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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0221

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429

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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non incomincia nelle industrie locali del Tirreno che
alla fine della prima .fase della età del ferro, essendo
caratteristica della seconda, e ciò ci induce sempre più
a ritenere che quelle deposizioni a facies conserva-
trice alle quali ho accennato, siano avvenute in un
momento non lontano da quello in cui nelle necropoli
progredite dei grandi centri, alla prima fase dell'età
del ferro, ormai prossima al suo fine, stava per suc-
cedere la seconda.

Ciò è anche confermato dal fatto che a quel com-
plesso di svariati corredi funebri che ho attribuito
alla facies conservatrice ed a quella progredita, e che
sembrerebbero, per ciò che ho detto, avvicinarsi piut-
tosto alla fine della fase di civiltà di cui mi occupo,
corrispondono assai bene i ripostigli ai quali ho ac-
cennato ; mentre nessuno di questi ultimi sembra poter
risalire al momento in cui erano in uso la maggior
parte degli oggetti ritrovati nel ripostiglio di Tolfa,
il quale pertanto costituirebbe come l'indice dello
stato di civiltà fiorente all'alba della prima fase della
età del ferro.

La teoria più. logica sulla formazione dei ripostigli,
composti in genere di oggetti svariati, alcuni dei quali
potevano già essere andati in disuso quando si raccol-
sero, non varrebbe invero a sostenere la tesi che gli
oggetti ritrovati insieme a Tolfa abbiano etfettivamente
fatto parte della produzione metallica in uso in un
dato momento fra gli abitatori di quei luoghi. In questo
caso però quest'ultima supposizione è giustificata dal
fatto che nella valle del Fucino sono stati ritrovati dei
sepolcri contenenti appunto alcuni degli oggetti più ca-
ratteristici di quel ripostiglio, ed i cui corredi, nel loro
complesso, posti a raffronto con quelli più affini a noi
noti, quelli cioè di Poggio alla Pozza, e quindi anche
cogli altri coevi di Palombara Sabina e di Grottafer-
rata, presentano dei caratteri di maggiore arcaismo (').

D'altra parte anche i sepolcri del Fucino, come il
ripostiglio di Tolfa, non possono in alcun modo farsi
risalire oltre il principio della prima fase dell'età del
ferro, essendo certamente posteriori alla fine della se-
conda età del bronzo ; cronologicamente quindi si deb-

(') Notizie scavi, 1880, p. 125 e seg. Ciò è ammesso
anche dal Montelius, Preclassical Chronology in Oreece and
Italy, pi. IV, nel Journ. of. Anthrop. Institute, voi. XXVI,
pi. XVIII.

bono porre al principio della prima fase dell'età del
ferro, nella quale possono aver preceduto i sepolcri affini
di Palombara Sabina e di Boschetto e gli altri coevi
ai quali ho già più volte accennato e che adunque,
se queste induzioni colgono nel vero, rappresentereb-
bero in complesso, non essendo stati scavati certo tutti
in un medesimo giorno, la continuazione della facies
conservatrice, nella parte più recente di quella me-
desima fase.

Malgrado certi caratteri di antichità maggiore, nel
ripostiglio di Tolfa e nei sepolcri del Fucino si ritro-
vano molti tipi comuni anche negli altri ai quali ho ac-
cennato, per cui l'intervallo di tempo trascorso tra la
formazione di questi e di quelli non può essere grande.

Questi raffronti cronologici, che vengono a raffer-
mare le vedute già espresse in proposito riguardo alla
cronologia relativa dei corrispondenti sepolcri laziali,
meriterebbero invero una più larga dimostrazione, es-
sendo in contradizione coll'opinione comune degli ar-
cheologi, i quali sogliono classificare i vari gruppi co-
stituiti da un assieme di elementi usualmente associati,
seguendo il criterio sempre soggettivo e spesso arbi-
trario di un supposto indirizzo continuo nello sviluppo
delle forme e delle tecniche; ma ciò io ho largamente
discusso in un apposito lavoro, che spero di poter un
giorno o l'altro pubblicare; qui mi basta di aver accen-
nato alle principali scoperte alle quali si deve il mate-
riale archeologico tirreno submiceneo, o della la fase
dell'età del ferro, rilevandone le intime relazioni cro-
nologiche soprattutto in rapporto con un nuovo elemento
che deve largamente aversi presente in tali ricerche, ed
è che in un medesimo momento ed in una stessa re-
gione debbono essere fiorite delle facies civili diverse,
collegate l'una all'altra da elementi comuni, ma i
cui estremi debbono, malgrado ciò, di necessità pre-
sentare dei caratteri usualmente differenti, quali sono
quelli che distinguono le famiglie di diversa condizione
o coltura in un medesimo abitato; mentre altre cause
concorrono a differenziare gli elementi sociali corri-
spondenti in centri piccoli ed isolati da quelli grandi
ed economicamente più sviluppati.

Chiusa così questa parentesi, necessaria per stabi-
lire quale sia il materiale archeologico sul quale dob-
biamo istituire i confronti, e quali le corrispondenze
cronologiche, possiamo intraprendere l'esame compa-
rativo del materiale di corredo funebre della prima
 
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