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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0317

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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piatto che può imitare una terrazza, e non un tetto a
doppio spiovente (').

Del tutto simili all' esemplare laziale, almeno nella
parte conservata, sono invece delle urne in pietra rin-
venute nell'isola di Thera in tombe a fossa ed a ca-
mera del periodo geometrico (2) ; V isola di Creta poi
ne ha restituite molte di questo tipo fra le quali cito
quelle rinvenuto dall' Halbherr presso Festos (3), che
si ricollegano evidentemente alle locali urne del pe-
riodo miceneo, rinvenute ad Haghia Triada, ad Anoia
messaritica, a Praesos, a Paleocastro ed altrove (4),
alcune delle quali si distinguono da quelle di cui
cerco i raffronti soltanto per l'assenza del caratteri-
stico incavo rettangolare nelle pareti. Urne simili
sono comuni a Cipro, ove si ritrovano nelle sepolture
della età del ferro, e del bronzo (5) ; del tutto ana-
loghe infine sono delle casse in legno rinvenute Del-
l' Egitto, alcune delle quali già edite (flg. 189 a) (6).

Probabilmente gli esemplari più antichi sono quelli
egizi e cipriotti e da Cipro il tipo che esamino si
diffuse in Creta, ove era ancora in uso all'alba della
età del ferro; la rispettiva posizione geografica di
queste due isole rispetto all' Italia, rende poi del tutto
probabile che i modelli quivi imitati giungessero pel
tramite di Creta anziché direttamente da Cipro; ma
questa è ima ipotesi, ciò che invece è certo si è che
i modelli di tali urne non poterono derivare in
Italia dai commerci col nord del Mediterraneo, poiché
si ritrovarono unicamente nelle regioni a mezzogiorno
di questo mare, e debbono perciò essere stati intro-
dotti dalla via commerciale del sud, la quale toccava
principalmente Cipro e Creta ove esistevano appunto

(') Jahrbuch des arch. Inst., 1888, p. 357.

(2) Thera, II, p. 28, fig. 73; cfr. altro esemplare edito
nella p. 56, fig. 190. Una terza urna si rinvenne nel se-
polcro LVII.

(3) Sono ancora inedite, ma delle fotografie furono presen-
tate dal Savignoni nel Congresso internazionale di scienze sto-
riche tenuto in Roma nell'aprile del 1903. Provengono da tombe
a fossa ed a camera.

(4) Mon. Lìncei, I, p. 211 e seg. tav. I, fig. non numerata
Annual of the british school at Athens, 1901-1902, p. 247,
fig. 14; p. 298, fig. 15.

(5) Cesnola, A descrip. Atlas of the Cesnola collection of
rypriote antiquities, pi. LXXIX, figg. 504 e 505 ; Ohnefalsch-
ijichter, Kupros ecc. pp. 276 e 448, taf. CXXXIII, figg. 5a-',,
6 ed 8 (Jdalion ed Athienau). Per la età del bronzo vedi
op. cit., p. 448, taf. CXXXIII, fig. 7 (Haghia Paraskevi).

(6) Wilkinson, Manners and Customs of ancient Egyptians,
II, p. 200; Maspero, Archeologie égyptienne, figg. 251 e 252

dei prototipi della età del bronzo ed i modelli imi-
tati nella età del ferro (').

L'anforetta edita nella tav. IX, fig. 1 e meglio an-
cora l'esemplare ivi riprodotto dalla fig. 8, trova pieno
riscontro in un esemplare di Kurtes a Creta {-) ; sol-
tanto in quest' ultimo la zona a cerchi concentrici,
caratteristica dell' ultimo esemplare romano citato, è
stata dimezzata e ridotta ad una zona di semidischi
a semicerchi.

Ho altrove già esposto l'opinione che gli askoi la-
ziali (cfr. ad esempio tav. XXIII, fig. 21 e 23) siano
una imitazione di quelli analoghi così comuni negli
strati contemporanei della Sicilia (fig. 190 a) (3), che
l'Orsi riferisce al II ed al III periodo siculo; ma ora
a tale riguardo io ho dovuto mutare opinione, certo
mi sembra che imitino quasi servilmente questi ul-
timi prodotti delle brocche vetuloniesi (fig. 190 b-c) (4)
e così queste come quelle, trovano riscontro immediato
in un'esemplare rinvenuto ad Olympia (fig. 190 e£) (5).
Il tipo è antichissimo, poiché si ritrova già nei più
antichi strati di Hissarlick (G), in quelli protomicenei
di Haghia Peraskevi (") e nelle tombe micenee tarde
ritrovate ad Aliki (8) ; ciò invero riguarda più la que-
stione dell'origine di questo tipo che non le contempo-
ranee relazioni fra i Tirreni e l'oriente nella età del
ferro, ma rispetto a quest' ultimo problema ha una
importanza capitale il fatto che in questa età i pro-
dotti più perfetti di questa famiglia e quindi i pro-
babili prototipi ai quali si ispirarono i figuli tirreni,
si ritrovarono nel Mediterraneo orientale ove cotesto
tipo è antichissimo. Che poi questo tipo si debba ai
commerci marittimi di cui ricerco le tracce, risulta
all'evidenza dal fatto che fu imitato anche in Sar-
degna (9).

(1) Le analogie fra queste urne sono state osservate dal
Frothingam, American Journal, 1888, p. 179.

(2) American journal of Archaeology, 1901, p. 311, fig. 4.
I"3) Cfr. ad esempio: Bull, paletn. ital., 1894, tav. Ili,

fig. 26; IV, fig. 15; V, fig. 3; Not. scavi, 1897, p. 72, tav. VI,
fig. 6; cfr. anche Mon. Lincei, IX, tav. XI, fig. 6 (Pantalica).

(4) Falchi, op. cit., tav. Ili, figg. 5 e 6.

(s) Olympia, IV, n. 1283, rinvenuto nei fondamenti di un
antichissimo altare dell'Heraion.

(6J Doerpfeld, Troja und Ilion. I, pag. 250, fig. 114.

(•») Ohnefalsch Richter, Kupros, taf. CLXXIII, fig. 22.

(8) Furtvangler e Loeschcke, Mykenische Vasen, taf. XVIII,
fig. 127.

(9) Mon. Lincei, XI, tav. XVIII, figg. 16 e 18.
 
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