav. VII,
fig. 2), si osserva in un fìttile della necropoli del
Sarno (•)•

Sopra le bugne si nota comunemente nei vasi
laziali una ornamentazione incisa ad angoli o a se-
micerchi concentrici, elemento cotesto che si ritrova
anebe in una tazza cumana; e del resto anche gli
altri ornati ad incavo che decorano i vasi scavati
nelle necropoli del mezzogiorno, tanto quelli eseguiti
a punta di stecco, quanto gli altri impressi a funi-
cella, tutti trovano esatti riscontri nei vasi laziali.

A raffronti strettissimi si presta pure l'esame del
materiale metallico. Le spade di bronzo rinvenute nel
suolo romano, già conservate nella collezione Ancona,
delle quali una provvista del suo fodero in lamina di
rame o bronzo e col puntale ornato con dei bottoni fusi
in bronzo (2), e così pure la spada di Pratica edita
dal Lanciani (:!), ripetono in sostanza il tipo della
daga prenestina rinvenuta nel sepolcro Bernardini (4)
e si raffrontano strettamente ad un esemplare di Torre
del Mordillo, ancora munito del suo fodero in lamina
enea, con puntale sferico fuso in bronzo (5). Spade si-
mili si rinvennero anche in Calabria, ad Ercolano,
nelle Puglie ; ed in genere sono comuni nell' Italia
meridionale (6). Altri esemplari, ma questi di ferro,

0) Bullettino di paletnologia ital.. 1901, p. 41 e seg.,
tav. Ili, fig. 2.

(2) Ancona, Le armi, le fibule e qualche altro cimelio
della sua collezione, Supplemento n. 23, esemplare lungo m 0,44
munito del relativo fodero; e n. 29 esemplare lungo m. 0,34.

(3) Jl/on. Lincei, XITJ, p. 165 fig. 6.

(4) Mon. List., voi. X, tav. XXXI, fig. 4; cfr. anche voi. XI,
tav. LX, fig. 19, ove è riprodotta una spada analoga di Corneto.

t5) Not. scavi, 1888, tav. XIX, fig. 11.

(*) Bull, di paletn., 1900, p. 191, fig. 1 ; Caylus, Recueil
d'antiq., voi. II, pi. XCÌII, fig. 1, e p. 324; Gargiulo, Rac-
colta dei monumenti più interessanti del Museo borbonico,
tav. LXV; cfr. Pigorini nel Bull, paletn. Hai, 1883, p. 100,
nota 89.
 
Annotationen