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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0334

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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necropoli di S. Giuliano presso Cere (') e quindi in
territorio laziale, benché al di là del Tevere. Riguardo
a questi fittili io non nego che in parte l'asserzione
del Barnabei possa essere giusta e che il vasellame me-
tallico abbia avuto una certa importanza nella storia
di queste forme riprodotte dai ceramisti locali; però
nella composizione e dili'usione loro ebbe, come ve-
dremo, una parte predominante la diffusione di alcuni
prototipi fittili importati, i quali dovettero larga-
mente contribuire a diffondere il tipo nelle manifatture
vascolari più dozzinali ed a modificarlo.

Le tazze ad ansa bifora colla estremità incurvata
a sella, comuni nel Lazio (cfr. tav. V, fig. 11), ripro-
ducono un tipo assai antico nel Mediterraneo ; la tomba
del guerriero di Corneto ne ha restituito un esemplare
in lamina di argento; ed anche certi dettagli, per
esempio la bullonatura a croce che si osserva in una
tazza di villa Cavalletti (2), mostrano chiaramente la
influenza dei coevi ed analoghi prodotti metallici, che
si rinvennero a Tolfa nel Tirreno, ad Egina nell'Egeo (3)
e nella già citata tomba cornetana (4).

Le fenditure verticali che si osservano sulla faccia
anteriore di alcune anse (cfr. tav. IV, fig. 7), ricor-
dano pur esse un procedimento razionale ed economico
nella metallotecnica, privo di ogni ufficio pratico nella
ceramica e che debbono per ciò considerarsi quali imi-
tazioni del materiale metallico.

Altri elementi trasse il figlilo dalla imitazione dei
prodotti intagliati in legno. Una tale derivazione è
evidente nei sarcofagi delle tombe Spithoever (5), che
imitano quelli ricavati da un tronco di quercia spac-
cato pel lungo ed incavato nell'interno, sarcofagi di cui
si hanno esempì sulla destra del Tevere, nel territorio
falisco e sulla sinistra a Gabii e nella necropoli del-
l'Argileto in Roma (G).

La decorazione a borchiette metalliche di cui si
osservarono dubbie tracce nei fittili romani, ma che
è comune dall' altra parte del Tevere nei territori

(') Si conserva oggi nel Museo preistorico di Roma.

(2) Cfr. lesto a pag. 357 e fig. 132 a; Not. scavi, 1902,
p. 157, fig. 77.

(3) Not. scavi, 1880, p. 125, fig. 1 ; Journal of the hel-
lenic Studies, 1892-93. p. 195 e seg., fig. 1 a-b.

(') Ann. lnst., 1874, p. 25") ; Mon. lnst., X, tav. X c, fig. 15,
e X a} fig. 5 a.

(5) Ann. lnst., 1885, p. 296; cfr. testo a p. 249, fig. 99 a.

(6) Vedi testo a p. 193 e seg. e 394 e seg.

adiacenti al Lazio, si attribuisce oggi dai più alla
imitazione dei vasi metallici. A questo riguardo io
però debbo ritornare ad una vecchia ipotesi, che sorta
dal desiderio di rischiarare la civiltà materiale de-
scritta dai canti omerici, può oggi sostenersi con ar-
gomenti oggettivi di incontestabile valore.

Anzitutto io non nego che in qualche caso la im-
bullettatura dei vasi metallici, parlo naturalmente di
quelli rinvenuti nel Tirreno, nel bacino del Po la que-
stione essendo ben diversa, possa aver ispirato qualche
concetto decorativo; ma osserva che di solito nei fit-
tili, in specie in quelli rinvenuti più presso al Lazio,
le borchiette metalliche o sono disseminate senza or-
dine alcuno alla superficie del vaso, o sono raggrup-
pate a masse prive di regolari contorni (') e quando
questi sono bene accentuati disegnano dei triangoli (2),
seguono l'andamento della decorazione rilevata ri-
producono croci gammate sul fondo o sulla pancia dei
vasi (4), o degli ornati ricorrenti (5), elementi decorativi
questi che in nessun caso sono riprodotti nell'abbon-
dante materiale metallico rinvenuto nel bacino del Tir-
reno, mentre invece, almeno in parte, si ritrovano nei
pochi resti a noi giunti del coevo vasellame ligneo de-
corato con chiodetti di rame o bronzo (6).

Aggiungo che la teoria oggi in voga a tale riguardo
è in aperta contradizione col fatto che nella terramara
di Casinalbo ed in quella di Redù sono stati ritrovati
dei fittili ornati appunto in tal guisa (7) ; vero è che
proprio questi due fittili furono in seguito dichiarati
di età più recente delle terramare medesime ; ma questo
giudizio tardo si basa non già sui dati di scavo, gli unici
che avrebbero potuto fornire degli elementi sicuri, ma

(') Not. scavi, 1894, p. 129, fig. 9; Mon. Lincei, IV, p. 233,
fig. 103 a.

(2) Not. scavi, 1882, tav. XIIIbis, fig. 15; 1894, p. 129,
fig. 9; Mon. Lincei, VII, p. 93, fig. 23.

(3) Mon. Lincei, VII, p. 86, fig. 19.
(") Op. cit., p. 90, fig. 21.

(5) In vasi inediti delle Sparne località presso Pitigliano.

(6) Mon. lnst., X, tav. Xal, figg. 2, 2 a, 3, 7; Ann. lnst.,
1874, p. 263. Altri vasi in legno, alcuni dei quali ornati forse
in tal guisa, si rinvennero anche altrove, p. e. Bull. lnst., 1876,
p. 129 (tomba Bernardini a Palestrina) ; 1882, p. 172; 1883,
p. 196 ; 1884, p. 14 ; 1885, p. 215, n. 9 ; Not. scavi, 1882, p. 199,
tav. XIII bis, fig. 3; Gsell, Fouilles, p. 28, nota 1.

(7) Bull, paletn. ital., 1880, p. 189 e seg.; Crespellani,
Scavi nel modenese; Atti e Meni. d. Dep. di Storia patria
dell'Emilia, 1882, tav. II, fig. 11„ p. 225 e seg.; cfr. per la
bibliografia completa Ghirardini, Mon. Lincei, VII, p. 114, n. 5,
e p. 115, n. 2.
 
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