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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0298

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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la cui forma e le cui proporzioni sono assolutamente
identiche a quelle dei pettorali romani ('). Simili lastre
metalliche di parata provengono è vero, come ho accen-
nato, anche dalla Toscana, ma date le diversità tec-
niche per cui questi ultimi esemplari si distinguono da
quelli laziali, l'ipotesi più probabile allo stato attuale
dei dati di fatto è che i prototipi sardi, riprodotti nelle
coeve figurine, si ricolleghino direttamente agli esem-
plari latini, o questi e quelli, come pure gli esemplari
piceni, imitino dei prototipi comuni, nel qual caso però
cotesto raffronto non dimostrerebbe più in modo asso-
luto l'esistenza di commerci diretti fra il Lazio e la
Sardegna.

Nella collezione d'Ancona si conservavano due fram-
menti di lame (2) ed in quella del Nane esiste una
lama quasi intera riprodotta nella fig. 173 a (3), che ri-
cordano imperiosamente i lunghi stocchi a tagli paral-
leli così comuni nei ripostigli sardi, l'esemplare sardo
inedito, posto a raffronto nella fig. 173 b si conserva nel
Museo preistorico di Roma (4). Il Naue paragona le
lame romane a quelle del Plemmirio (5) ; ma dal dise-
gno che ne dà e dalle fotografìe della collezione d'An-
cona, appariscono più stringenti i raffronti da me propo-
sti, tanto più chela tecnica colla quale si eseguirono è
identica. Dall'esame delle relative sezioni apparisce in-
fatti chiaramente che tanto l'esemplare sardo il cui di-
segno già proposto (fig. 173 b) mi è stato favorito gentil-
mente dal direttore del Museo medesimo, quanto quello
romano furono fusi colando il bronzo dalla parte del
tallone nel vano inciso in due matrici congiunte colla
loro faccia interna. L'asse delle due incisioni non cor-
rispondeva però esattamente, cosicché i corrispondenti
rilievi o costole divergono nelle due facce dalla punta
verso il tallone. Le lame sarde sono state fuse certa-
mente in quell'isola, e non vi è traccia nè nel Lazio,
nè altrove sul Tirreno, la quale permetta soltanto di

(') Cfr. tav. XIII, fig. 8 e 9 e Moti. Lincei, XI, tav. XIV,
fig. 4. E da notarsi che anche il modo di indossarli è identico,
nella tomba cornetana del Guerriero essendosi ritrovati appunto
gli spallacci di tessuto, ai quali il pettorale medesimo era
appeso: cfr. Moti. Instituto, voi. X, tav. Xb, fig. 3.

(2) D'Ancona, Le armi, le fibule ecc. n. 426.

(3) Naue, Die vorrómischen Schwerter, p. 7, taf. IV,
fig. 8.

(*) Cfr. p. es. Moti. Lincei, XI, tav, XV, fig. 9 e 10, tav. XVII,
fig. 12 e 13 e p. 186. Un esemplare è impugnato dalla figurina
riprodotta nella tav. XIII, fig. 6.

(5) Naue, op. cit, p. 7.

supporre che quivi fossero state imitate; se ne deve
 
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