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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0272

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531 MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO 532

Ciononostante è assolutamente evidente che la prò- Per ciò che in genere riguarda la tecnica adunque,
duzione del bucchero indigeno, così di quello a super- è certo che i buccheri indigeni non costituiscono nel
ficie cotta e quindi rossa, come dell'altro ad ingubbiatura secondo periodo della età del ferro laziale una in-
cruda e nera, non costituisce affatto una fase di tran- novazione recente nelle manifatture locali ; per ciò
sizione dalla fabbricazione della ceramica grossolana che riguarda le forme invece si nota lo stesso fatto
a quella del bucchero fino, come alcuni ritennero il- osservato sulla origine degli ornati, cioè una larghis-
lustrando alcuni esemplari di cotesta classe, detti al- sima e libera imitazione dei vasi metallici, soprattutto
lora di « bucchero italico », rinvenuti nell'Etruria, di quelli in metallo prezioso, e dei prodotti ceramici
o dissertando sulle origini del bucchero fino; poiché cipriotti, greci a decorazione geometrica, o corinzi;
una serie di elementi comuni a cominciare dalla tee- mentre invece le stoviglie grezze sono senza confronto
nica, identica nelle due classi, e che si osservano più legate e per le forme e per la decorazione alle
inoltre tanto nelle forme, quanto negli ornati, già tradizioni industriali delle età precedenti. Ciò è pie-
tenderebbe a dimostrare la contemporanea produzione namente d'accordo con quello che si osserva ovunque
di vasi di ambo le classi: cotesta induzione è poi in casi analoghi. A Roma, per esempio, oggi ancora
avvalorata dal fatto che nel primo periodo della età le fabbriche di Transtevere, che lavorano per il basso
del ferro la civiltà laziale ci si manifesta già troppo ceto, producono vetrerie e terraglie grossolane, le quali
sviluppata per poter supporre che l'industria figulina, conservano invariati numerosissimi tipi e decorazioni
una delle più utili e diffuse, non fosse allora in grado già in uso almeno nel secolo passato, mentre le con-
dì produrre nulla di meglio dei rozzi vasi descritti nella temporanee fabbriche che producono manufatti più fini
categoria antecedente. Infine a questo riguardo è da no- e di maggior costo creano, di continuo si può dire, tipi
tarsi che dei prodotti di bucchero indigeno effettiva- e decorazioni nuove in armonia coi bisogni e colla
mente si ritrovarono associati a materiale grezzo, in cor- moda mutevolissimi nel medio e nell'alto ceto cui
redi che possono benissimo riferirsi al primo periodo sono destinati.

della età del ferro. La determinazione del luogo di fabbrica di co-
Certo poi se non nel Lazio, ancora inesplorato a testi fìttili non può facilmente desumersi dall'esame
questo riguardo, nelle regioni italiane archeologicamente microscopico delle argille, abbastanza depurate e prive
meglio conosciute si rinvennero già negli strati della quindi della maggior parte di quegli elementi etero-
età del bronzo dei prodotti in « bucchero indigeno », genei, la cui associazione serve principalmente a de-
tecnicamente del tutto analoghi a quelli laziali ed terminare i giacimenti da cui provengono, peraltro il
ugualmente associati a ceramiche grossolane ; infine non fatto che soltanto pochi tipi riprodotti con questa
soltanto in Italia, ma anche altrove nel bacino del Medi- tecnica più accurata si ritrovano diffusi quasi ovunque,
terraneo, il bucchero indigeno non è raro nelle sepolture mentre la maggior parte, la brocca per esempio ad
e nelle stazioni dell'età del rame e perfino in quelle anse sagomate o con alette elicoidali, alcuni tipi di
in cui, mancando ogni traccia di materiale metallico, fruttiere, le anforette a corpo sferoidale, sul quale è
si sogliono attribuire senza alcuna evidenza ad una incisa la consueta doppia spirale con uccello graffito
età antecedente, al neolitico ('). al disopra sulle spalle, le tazze di un tipo comune, per
- ciò che riguarda lo schema fondamentale, ma munite,

(J) Per la età del bronzo vedi ad esempio riprodotte ce-
ramiche nere, lucenti, fine e di accurato lavoro, del tutto ana- p. 15 segg., fig. 7 ; quelli della Grotta dell'onda in Toscana
loghe tecnicamente a quelle laziali della età del ferro in Coppi, {Bull, paletti, ital., 1902, tav. VII, fig. 1; tav. V, fìg. 1 e
Mon. ed icon. della terramara di Gorzano, I, tav. XI, fìg. 4, p. 114 segg.), alla problematica età neolitica si attribuisce uno
p. 61 (Museo preistorico di Roma, n. 17861) nel Bull, paletn. splendido vaso della palude Brabbia conservato nel Museo prei-
ital,, 1902, tav. IX, flgg. 1, 3, 7, 8, 10, p. 171 segg. (da fondi storico di Eoma. Fuori d'Italia questa ceramica nera a pareti
di capanne della età del bronzo); cfr. anche alcuni vasi o fram- sottili e lucenti ornate a graffito, a punteggiatura o ad impres-
menti di vasi della grotta Pertosa e di quella Zachito in prò- sioni di fune si ritrova nel neolitico cretese {Journal of hellenic
vincia di Salerno, Archivio, p. Vantrop. e Vetnol., 1903, p. 205 studies, 1903, p. 158 segg., pi. IV, flgg. 15, 16, 17, 21, 25, 30),
segg., figg. 9, 17, 18, 19. Alla fine della età del rame risai- e negli strati egizi non posteriori alla XII dinastia (protomiceneo),
gono i vasi finissimi della grotta di S. Bartolomeo a Cagliari, Flinders Petrie, Diospolis Parva, p. 45, pi. XXXVIII, fig. 1.
cfr. Mon. ant. Lincei, XI, tav. I, figg. 1, 7, e tav. Ili, fig. 14, Cfr. per altre citazioni la p. 48.
 
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