Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0303

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
593

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

594

a quelle fìttili rinvenute in Sicilia, forse imitate dal-
l'esemplare metallico romano edito nella tav. XV,
fig. 3, imitazione questa che insieme ai prodotti fit-
tili non so se debba ricollegarsi allo produzione ca-
ratteristica del Dypilon o a quella di cui ricerco le
fabbriche, certo quel tipo persistette nelle manifatture
corinzie. Ad ogni modo in queste regioni non sembra
che siano fioriti i centri di produzione di tale cera-
mica, i cui esemplari divengono sempre più scarsi
man mano che dai paesi bagnati dal golfo argolico
e da quello saronico ci allontaniamo verso oriente e
verso mezzogiorno ('). Infatti a Creta questa ceramica
manca quasi affatto, poiché è rappresentata soltanto
da alcune tazze alle quali ho alluso precedentemente,
simili per la forma a quella edita nella tav. IX, fig. 11,
ma non identiche e di regola diversamente decorate,
ed è sostituita da una serie di vasi del tutto carat-
teristici, che hanno dei tratti di unione e col vasel-
lame miceneo e con quello geome trico, come mostra-
rono il Wide e l'Orsi (2) e le recenti scoperte della si-
gnorina Boyd hanno confermato mentre a Thera
i pochi esemplari - protocorinzi », come li chiamava
il Furtwàngler, e dopo di lui gli altri, scompaiono fra i
prodotti geometrici greci del genere di quelli restituiti
dal sepolcreto del Dipylon; e così pure sono assai scarsi
o mancano affatto a Cipro riguardo a cui si po-
trebbero ripetere le osservazioni fatte sui confronti col
materiale cretese, a Rodi, nell'Asia Minore e verso
settentrione in Beozia.

Ad Olympia si è ritrovato un solo esemplare, di
questa famiglia vascolare, ma questa scarsezza di esem-
plari « protocorinzi » io credo si debba attribuire alla
natura degli strati quivi esplorati ; in tempi assai ricchi,
contenenti ex voto per lo più di pregio, difficilmente
potendosi ritrovare dei fittili d' uso comune. Ed invero
nella vicina necropoli di Eleusi si rinvennero parecchi

(!) Perù almeno la kilix restò in uso nelle fabbriche del
Mediterraneo sino nel VI secolo, come lo provano gli esemplari
di Naukratis. Cfr. Flinders Petrie, Naukratis, I, pi. X, figg. 1-22.

(2) Wide, Nachleben mykenisclier Ornamento, nelle Mitth.
d. k. deut. arch. Jnst., 1897, p. 241, e seg.; Jahrbuch, 1899, p. 35
e seg.; American Journal of Archaeology, 1897, p. 251 e seg.

(3J American Journal of Archaeology, 1901, pi. I, linea in
basso fig, 4 dalla sinistra; e pi. II, linea di mezzo fig. 1 e 6
contando dalla sinistra e seg.

(4) Cesnola, A Descrittive Alias of the Cesnola collection
of cypriote antiquities, pi. CXXIV, fig. 936.

Monumenti Antichi — Vol. XV.

scifoi a decorazione geometrica, alcuni dei quali identici
addirittura a quelli ritrovati nelle colonie greche della
Sicilia e nel Lazio (') ; una kilix con scene animate (2),
ed alcune di quelle oinochoai col corpo a calotta sfe-
rica e la bocca trilobata, caratteristiche pur esse di
questo gruppo di prodotti (3).

Recentemente l'Happin pubblicando tre lekytoi con
scene dipinte nel corpo, provenienti probabilmente
dall'Argolide, sostenne la tesi che quei prodotti fossero
di fabbrica argiva, ed almeno in buon numero contem-
poranei alla produzione degli ultimi vasi micenei, ca-
duti poi in disuso già nel VII sec. a. C. (4).

Questa tesi cronologica fu da lui sostenuta es-
sendo stati ritrovati dei vasi protocorinzi nell' He-
reum di Argo e nel tempio di Afrodite in Egina imme-
diatamente al di sopra di uno strato contenente cocci
micenei (5).

Invero è notevole il fatto, sfuggito all'Happin, che
analoga sovrapposizione si è riscontrata anche in Italia
almeno in due luoghi, a Taranto cioè nella cosiddetta
terramara dello Scoglio del Tonno, cui spetta il mate-
riale miceneo, al di sopra della quale si ritrovarono
appunto dei vasi di stile geometrico, ed in Sicilia nei
sepolcri di Thapsos e di Cozzo Pantano, coevi alla ter-
ramara ora menzionata, contenenti pur essi vasi mi-
cenei nello strato inferiore e kilikes protocorinzie iden-
tiche a quelle tirrene, o materiale coevo, nello strato
immediatamente sovrapposto, dovuto a tumulazioni po-
steriori (6).

I pochi vasi micenei della stipe di Egina si ritro-
varono invero frammisti ai molti di stile geometrico,
protocorinzio e corinzio antico, ma questa associazione
non ha valore cronologico trattandosi di una stipe in
cui si potè gettare in diverse epoche materiale di di-
verse età. Nella necropoli di Eleusi insieme a molti
sepolcri con materiale vascolare geometrico e protoco-
rinzio se ne ritrovarono alcuni con vasi micenei, che
spettano al principio della necropoli, ma nè in questi

(1) 'K(ft]fx. cÌQxaioX., 1898, tav. II, figg. 3, 11, 12.

(2) 'Eqirifi. cìqxcuoX., 1898, tav. V, fig. 1.

(3) doXoioX., tav. IV, fig. 6; II, fig. 10; p. 106,
fig. 26, e p. 92, fig. 21.

(4) American Journal of Archaeology, 1900, p. 470 e seg.

(5) Dummler, nello Jahrbuch del 1887, p. 20; American
Journal of Archaeology, 1900, p. 445.

(6) Bull, paletn. ital, 1900, p. 285 e seg. Mon. Lincei, II,
p. 13, sep. 9; VI, p. 104, tav. IV, fig. 16, sep. 8 (Thapsos).

38
 
Annotationen