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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0220

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427

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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piene, ed un rasoio lunato, oggetti cotesti caratteri-
stici della facies progredita della prima fase della età
del ferro tirrena, che si ritrovano associati ad esempio
nella tomba del Guerriero di Corneto ('), cronologi-
camente vicina alla fase seguente e forse del principio
di quest'ultima. Così pure in alcune tombe a circolo
di Vetulonia, spettanti alla facies progredita della fine
di questa medesima fase, o del principio di quella se-
guente, si ritrovarono delle ascie a cartoccio pirami-
dale e dei coltelli serpeggianti con codolo ad asticella,
identici non solo agli esemplari di Grottaferrata e
Palombara Sabina, ma anche a quelli dei ripostigli
già menzionati dell' Etruria (2).

Oggi si sogliono invero spiegare dei raffronti ana-
loghi a questi ora citati, ammettendo delle persistenze
dei tipi arcaici ; ma le ricordate tombe del guerriero
a Corneto e quelle « a circolo » di Vetulonia sono
troppo ricche e provviste di suppellettile troppo pro-
gredita per poter ammettere nei loro corredi delle
così numerose infiltrazioni di tipi locali già caduti in
disuso; questi ultimi pertanto non si possono attri-
buire a tarde e quindi sporadiche persistenze di ele-
menti propri di una fase antecedente, ma provano
invece che proprio allora erano ancora comunemente
in voga; e da ciò ne emerge la contemporaneità di
quei sepolcri progrediti alla produzione metallica a
noi nota principalmente per i ripostigli di Piediluco,
Goluzzo e Limone, in cui quei bronzi si ritrovano
largamente.

Siccome poi ho già mostrato la evidente contem-
poraneità dei diversi ripostigli ai quali ho alluso, ed
in seguito ho esposto anche i raffronti, abbastanza
evidenti, coi corredi deposti nei sepolcri a facies con-
servatrice, dobbiamo da ciò trarre una conferma della
ipotesi precedentemente esposta e dedurne che effetti-
vamente anche i sepolcri dei piccoli centri con ma-
teriale di tipo conservatore, sino ad ora a noi noti,
quelli cioè di Poggio la Pozza, di Palombara Sabina,
di Boschetto e di Velletri, siano pure contemporanei,
nel senso più esatto che la scienza archeologica possa
oggi dare a cotesta parola, alle tombe a facies più

(!) Cfr. Mantovani, op. cit., tav. Vili, fisrg. 4, 5, 6; e Mon.
Instit., voi. X, tav. X b, fig. 13. Per il rasoio vedi appresso
nel testo.

(2) Vedi testo a p. 426.

progredita della la fase rinvenute nelle necropoli dei
grandi centri, a Corneto per esempio ed a Vetulonia
ove i floridi mercati, e le prossime vie principali di
commercio adducevano in più larga copia i mezzi di
scambio.

E poiché ho accennato alla questione delle persi-
stenze, osserverò che questa verte su dati non sempre
sicuri, in specie quando i termini del ragionamento
si fondano su elementi cronologicamente vicini l'uno
all'altro, e senza ben distinto distacco. Ad ogni modo,
almeno in linea generale, è però chiaro che con
maggior probabilità si possono supporre delle per-
sistenze allorquando si esaminino degli elementi di
gruppi conservatori, anziché di quelli progressisti; il
che è quanto dire più logico che dei corredi a facies
assai arcaica ma povera, possano essere più recenti di
quanto a prima vista potrebbe giudicarsi dal loro
aspetto, anziché far risalire a più remota antichità
dei corredi assai ricchi e svariati per un qualche ele-
mento di tipo arcaico che vi si ritrovi frammisto;
e credo che con ciò si possa fare ancora un passo in-
nanzi nella indagine cronologica che ho brevemente
riassunto e che tende a stabilire la posizione cronolo-
gica relativa dei gruppi archeologici ai quali ho alluso.

L'apparenza arcaica delle tombe sino ad ora note
della facies conservatrice, proprio per questa intrin-
seca loro qualità, non prova affatto una lontananza
cronologica dalle tombe agiate e progredite della fine
della prima fase della età del ferro rinvenute nei grandi
centri, malgrado le notevoli divergenze fra gli ele-
menti industriali in uso presso le famiglie alle quali
si debbono queste e quelle. Già il fatto che molti
elementi che si riscontrano nei ripostigli di Limone,
di Piediluco, del Coluzzo ed in quello di Vetulonia,
identici fra loro e certamente composti in una mede-
sima fase di civiltà, si ritrovano poi da un lato in
tombe progredite dei grandi centri, dall'altro in quelle
a facies conservatrice di Palombara, di Velletri, o
di Allumiere, prova la contemporaneità di questi
varii gruppi ora citati. Inoltre alcuni ossuari di Poggio
alla Pozza e quello di Grottaferrata (tav. XVIII, fig. 7)
per la forma dei loro coperchi mostrano di derivare,
più che dai pilei metallici delle tombe a facies pro-
gredita, come sino ad ora si ritiene generalmente,
dalla imitazione di quelli caratteristici di un certo
numero di vasi geometrici greci, la cui larga influenza
 
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