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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0249

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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« Materiali simili furono raccolti anche in fondo
alle capanne ellittiche, tranne cbe in una, ove si sco-
prirono, ancora in posto e complete, sebbene lesionate,
tre oinochoai italo-geometriche di argilla figulina
giallo-chiara con decorazione a linee nere formanti
metope sul collo e zone orizzontali sul corpo (!). In-
sieme con esse si trovò uno skyphos sottilissimo della
medesima arte (cfr. la fig. 9 della tav. IX), con fasce
orizzontali rosse ; un lebete di lamina di rame, e un
oinochoe pure di metallo tirato a martello d'un sol
pezzo e con ansa striata, fusa, applicata mediante chio-
datura (2). Anche in una capanna quadrata si trova-
rono in sito: una oinochoe, uno skyphos e un ary-
ballos (cfr. per la forma la fig. 10 della tav. IX) tutti
e tre di fabbrica italo-geometrica riproducente note
forme protocorinzie.

« Oltre agli avanzi del vasellame, le capanne
esplorate diedero parecchi altri oggetti di uso dome-
stico, alcuni utensili da lavoro e perfino alcuni orna-
menti.

« Ricorderemo soltanto : i focidi o fornacelle porta-
tili di terracotta, munite di fondo traforato; le ma-
cinelle da cereali costituite da una lastra di basalto
duro e poroso, sulla quale si faceva scorrere con mo-
vimento alternativo un altro pezzo di basalto di forma
allungata e convessa ; i rocchetti (cfr. per la forma la
tav. XVII, fig. 10) e le fuseruole fittili (cfr. la fig. 16
della tav. XVII); e infine alcuue fibule di bronzo a
navicella e ad arco ingrossato (cfr. per la forma la
fig. 18 della tav. XIV).

« Nei focolari si trovarono spesso, insieme alla ce-
nere, ai carboni e ai frantumi di stoviglie, dei piccoli
ciottoli tondeggianti di basalto e specialmente di si-
lice, tutti portanti profonde tracce dell'azione del
fuoco.

« Nei focolari, e sul piano delle capanne, si rac-
colse una gran quantità di ossa spezzate, appartenute
agli animali che servirono di nutrimento agli antichi
satricaui.

« Le abitazioni descritte, nelle quali rimasero og-
getti di relativo pregio, quali i vasi italo-geometrici,

(1) Cfr. tav. IX, fig. 12.

(2) Per la forma cfr. l'oinochoe in argilla figulina a deco-
razione geometrica dipinta, citata precedentemente (tav. IX,
ng. 12).

e i recipienti di rame, in gran parte provenienti da
lontani paesi, vennero forse abbandonate in seguito a
un incendio.

« I materiali d'importazione forniscono, meglio degli
altri, degli elementi sicuri di riferimento cronologico
e ne possiamo dedurre che queste capanne furono abi-
tate presso a poco fino al VII secolo, cioè fino al
tempo al quale si deve riferire la prima stipe votiva
rinvenuta nel tempio della Madre Matuta.

« È difficile stabilire in quale età fossero sorte le
prime abitazioni satricane; però, data la correlazione
che deve esistere, e che effettivamente si riscontra,
fra i materiali delle capanne e quelli delle tombe
scoperte attorno alla città, la soluzione della que-
stione può venir facilitata da opportuni confronti.

« Basterà qui ricordare che i più antichi sepolcri
satricani finora scoperti contengono fittili aventi per-
fetto riscontro in molti fra i più rozzi delle capanne.
Inoltre tali sepolcri, e per la forma, e per la suppel-
lettile, sono identici a quelli di Caracupa, con uguale
prevalenza del rito della inumazione su quello della
cremazione.

« Non si deve tuttavia dimenticare che anche in
tempi molto più tardi, gran parte del vasellame di
fabbricazione locale usato nelle capanne di Satricum
conservava le stesse forme tipiche primitive e lo stesso
carattere di grande arcaicità, pur trovandosi associato
coi più fini prodotti dell'industria ceramica della
Grecia e dell' Italia meridionale.

« In un'epoca successiva, nel luogo delle antiche
capanne, vennero elevate delle case quadrate; ma queste
non erano più parzialmente incassate entro terra, ma
completamente elevate sopra la superficie del suolo.
Le fondazioni, molte delle quali intersecano gli antichi
focolari, sono costituite da uno o più filari sovrapposti
di tufo lavorato e terminano superiormente con un
piano orizzontale. Si trovarono quasi tutte in posto ed
integre.

« Molte assomigliano a dei piccoli tempi in antis,
cioè con un pronao compreso fra due ante sul prolun-
gamento dei muri della cella; nè quelle case dovevano
raggiungere un'altezza molto diversa da quella di tali
tempi, come lo provano due simulacri di abitazione
rinvenuti nella seconda stipe del santuario della Madre
Matuta, i quali mostrano il prodomo e la parete divi-
soria, in mezzo alla quale è la porta.
 
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