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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0312

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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di Corneto ('), piuttosto comune nel vasellame geome- (cfr. tav. XX, fig. 3), proveniente da una tomba molto

trico greco (2), eccezionale, quando non aveva uno scopo antica della età del ferro, con spada a codolo piatto e

pratico, come nei calefattorì, nel vasellame indigeno margini rialzati, del tipo di quella di Pratica edita dal

laziale; e certi elementi decorativi dipinti nel vasel- Lanciani, il quale ossuario imita le forme di alcuni reci-

lame greco, riprodotti con una certa libertà a graffito pienti metallici rinvenuti a Cuma, al Dipylon (fìg. 185 b)

nel vasellame laziale; precipua fra gli altri la rap- ed a Thera ('); il tripode della tomba Bernardini di Pa-

presentazione di cavalli (:ì) (tav. XVII, fig. 7), al- lestrina si deve ricollegare, come ha mostrato il Sa-

cune volte, come in vasi analoghi del territorio falisco, vignoni, ai simili prodotti di fabbrica ionica ; un esem-

opposti e la ornamentazione meandriforme a zone oriz- piare assai meno artisticamente decorato, ma di un

a Fig. 185. b

zontali continue; elementi cotesti la cui grande diffu-
sione nella età del ferro si deve senza alcun dubbio alla
imitazione del vasellame geometrico greco (4).

Nel capitolo seguente, in cui debbo studiare la ge-
nesi dei tipi mostrerò la influenza di quest'ultimo va-
sellame anche su quello metallico fabbricato dai cal-
derai indigeni; ricordo qui di passaggio un ossuario
veiente fìttile con coperchio a calotta in lamina di
rame, conservato oggi nel Museo preistorico di Roma
(fig. 185 a), simile ad un vaso fittile di S. Sebastiano

riale primitivo è disgraziatamente comparsa troppo tardi perchè
io potessi servirmene largamente in questo lavoro allora già
composto. Ciò spiega la parsimonia con cui l'ho adoperato.
(') Mon Instit., X, tav. X, fig. 12.

(2) Mitth. d. k. arch. Inst. Ath. abth., 1893, taf. Vili,
fig. 1 (4); Jahrbuch, 1888, p. 341, fig. 23; 1899, p. 79,
fig. 32; p. 80, fig. 33; p. 214, fig. 96; 'Ecp^u. «o/atoA., 1898,
tav. IV, fig. 5 ; p. 127, fig. 27 ; Perrot e Chipiez, ffist. de VArt,
VII, p. 214, fìg. 94; Thera, II, p. 151, figg. 363 e 364 e p. 308,
fig. 495 ; Jahreshefte des dsterreichischen archàologischen In-
stitutes in Wien, 1901, p. 50, fig. 69.

(3) Conze, Melìsche Tongefaesse, taf. V, fig. 1.

(4) Cfr. Boehlau, Zur ornamentili der Villanova periode,
p. 95 e seg.

tipo analogo, ritrovato in un sepolcro dell'agro falisco,
nella stessa valle del Tevere (fig. 186 a) trova notevoli
raffronti riguardo al tipo, nei tripodi fittili rinvenuti ad
Eleusi nell'Attica (fig. 186 b), ed a Presos in Creta (2),
i quali debbono ascriversi fra i prodotti vascolari greci
della classe geometrica.

A fabbriche esotiche e quindi ai commerci esterni,
sembra, allo stato attuale delle nostre conoscenze che
si debbano attribuire quei prodotti in mezza porcel-
lana egizia di cui ho riprodotto parecchi esemplari
(tav. XVI, figg. 29-32 e 35-46 e nella tav. XVII,
figg. 5 e 20) conservati nella collezione Nardoni come
provenienti dall' Esquilino, forse dalle tombe ivi sca-
vate prima del 1882, e nel Museo capitolino, al quale

(') Mon. Lincei, XIII, p. 240, fig. 16 ; gli altri esemplari
campani sono citati dal Pellegrini in nota; per quelli greci
vedi Mitth. d. k. d. arch. Inst. Ath. abth., 1893, p. 92 e seg.,
figg. 4 e 5; Perrot e Chipiez, Hist. de VArt, VII, p- 56, fig. 4;
Thera, II, p. 29, fig. 78.

('2) The Annual of the british school at Athens, 1901-
1902, p. 250, fig. 21; 'Eq>rj[*. 'aQXcuok., 1898, tav. IV, fig. 3,
e p. 92, fig. 30.
 
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