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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0214

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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identiche a numerosi esemplari rinvenuti in Cam-
pania f1).

Da Crichi nel Catanzarese e dal territorio di
Bari provengono delle fibule ad arco leggermente in-
grossato, ornato pure ad incisioni, colla molla ad un
solo giro e la staffa inginocchiata terminante a disco,
ornato con due zeta incisi (2), di un tipo che trova
pieno riscontro in esemplari laziali, editi già dal-
l'Undset, ed in alcuni di villa Cavalletti (3). Alcune
fibule laziali hanno l'arco schiacciato a martello, pie-
gato ad angolo e quindi laminato a disco per co-
stituire la staffa (tav. XI, fig. 5); degli esemplari
identici si ritrovarono a Suessola (4). Una fibula del-
l'Esquilino porta sull'arco tre ocarelle a tutto rilievo
(tav. XIT, fig. 27); il medesimo motivo ornamentale
si ritrova in un esemplare di Suessola (tav. XXIV,
fig. 1) (5), analogo anche per tipo a quello laziale. La
stessa decorazione si osserva in un'altra coli'arco
laminato, ornata a profusione con anatrelle fuse in
bronzo, in parte fisse all'arco, in parte pendenti dal
medesimo (6). Più di quest' ultima si avvicina all'e-
semplare suessolano ed a quello laziale prima citati
uno di incerta località dell'Italia meridionale, edito
dal Montelius (7).

Di poco differiscono da coteste fibule ad arco sempli-
cemente ingrossato, quelle dette comunemente a sangui-
suga, coli'arco pieno, o anche, come si osserva in alcuni
esemplari, vuoto, ma coll'anima interna di sostanze or-
ganiche, non estratte da una apposita apertura. Queste
ultime fibule, invero, preludiano ai tipi propri della
II fase, della età del ferro ; ma ad ogni modo sia che
vogliano attribuirsi a questa, sia che spettino a quella
precedente, sta il fatto che esemplari di cotesta cate-
goria si rinvennero così nei sepolcri dell'Esquilino, di

0) Bull, di paletti, ital, 1884, tav. Ili, fig. 3, p. 58; Mon-
telius, La civilisation primitive en Italie, I, ser. A, fig. 5.

(2) Not. scavi, 1902, p. 33 e seg. fig.

(3) Bull. 1883, p. 136 e seg., tav. VI, fig. 4; Not. scavi,
1902, p. 194, figg. Ili e 112.

(4) Mitth. d. k. deut. arch. Instit., Ròm. abth., 1887, p. 2.
L'esemplare edito dal Montelius, ser. A, pi. II, fig. 15, è di
incerta località.

(5) Not. scavi, 1878, tav. IV, fig. 6; Montelius, La civili-
sation primitive en Italie, I, serie A, pi. II, fig. 16; cfr. an-
che due esemplari assai simili editi nella tav. V, tigg. 36 e 37.

(6) Mitth. d. k. deut. arch. Instit., Ròm. abth., 1887, p. 250,
fig. 17.

C) Montelius, La civilisation primitive en Italie, I, A,
pi. V, fig. 36.

villa Spithoever e di vigna Testa, come in quelli di
Suessola. Alcuni esemplari provenienti da quest'ultima
necropoli sono ornati semplicemente a zone anulari
incise, che limitano delle fasce decorate con tratteggio
a spina pesce, o a denti di lupo ('); in altri esemplari
invece si osserva una serie di zone anulari rilevate,
limitate da solchi profondi ricavati a fusione, nelle
quali si notano i consueti elementi graffiti a bulino,
identici a quelli che si riscontrano nelle fibule laziali.

Le medesime difficoltà incontra chi voglia clas-
sificare le fibule coll'arco ad asticella rettangolare
di bronzo, rivestita con dei dischi d'ambra o d'osso di
diametro decrescente dal mezzo dell'arco alle sue estre-
mità, i quali dischi erano infilati all'asticella cui ho
accennato. Se ne rinvennero parecchi esemplari nella
necropoli dell'Esquilino (tav. XIII, fig. 13; tav. XIV,
fig. 2) ; altre provenienti dalle sepolture di Suessola,
si conservano oggi nel Museo preistorico di Roma.

Suessola (2) e Spezzano albanese hanno restituito
delle fibule di bronzo e di ferro, coll'arco laminato
ornato a giorno, e colla staffa a disco, del tutto ana-
loghe ad un esemplare dell'Esquilino.

Restano ancora da esaminare i tipi ad « arco rove-
scio ». La necropoli di Suessola ha restituito una fibula
coll'arco piegato a gomito verso la staffa (tav. XXIV,
fig. 13), come alcuni esemplari in ferro ed in bronzo
dell'Esquilino (cfr. p. 102, fig. 47); il tipo ad arco
rovescio, girato a spira ad ambo le estremità, verso lo
spillo cioè e dal lato dell'asticella che sopporta la
staffa (tav. XI, fig. 1 e tav. XX, fig. 19), è pur esso
comune nelle necropoli dell'Italia meridionale, a Sues-
sola ad esempio (tav. XXIV, fig. 11) (?), a dima (4),
a Torre del Mordillo (5), a Crichi in provincia di Ca-
tanzaro (6), a Palmi in Calabria (7).

Una varietà di questo tipo è l'esemplare di Sues-
sola, edito nella tav. XXIV, fig. 26 ed uno di Sala

(') Mitth. d. k. deut. arch. Instit., Ròm. abth., 1887, p. 250,
fig. 8. La molla a due giri convalida i dubbi esposti nel testo
riguardo alla fase cui deve riferirsi cotesto esemplare.

(2) Bull. Instit., 1879, p. 144; Mitth. d. k. deut. arch.
Instit., Ròm. abth., 1887, p. 251, fig. 2; cfr. anche fig. 1, esem-
plare cotesto di struttura alquanto diversa.

(3) Mitth. cit., p. 250, fig. 12.

(4) Bull, di paletn. ital., 1901, p. 185 e seg., fig. 13.

(5) Not. scavi, 1888, tav. XV, fig. 7.

(6) Bull, di paletn. ital., 1881, tav. IV, fig. 1.

(7) Rivista storica calabrese, III, p. 446; Bull, di paletn.
ital., 1900, p. 192.
 
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