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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0250

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monumenti primitivi di roma e del lazio antico

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« Alcune abitazioni hanno pianta meno semplice di mentre dai dati linguistici e tradizionali trasparisce

quella indicata; ma difficilmente si riuscirebbe a ri- anche l'affinità delle famiglie che l'abitavano, dimo-

conoscere la destinazione dei vari locali. stra all'evidenza, mi pare, che anche l'architettura

« Sulle fondazioni di tufo si elevavano certo le pa- privata dovette essere simile ovunque ; i dati raccolti
reti di terra argillosa e strame come quelle che aveva nel territorio falisco sono dunque importantissimi a
lo stesso tempio della locale divinità tutelare. Il tetto, tale riguardo e ci danno una idea chiara ed esatta delle
come lo indicano i simulacri, doveva essere a due pio- capanne e delle abitazioni latine della II età del ferro,
venti ; ma poteva esser coperto sia di paglia, cannucce Ciò è anche confermato dal fatto che se si pongono
o altra materia vegetale adatta, convenientemente di- a raffronto cotesti dati con quelli desunti dallo studio
sposta, sia di tegole. Dell'una e dell'altra struttura delle urne fittili a capanna non si nota alcuna con-
ci fanno testimonianza i simulacri medesimi. tradizione, e se gli elementi di raffronto sono pochi

« Questa struttura della casa, cioè la casa quadrata, ciò si deve unicamente al fatto che gli scavi ci hanno

con fondazione di materiali solidi, venne in uso in un restituito soltanto i fondi delle capanne, mentre le

periodo molto più recente di quello in cui intorno alla urne laziali ne riproducevano quasi esclusivamente la

favissa primitiva furono elevate le mura del primo parte alta e visibile.

sacrario della Madre Matuta. Tale struttura restò poi Sino ad ora sono stati presi in esame soltanto quei

in uso fino a che Salricum rimase abitata. pochi elementi fondamentali che emergevano dai dati

« Sembra probabile che vi sia stata una disconti- di fatto raccolti negli scavi eseguiti nel Lazio stesso

nuità nella successione cronologica dei due tipi così e nelle regioni immediatamente confinanti, o che sono

diversi di abitazione, l'uno col piano più basso e l'altro illustrati dalla tradizione; ma alcuni altri elementi

col piano più elevato della superficie del suolo. Forse secondari, che di necessità sfuggono alle ricerche po-

le capanne durarono finche rimase in piedi il più an- sitive dell'archeologo, possono in parte dedursi con un

tico tempio, cioè verso la fine del VII o il principio certo grado di probabilità, anche dall' esame delle

del VI secolo. Uno stesso incendio o una medesima loro persistenze sia negli analoghi monumenti, sia

invasione nemica distrusse forse il tempio della Dea nelle tradizioni di età più recente,

e le capanne degli abitanti. Ma il tempio, a quanto II Patroni, dal confronto delle notizie lasciateci

pare, risorse non molto dopo sulle sue rovine; e forse dagli antichi scrittori sull'atrio della domus romana,

più tardi nuovi abitatori vi eressero intorno le loro con le case rinvenute a Pompei, distinse le abita-

case quadrate. Di queste non conosciamo altro all' in- zioni per lo più a pianta curvilinea, chiuse, munite

fuori delle fondamenta e delle tegole che coprivano di fenestra, da lui ritenute di tipo nordico, da quelle

molte di esse. in cui la parte più importante quasi, o almeno la più

« L'aratro spazzò via e rimescolò ogni residuo del frequentata era costituita dall'atrio, cioè dal cortile,

vasellame fittile che vi fu lasciato dagli abitanti. secondo la più antica e probabile interpretazione di

B. Mengarelli. quella parola ; intorno al quale atrio, sorgevano i vari

reparti necessari all' azienda famigliare, collegati e di-

Da ciò che premetto risulta che i dati raccolti fesi da un unico muro di cinta, che col cortile riu-

negli scavi del territorio falisco concordano pienamente niva quegli elementi sparsi in un solo complesso or-

con quelli osservati a Conca nel Lazio aggiunto. A ganico, la domus (').

parte la questione della relazione cronologica fra le Non è qui il luogo opportuno per discutere la

capanne a pianta curvilinea o quadrata incavate nel maggior parte delle teorie espresse dall'autore sulla

suolo (^quelle sopra terra colle fondazioni in tufi squa- origine e lo sviluppo di quest' ultimo tipo di abita-

drati, della quale mi occuperò in seguito, la piena zione, tanto più che in un punto solo mi sembra

corrispondenza cui alludo in due territori vicini fra cui possano trovarsi a contatto con queste, esclusivamente
giace il Lazio, col quale formano anzi un'unica re-
gione geografica ed ove sappiamo dai dati di scavo

che fiori una civiltà essenzialmente simile ovunque, (*) Rendic. Acc. Lincei, ci. se. mor., 1902, p. 167 e seg.
 
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