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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0233

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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provenienti da tombe che anche per i restanti cor-
redi sembrano doversi attribuire alla seconda fase
dell'età del ferro ('); lo stesso deve dirsi dell'olla
della tomba Brancaccio (tav. Ili, fig. 18), di quelle del-
l'Esquilino (tav. VII, fig. 12) e dell'Argileto (fig. 120 g),
identiche ad esemplari di Veio, Orvieto, Vulci e Ve-
tulonia(2). La cista in argilla figulina ornata con pit-
tura a guazzo, come mostra la tav. XVII, fig. 2, che,
secondo le indicazioni fornitemi dal comm. Castel-
lani, proverrebbe dal territorio prenestino e probabil-
mente dalla necropoli stessa della omonima città, è di
una forma analoga a quella di alcuni esemplari di Vulci
e di Vetulonia (3) ; il tripodetto fittile di Palestrina,
pubblicato nella tav. XVII, fig. 4, ornato, come mostra
la riproduzione, con colore a guazzo rosso-bruno, è si-
mile ad un esemplare falisco inedito ; il cantaro graffito
(tav. XVII, fig. 7), è identico quasi a degli esemplari
rinvenuti in buon numero nel territorio falisco (4) ; l'at-
tingitoio riprodotto nella tav. XVII, fig. 6, pur esso pro-
veniente da scavi nel territorio prenestino, è di un tipo
comune nell' Etruria; le anforette in bucchero indigeno
col corpo sferico o sferoidale, di regola ornato con una
doppia spirale fra fasci obliqui di linee incise e con
ornati supplementari e svariati al disopra dell'orna-
mento centrale, comuni nelle tombe dell' Esquiliuo e
dell'Argileto (cfr. tav. VIII, fìgg. 3, 5, 13 e pag. 304,
fig. 120 k), si ritrovarono a Cervetri, a Veio, a Chiusi
ed a Vulci (5) ; le tazze a corpo sferico schiacciato, con
anse doppie ritorte a fune, di cui ha restituito due

(') Museo preist. rom., tomba inedita di Veio ; Mon. Lincei,
IV, p. 281, fig. 136.

(2) Not. scavi, 1889, p. 61; 1887, p. 370, tav. XI, fig. 19
(esemplare dalla forma alquanto modificata ritrovato in un se-
polcro del VI secolo); Gsell, Fouilles, pp. 275, 477, pi. I, fig. 1 ;
Not. scavi, 1885, tav. Vili, fig. 6 (esemplare in impasto or-
nato e graffito).

(3) Gsell, Fouilles, p. 376 (in impasto); Not. scavi, 1895,
p. 306, fig. 19 (in argilla figulina giallastra come quella del-
l'esemplare prenestino, ma ornata con cordoni rilevati).

(*) Mon. Lincei, IV, p. 209, fig. 94 b.

(5) Esemplari di questo tipo provenienti da Cere si conser-
vano nel museo di Peggio ; uno in argento proveniente dal se-
polcro Pegulini Calassi è edito nel Museo etrusco gregoriano, I,
tav. XIX, fig. 8; Mon. Lincei, IV, p. 232 e seg.; Not. scavi,
1885, p. 511, tav. XV, fig. 2 (esemplare con scrittura granita) ;
1889, p. 156, fig. 9, un esemplare veiente della collezione Cam-
pana identico quasi a quello romano edito nella tav. VIII, fig. 5
è pubblicato dal Pottier, Vases antiques du Louvre, pi. XXV,
C, p. 551 ; Lindensclnnit, Das rómisch-german. centrai Museum,
pi. XLIII, fig. 16; Gsell, Fouilles, p. 371.

esemplari la necropoli esquilina (tav. VII, fig. 1), pro-
vengono anche da Corneto, da Bisenzio e da Vulci (•)•

L'anfora di Gabii (2) è del tutto simile ad esem-
plari di Veio, conservati nel Museo preistorico di Roma,
e ad altri del territorio falisco (3) e di Saturnia.

Le tombe dell'Esquilino e quelle dell'Argileto
hanno restituito degli sciti in bucchero indigeno de-
corati a graffito (tav. X, fig. 16 e pag. 306, fig. 120?);
altri simili provengono dai sepolcri coevi di Corneto,
Narce, e Vulci (4). Un piattello di Gabii è identico ad
un esemplare trovato a Falerii (5); i calici dell'Esqui-
lino e dell'Argileto a pareti troncoconiche, fondo con-
vesso e piede a ciambella, o con alto fusto (cfr. tav. X,
figg. 8 ed 11, p. 300, figg. 117» e 306, fig. 120 6) si
ritrovano a Veio, a Falerii, a Corneto, ad Orvieto ed
a Vulci ((i).

La fruttiera o presentatolo di Gabii (p. 400, figu-
ra 142 g), analoga del resto a quella del sepolcro esqui-
lino di via Principe Umberto (CXXVII g e fig. 87),
è simile ad esemplari falisci (") ; quella dei Liguorini
(tav. VIII, fig. 18) è del tutto analoga ad un esemplare
ritrovato nel sepolcro Campana a Veio (8). La forma
caratteristica dell'attingitoio persiste nella fase più re-
cente dell'età del ferro, nella quale però è alquanto
ingentilita. Un esemplare di quest'ultima forma è for-
nito dal sepolcro di Gabii, altri da Palestrina (tav. XVII,
fig. 6), Corneto, Orvieto, Vetulonia, Vulci e Chiusi (9).

(') Bull. Inst., 1884, pp. 15, 119; Ann. Inst., 1884, p. 176;
Mon. Inst., XII, tav. Ili, fig. 13; Bull. List., 1885, p. 123;
Not. scavi, 1886, p. 301; Gsell, Fouilles, p. 352.

(«) Cfr. p. 396, fig. 141 b e Bull, com., 1903, tav. XI, fig. ?.

(3) Mon. Lincei, IV, p. 307, fig. 156.

(*) Mon. Lincei, IV, p. 287, fig. 143; Gsell, Fouilles, p. 372.

(5) Mon. Lincei, IV, tav. VI, fig. 13.

(6) Campanari, Descrizione dei vasi di Veio, tav. A, terza
fila; Micali, Mon. ined., tav. XXVII, fig. 4; Mon. Lincei, IV,
tav. VI, figg. 9 e 10; Not. scavi, 1880,tav. XVI, fig. 12; Gsell,
Fouilles, p. 470 e seg.

(7) Mon. LÀncei, IV, p. 201, fig. 87. Riguardo alle fruttiere
laziali già citate quella di Gabii spetta certamente alla seconda
fase dell'età del ferro e probabilmente anebe il citato esemplare
esquilino deve riferirsi alla medesima età; era invero associato
ad una bacinella di un tipo esaminato nel paragrafo in cui mi
occupo dei corredi della prima fase, ma in questo ed in altri
casi analogbi bisogna tener conto di ciò ebe ho esposto in
principio del presente paragrafo sulla assoluta impossibilità di
distinguere sicuramente gli oggetti appartenenti a ciascuna
delle due fasi consecutive della prima età del ferro.

(s) Pottier, Vases antiques du Louvre,!, pi. XXIII, fig: C,25.
(9) Gsell, Fouilles, p. 370; Mon. Lincei, IV, tav, VI, fig. 8.
 
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