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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0271

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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lìto a contorno col corpo punteggiato (tav. Vili, fig. 5),
elemento decorativo cotesto che si riscontra anche sul
coperchio di una fruttiera rinvenuta nel sepolcro dei
Liguorini (tav. Vili, fig. 15), riempito con linee a
tratteggio obliquo nella pisside della tomba CXXVIII
(tav. VIII, fig. 6). o con linee spezzate in un' altra
anforetta (tav. VIII, fig. 13). Un fittile gabino porta
incisi dei serpenti e dei cavalli in moto, eseguiti col
corpo di profilo e la testa di faccia, disegnati a sem-
plice contorno graffito, col corpo punteggiato ; soltanto
la tazza prenestina, edita nella tav. XVII, fig. 7, mostra
uno sviluppo maggiore di quest'arte, essendovi graf-
fito un cavallo tutto di profilo. Servono di riquadro a
queste decorazioni più libere delle linee ricorrenti che
insieme ai più vecchi motivi, al meandro cioè, alle
linee spezzate, alle linee punteggiate, alla decorazione
a spina di pesce, ed ai denti di lupo, ed ai triangoli
ripieni per lo più di punti, costituiscono i mezzi or-
namentali più comuni di cui soleva disporre il figulo.

Riguardo alla decorazione incavata nella massa
plastica, o rilevata dalla medesima, gli elementi che
la compongono sono assai scarsi e si limitano alle
consuete bugne per lo più schiacciate, talora incavate,
o con un disco impresso nella loro sommità, intorno
alle quali bugne e superiormente ad esse girano delle
solcature a semicerchio, che in sostanza riproducono
un elemento decorativo comune anche nella ceramica
più dozzinale. Oltre a queste scanalature, che spesso
occupano completamente le spalle del vaso (cfr. ad
esempio la fig. 14 della tav. VIII), assai di frequente
se ne notano altre irradianti dalla attaccatura del
corpo, disposte spesso a fasci isolati, in modo da ri-
produrre sulle spalle del vaso una specie di decora-
zione a metope liscie o munite di bugne, e triglifi
(tav. VIII, fig. 8), e talora invece continui, nel qual
caso le spalle sembrano ornate da costolature o bac-
cellature di un bell'effetto (tav. Vili, figg. 2,12 e 17).
La decorazione impressa si limita ai dischi semplici,
o con rilievi circolari concentrici.

Nelle anse poi, oltre alla consueta solcatura oriz-
zontale della faccia anteriore, comune nelle tazze ad
ansa bifora (cfr. tav. Vili, fig. 8 e 7), la quale trova
riscontro anche nella ceramica dozzinale, si osservano
delle sagome ad angoli (tav. Vili, fig. 17), comuni
sopratutto nelle brocche del tipo di quelle edite nella
tav. XXI, fig. 1 e 3, caratteristiche pur esse del Lazio ;

Monumenti Antichi — Vol. XV.

in alcuni esemplari di quest'ultima forma vascolare
si notano delle alette elicoidali rilevate (cfr. tav. Vili,
fig. 2), disposizione cotesta di cui non si ha traccia nel
vasellame laziale più antico, mentre invece dei rilievi
elicoidali si notano in alcuni prodotti in bronzo del
ripostiglio di Piediluco, ciò che, sia detto di passaggio,
conferma le mie vedute cronologiche riguardo a quel
ripostiglio che nel suo complesso, salvo naturalmente
le eccezioni dovute alle persistenze usuali o casuali
di tipi più antichi, ci rivela in quale stadio fosse l'arte
metallurgica locale nella seconda fase della età del
ferro.

E indubitato che i tipi più originali, e quindi la
più svariata produzione della classe di cui mi occupo,
deve riferirsi al secondo periodo della età del ferro,
alla quale spettano ed i vasi greci e le lamine metal-
liche da cui si desunsero molti elementi decorativi,
ed i buccheri fini dai quali si imitò la decorazione
caratteristica a punte di diamante, che si nota ad
esempio in una kilix edita nella tav. Vili, fig. 11
ed infine la tecnica adottata per ottenere cave le sfere
sovrapposte quali punti di presa ad alcuni coperchi,
la quale tecnica è certamente imitata dalla metallurgia
del periodo geometrico greco progredito, come i rilievi
elicoidali già notati trovano riscontro nei bronzi di
Piediluco, poiché i prodotti metallici più antichi in
cui si nota la adozione delle anime di sostanze orga-
niche per ottenere cavi nell' interno dei corpi volumi-
nosi per renderli cosi relativamente leggeri, sono ap-
punto le fibule a sanguisuga e quelle con sfera cava
nell'arco rinvenute ad Olympia, le quali, come lo
prova un esemplare ritrovato a Montarano nel terri-
torio falisco (*), si diffusero in Italia soltanto nel pe-
riodo in cui era più largamente di moda il vasellame
geometrico greco, quindi la loro diffusione e più ancora
l'imitazione della tecnica colla quale erano state ese-
guite da parte dei fonditori in bronzo e dei figuli la-
tini spetta al pieno secondo periodo della età del ferro
laziale. Vari elementi adunque tutti di grande valore
cronologico, concorrono a dimostrare che le forme più
originali ed in genere il grande sviluppo del bucchero
indigeno spetta appunto alla fase più recente della età
del ferro.

(') Mon. Lincei, IV, p. 222; fig. 99 r.

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