Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0325

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
stati poi conservati in età tarda quali amuleti ed orna-
menti, come oggi i sigilli e le gemme antiche. Ciò si
può ritenere con sicurezza per alcuni tipi, poiché ad
esempio i prototipi delle piccole arule edite nella
tav. XVI, figg. 36 e 46, si ritrovarono, eseguiti in ar-
gilla, in tombe di Abydos riferibili alla XVIIIa o alla
XIXa dinastia (') e quindi al pieno periodo miceneo. Ad
ogni modo poi anche gli altri esemplari di Dendereh
citati a raffronto, siano essi non anteriori al periodo
ptolemaico, o siano più antichi, attestano sempre la
esistenza di commerci diretti od indiretti fra le coste
settentrionali dell'Africa e quelle del Tirreno.

L'elmo a calotta sferica terminante in punta, mu-
nito di doppia cresta laterale, relativamente comune
nell'Etruria tirrena e padana (2), usato in Campania
(fig. 196 a) (3), doveva appunto perciò esser noto anche
nell'interposto Lazio : ed infatti se ne rinvenne una imi-
tazione in terracotta anche nella bassa valle del Te-
vere in un sepolcro della necropoli di Montarano in
territorio falisco (4). Altri si ritrovarono nell'Europa con-
tinentale (5) e nella Russia meridionale, in Podolia (6) ;
ma è certo che questo tipo si diffuse ovunque dal
Mediterraneo, poiché una lastra metallica ornata a
sbalzo, rinvenuta in una tomba submicenea a Kavusi
in Creta, mostra, riprodotti a rilievo dei guerrieri
che indossano appunto degli elmi di quella forma
(fig. 196 b) (7) ; ed elmi identici sono ripetuti a
sbalzo in lamine d'argento della età del bronzo antica,
rinvenute nelle tombe a fossa di Micene (fig. 196 c) (8).

(') Randall Mac Jver and Mace, El Amrah and Abydos,
p. 91, pi. LI, D, 14; XVIIIa-XIXa dinastia. Questo tipo si
conservò sino ad età tarda anche ad Abydos, ove si rinvennero
degli esemplari eseguiti in alabastro sotto la XXXa dinastia,
op. cit. pi. 52.

(2) Not. scavi, 1882, tav. XIII, fig. 8; 1884, p. 307, fig. 16;
1896, p. 182; Bull. Insù., 1882, pp. 166 e 175 ; Montelius, La
civilis. primitive en Italie, I, pi. XLVII, fig. 110; pi. XCVIII,
fig. \Qa-b; Mortillet, Musée préhistorique, n. 955.

(3) Ann. Inst., 1883, p. 292, tav. R, figg. 1 e 2. Un altro
esemplare si rinvenne oggi nel Museo di Berlino. Jahrbuch, 1905,
p. 35, figg. 15, 43 (Anzeiger).

(4) Giaceva inedito nel Museo di Papa Giulio in Roma, ed
è stato pubblicato ora dal Montelius, La civil. primit., II, 2.

(5) Lindenschmit, Alterthumer unserer heidnisch. Vorzeit,
III, fase. I, tav. Ili, nn. 1, 17; fase. XII, tav. I.

C) Congrès int. d'anthrop. et d'archéol.préhist., 1892,p. 342,
fig. 1 ; trovato insieme ad una spada di tipo miceneo a codolo
piatto sagomato, coi margini rialzati.

(7) American Journal of Archaeology, 1901, p. 147,
fig. 11.

(8) Reichel, Ueber homerische Waffen, p. 121, fig. 39; Hel-

Allo stato attuale delle nostre conoscenze adunque, ri-
trovandosi i più antichi esempi nei centri della civiltà
micenea, possiamo ritenere che quest' ultima abbia
creato il tipo ; siccome poi gli esemplari coevi a quelli
tirreni e più. prossimi e questi ultimi, erano quelli in
uso nell' isola di Creta, possiamo supporre, essendo per
quanto ci consta incerto se tale tipo fosse noto in
Italia nella età del bronzo, che quivi s'introducesse o
già in quest'ultima, o nella età del ferro, per la via
di cabotaggio che toccava Creta, per la via cioè del sud.

Un ricco sepolcro prenestino della prima età del
ferro ha restituito una specie di bicchiere eseguito
in lamina metallica (fig. 197 a), edito per la prima
volta dal Petersen, conservato nella collezione Castel-
lani ('). Un esemplare analogo si rinvenne a Cervetri
(fig. 197 b) (2), una rozza e sommaria imitazione di
questo tipo si ha inoltre in un fittile in impasto di
Bisenzio (3).

L'Helbig ed il Petersen riconobbero l'origine mi-
cenea, del tipo (4) ; ma l'intervallo cronologico, che
separa gli esemplari posti a confronto, prova che quelli
micenei difficilmente possono essere i modelli imitati
dal calderaio prenestino. Poca luce ci forniscono a
tale riguardo i numerosissimi esemplari etruschi in
bucchero, poiché questi imitano evidentemente quelli
metallici ; invece un esemplare fittile della prima
età del ferro, rinvenuto probabilmente a Rodi (5),
ci addita l'oriente meridionale del Mediterraneo come
la probabile patria di origine dei modelli, alla lor
volta dovuti a persistenze di tipi micenei, diffusi
poi ed imitati nel bacino del Tirreno. Anche in tal
caso quindi l'isola di Creta ci restituirà probabilmente
gli esemplari che la via commerciale del sud intro-
duceva nel Lazio e nell' Etruria, ove furono poi più
o meno largamente imitati.

L'Helbig nel suo recente lavoro sulla questione
micenea ha confermato la sua antica ipotesi sulla
origine fenicia di alcune tazze in argento, rinvenute

big, Ija Question mycénienne, nelle Mèra, de VAcad. des inscr.
et de belles lettres, 1899, p. 82, fig. 15.

(') Bull. Inst., 1855, p. XLVII ; Mitth. d. k. deut. arch.
Inst. Rom. abth., 1837, taf. I, p. 3 e seg.

(2) Bull. Inst, 1881, p. 163.

(3) Not. scavi, 1886, tav. Ili, fig. 10.

(4) Helbig, Das homerische Epos, II ed. p. 374, figg. 158
e 159; Mitth. cit., p. 3 e seg.

(5) Pottier, Vases antiques du Louvre, Atlas A, fig. 396.
 
Annotationen