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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0297

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Lo stesso dubbio resta riguardo ai coltelli a lama
serpeggiante con codolo ad asticella, che nel Lazio
si dovettero fabbricare ad imitazione di esemplari
venuti dal nord; mancano in fatti nel Mediterraneo
meridionale ed orientale, ed eseguiti per lo più in
bronzo, come quelli di Palombara e di Piediluco,
sono comunissimi al di là delle Alpi in specie in
Svizzera, nelle stazioni della bella età del bronzo
corrispondente appunto all'alba della nostra età del
ferro ; ma cotesto tipo, noto d'altronde anche al
gruppo illirico ('), non è certo che si diffondesse nel
Lazio per le vie che conducevano nel bacino adria-
tico, poiché era di moda contemporaneamente anche
nella valle del Rodano (2) ed in Toscana (3).

Le piastre in lamina di bronzo che si dovevano
portare ad ornamento e difesa sul petto, ritrovate nelle
tombe del Piceno (4), per alcuni dettagli propri si deb-
bono attribuire certamente alla fabbricazione locale ;
ora essendo gli esemplari piceni più simili a quelli
laziali che non agli esemplari della Toscana, è pos-
sibile che derivino dalla imitazione di questi ultimi,
o che gli uni e gli altri si debbano alla imitazione
di prototipi comuni. Questa seconda ipotesi è forse la
più probabile, ma siamo ancora ben lungi dal poterla
dimostrare; ed il giudizio definitivo resta sospeso.

Il centurone ellittico ritrovato nel Castro Pretorio
(cfr. p. 257, fig. 104) non presenta particolarità di
forma tali da crederlo fabbricato nel Lazio, ed anche
per la ornamentazione è talmente simile a quelli rin-
venuti nel bacino del Tirreno ed in maggior copia in
quello dell'Adriatico, da doversi ricollegare a questi,
almeno per ciò che riguarda il tipo. Questi centuroni
sono certamente di fabbrica italiana, poiché non si
rinvennero altrove; è quasi certo che nel Lazio pro-
venivano dal nord e probabilmente il bacino dell'Adria-
tico settentrionale fu il centro di fabbricazione di
questi prodotti, sia perchè ivi sono più numerosi, sia
ancora perchè gli elementi più caratteristici della de-
corazione sembrano peculiari della produzione enea
di quella regione.

(i) Sacken, Das Grabfeld voti Hallstatt, taf. XIX, fig. 1-3.
Per il Piceno vedi: Not. scavi, 1901, p. 235, fig. 7.

(*) Matériaux pour Vhist. de Vhomme, 1873, p. 265, tav. XX,
fig. 5.

(3) Cfr. testo a p. 436 e seg.
(*) Cfr. testo a p. 546 e seg.

I monumenti ai quali ho accennato provano adun-
que relazioni intensamente avviate tra il Lazio, il
pianoro centrale dell'Appennino e la regione adria-
tica, da cui i commerci stessi per l'IUiria sembra che
raggiungessero la valle del Danubio ; e dall'altro ver-
sante dell'Appennino tra il Lazio la Toscana e, per
la via lungo la costa ligure, la valle del Rodano.

/ commerci colle regioni occidentali
del mediterraneo.

II Lazio ebbe anche relazioni commerciali colla
Sardegna. Accennerò di passaggio al fatto che allor-
quando i Romani alla fine del VI secolo a. C. fecero
coi Cartaginesi il primo trattato, di cui si abbia no-
tizia, per delimitare le rispettive zone d'influenza nel
Mediterraneo occidentale, la Sardegna fu, in parte al-
meno, lasciata aperta ai commerci latini : indizio questo
che i traffici con quell'isola erano già avviati allora
da lungo tempo. Debbo qui raccogliere alcuni dati, i
quali provano che questi commerci già esistevano al-
meno nella età del ferro.

Tralascio l'esame comparativo della ceramica, es-
sendo troppo mal conosciuta quella sarda. Certi ele-
menti, ad esempio i fusi o spilloni ad asticella di
bronzo con una perla di vetro infilata ad un terzo circa
della sua lunghezza, di cui si conoscono parecchi esem-
plari ritrovati in ripostigli sardi della prima età del
ferro ('), si ritrovano oltre che nella valle del Te-
vere (2) anche in quella del Po, ove si rinvennero ad
esempio nel predio Benacci Caprara (3). Comuni pure
alla Sardegna, al Lazio, alla Toscana ed alla bassa
valle del Po, sono le perle di vetro con occhio forate
lungo l'asse minore (4); ma queste somiglianze potreb-
bero con probabilità spiegarsi come l'effetto di relazioni
commerciali di quei varii paesi con un centro comune
di produzione ; altri elementi invece dimostrano l'esi-
stenza di relazioni dirette fra le spiagge del Tirreno e
quelle della Sardegna.

Alcune figurine sarde riproducenti degli arcieri, in-
dossano, sostenuti da un paio di spallacci, dei pettorali

(») Moti. Lincei, XI, tav. XVI, fig. 11; e XVII, fig. 8.

(2) Mon. Lincei, IV, p, 320, fig. 164; p. 314, fig. 158,
tomba 52, e Museo.

(3) Not. scavi, 1889, p. 329, n. 50.
{*) Mon. Lincei, XI, tav. XV, fig. 16.
 
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