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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0232

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451

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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periferia delle ruote di un carro (cfr. p. 146 c) rin-
venute nell' Esquilino trovano ugualmente riscontri
esatti nel materiale rinvenuto nelle coeve sepolture della
Toscana (').

I braccialetti d'argento del tipo di quelli editi nella
tav. XIV, fig. 14, gli anelli a trina (tav. XII, flgg. 12
e 13) (2) ed i tubetti affusati coi margini allargati, sono
comuni a nord ed a sud del Tevere (3) ; comuni sono pure
le punte di freccia in selce legate con filo di rame
e le ascie di pietra levigata portate a guisa di cion-
dolo od amuleto (f). Le ambre intagliate a pane o
a tubetto fusiforme, le perle forate di vetro azzurro (5),
le figurine in mezza porcellana che riproducono l'ima-
gine del dio Bes, rappresentate nella necropoli del-
l'Bsquilino almeno da due esemplari (tav. XVI, figg. 42
e 45), sono pure comuni in Etruria (G) ; l'esemplare dei
colli albani edito nella tav. XXIII, fig. 14, è simile
ad uno prenestino conservato nel Museo capitolino
(tav. XVII, fig. 5) e ad altri della collezione Nardoni
(tav. XVI, fig. 40) ; questi e quelli trovano riscontro in
esemplari di Corneto, di Vetulonia e di Narce ("). Le
figure umane o antropoidi sedute, edite nella tav. XIV,
figg. 28 e 31, sono simili ad esemplari raccolti nella
tombe vetuloniesi (8). Gli scarabei rinvenuti nella
tomba LXXII (e) ; ed un esemplare della collezione
Nat-doni (tav. XVI, fig. 30) sono in sostanza del tutto
simili a quelli ritrovati in gran numero a Corneto,

(1) Cfr. Gsell, Fouillcs, p. 414; Falchi, Vetulonia, p. 115,
tav. IX, fig. 13; J/on. Lincei, Vili, p. 189 (6); per le fibule
ad arco rovescio del territorio falisco vedi : Museo di papa
Giulio, n. 5675; per la borchia in ferro, come quella edita nella
tav. V, fig. 16, cfr. Museo freisi, rom., Bisenzio, tomba XIII
e Museo di papa Giulio, esemplare prov. da una tomba falisca.

(2) Mon. Just., XI, tav. LX, figg. 8 e 9.

(3) Cfr. tav. XIV, fig. 9 e Falchi, Vetulonia, tav. VII,
fig. 1; tav. XV, fig. 25.

(4) Bull. Inst, 1878, p. 227 e seg. ; Cardella, Catalogo del
museo civico di Orvieto, p. 48 e seg.; Bull, paletn, 1895,
p. 173; Not. scavi, 1895, p. 335.

(5) Ann. Inst., 1884, p. 138; Mon. Lincei, IX, p. 382,
tav. IX, fig. 14; Mitth. d. k. deut. arch. Inst., Ri'm. abth., 188G,
p. 26 e seg.; 1887, p. 156; Not. scavi, 1886, pp. 254, 255, 259,
265 ; Mon. Lincei, Vili, p. 178, fig. 33 ; Mon. Inst., X, tav. X d,
fig. 19; Museo di papa Giulio, n. 5518.

(6) Not. scavi, 1889, p. 158, fig. non numerata; Mon. Lin-
cei, IV, tav. IX, fig. 53; Falchi, Vetulonia, tav. VI, fig. 24 e
tav. Vili, fig. 7.

(7) Mon. Lincei, IV, tav. IX, fig. 52; Bull. Inst., 1882,
pp. 114 e 216; Not. scavi, 1882, p. 185, tav. XIIIbis, fig. 10;
Falcili, Vetulonia, tav. VI, fig. 24.

(») Falchi, op. cit., p. 101, tav. VII, fig. 4, ed VIII, fig. 8.

a Bisenzio, a Vetulonia, a Vulci('); le arette minu-
scole rinvenute nell'Esquilino e conservate nella col-
lezione Nardoni (cfr. tav. XVI, figg. 36 e 43) si rin-
vennero anche a Narce (2).

Anche altri oggetti, che, come questi ultimi, deb-
bono attribuirsi ai commerci di importazione piuttosto
che alla produzione locale, si ritrovarono così in To-
scana come nel Lazio; ma sopra tali raffronti non
debbo qui estendermi dettagliatamente, dovendomene
occupare più estesamente nel capitolo in cui tratto
delle relazioni commerciali.

Nella seconda fase della età del ferro i riscontri
sono assai più numerosi, la moda ed il gusto per gli
elementi greci essendosi allora infiltrati quasi ovunque
nel bacino del Tirreno.

Ho già accennato all'impossibilità assoluta di poter
distinguere nettamente i sepolcri più tardi della prima
fase da quelli più recenti della seconda, non esistendo
fra questa e quella alcun distacco netto nello sviluppo
civile, ma dovendo invece attribuirsi la civiltà carat-
teristica della seconda fase allo sviluppo di elementi
la cui prima introduzione dovette, almeno in parte,
avvenire nella fase immediatamente antecedente.

Le tecniche adottate dai figlili latini nella II fase
della età del ferro sono identiche così a nord come
a sud del Tevere ; sono comuni infatti i vasi in impasto
ingubbiato e ben cotto, colla superficie rossa, talora ri-
vestita di una scialbatura bianca, sulla quale furono
eseguiti degli ornati a pennello in rosso ; e così pure
quelli grossolani in impasto ad ingubbiatura nera,
con ornati graffiti riempiti di bianco ed i buccheri
indigeni cogli ornati graffiti riempiti pure di sostanza
bianca, o più spesso d'ocra rossa. Una oinochoe falisca
di quest'epoca ha il corpo ornato con fenditure trape-
zoidali, originariamente chiuse da tasselli di altra ma-
teria, come la tazza romana edita nella tav. Ili, fig- 9.

L'anfora dell'Esquilino(tav. IX, fig. 17), trova esatti
raffronti in esemplari di Veio e del territorio falisco,

0) Bull. Inst., 1870, p. 56; 1874, pp. 56 e 57; 1877, p. 59;
Not. scavi, 1882, pp. 183, 194, 197; 1888, p. 181; Helbig, Das
homerische Epos, p. 30 ; Ann. Inst., 1885, p. 207 e seg.; Mitth.
d. k. deut. arch Inst.. 1886, p. 32; Not. scavi, 1887, p. 522,
tav. XIX, figg. 4 e 5; Falchi, Vetulonia, tav. V, figg. 10,12 ecc.

(*) Mon. Lincei, IV, tav. IX, fig. 16.
 
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