Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0216

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
419 MONUMENTI PRIMITIVI DI

sferoidali di pietra vulcanica durissima, incavata qua
e là a disegni assai s;:i;plici e coi vuoti riempiti di
smalto policromo; sono identici ad alcuni esemplari
dell'Esquilino (cfr. tav. XIV, fig. 7).

Gli scarabei, di cui si conoscono esempi dell' Esqui-
lino (tav. XVI, fig. 30) (') e dei colli albani, (2) si
rinvennero anche a Suessola (3).

Il materiale proprio della prima fase della età del
ferro in Campania è ancora assai scarso e per giunta
di incerta classificazione; tuttavia il fatto che quasi
tutti gli oggetti a noi noti trovano pieno riscontro nel
coevo materiale del Lazio, giustifica completamente il
giudizio già esposto sulla strettissima affinità esistente
tra le facies civili indigene allora fiorenti nel bacino
del Tirreno a sud del Tevere.

Eiguardo al materiale proprio della seconda fase
della età del ferro, i confronti con quello uscito dagli
scavi nell' Italia meridionale sono egualmente evi-
denti, ma meno numerosi, mancando quasi comple-
tamente il materiale di raffronto.

Ad alcuni elementi di incertà età, che possono ri-
ferirsi così alla fase antica come a quella recente
della età del ferro, ho già accennato precedentemente ;
non mi resta quindi che ricordare brevemente gli altri.

La necropoli di Suessola ha restituito dei piatti
fìttili del tutto analoghi a quelli di vigna Caracci (cfr.
tav. XXI, fig. 11); uno di quelli (tav. XXIV, fig. 30),
col piede a ciambella e col labbro munito di due fori
per appenderlo, è ornato con quattro fasci equidistanti
di linee incavate, sul fondo esterno gira un cerchio
racchiudente una croce gammata, contornato da an-
goli radianti il tutto impresso « a funicella » con
tratti doppi ed approssimativamente paralleli ; l'altro
(tav. XXIV, fig. 18) munito dei consueti fori sul lab-
bro, è liscio e provvisto di un piede a tromba.

Una tazza a pareti cilindriche, col corpo legger-
mente convesso a calotta, su cui sono attaccate due
anse orizzontali ad anello e due linguette triangolari,
ha le pareti ornate a solchi orizzontali paralleli inca-

(i) Not. scavi, 1888, p. 132; Ann. Instit., 1885, p. 50.
(») Not. scavi, 1883, p. 341.

(3) Bull. Instit., 1879, p. 146; Mitth. d. k. cleut. ardi. Instit.
Rom. abth., 1887, p. 254.

MA E DEL LAZIO ANTICO 420

vati al tornio; la sporgenza alla giuntura delle spalle
col corpo è invece ornata con linee a spina di pesce
impresse « a funicella » ; sul fondo poi si nota una
linea spezzata ad angoli curvi, o a festoni, che ne
compie il giro e che è ugualmente impressa « a fu-
nicella » (tav. XXIV, fig. 31). Questa tazza, perciò
che riguarda la forma, è simile al vaso rinvenuto nel
sepolcro di via Principe Umberto (fig. 87); le anse
però sono di diverso tipo ed il piede di cui era prov-
visto l'esemplare laziale manca in quello suessolano.

Suessola, Cuma, e le necropoli sul Sarno hanno re-
stituito delle anforette col corpo sferoidale ornato con
costolature (') (tav. XXIV, fig. 2), o con solcature ver-
ticali (tav. XXIV, fig. 10), o con due bugne piantate
sulla sommità del corpo, comuni nelle tombe coeve
del Lazio, ove si ritrovarono anche dei vasi in im-
pasto ad ingubbiatura nerastra, ornati « a funicella »,
che imitano evidentemente quegli stamnoi di impor-
tazione, di cui si ritrovarono degli esemplari tanto in
Roma, quanto nei colli albani e nelle necropoli del
Sarno (2).

I bronzi campani spettanti con certezza alla II fase
sono troppo pochi per poter fondare un giudizio asso-
luto sui raffronti a cui si prestano con quelli laziali.

Degli ossuari metallici di Suessola ricordano quelli
fittili di S. Sebastiano (tav. XX, fig. 3) e di villa Caval-
letti (3) ; e le fibule, gli unici prodotti metallici usciti in
buon numero dalle poche necropoli a noi note dell'Italia
meridionale, trovando quasi tutte raffronti in quelle sca-
vate nel Lazio, lasciano perciò supporre con un certo
grado di probabilità che in quest'epoca la maggior
parte degli oggetti di ornamento ed uso, così nel Lazio
come in Campania, fossero foggiati alla moda greca,
onde la loro somiglianza completa in queste regioni,
ugualmente influenzate dai commerci coli'Eliade.

Quindi senza occuparci più a lungo di un tale
esame, che più si converrebbe ad un altro capitolo,
ci conviene di esaminare le relazioni esistenti fra il
materiale indigeno più comune nel Lazio e quello coevo
rinvenuto in Etruria e nelle valli tributarie del Tir-
reno, o geograficamente collegate con queste ultime.

(') Bull di paletn. ital., 1901, tav. Ili, fig. 1.
(*) Bull, di paletn. ital., 1901, p. 41 seg., tav. IV, fig. 3.
(3) Not. scavi, 1902, p. 161, fig. 48.
 
Annotationen