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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0352

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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prodotti di importazione si siano largamente ispirati i
calderai locali nel fabbricare il vasellame di cui mi
sono occupato.

I prodotti in ferro, almeno quelli più antichi, imi-
tano servilmente le forme di quelli corrispondenti in
bronzo; identiche sono le cuspidi di lancia, comuni
anche nei sepolcri etruschi ('), e le lame di spada
con codolo ad asticella eseguite in ferro nel Lazio ad
imitazione dei più antichi esemplari di bronzo ; lame
in bronzo di quel tipo e di questa età si rinvennero
infatti a Castione, a Povegliano veronese, a Gorzano, al
Castellazzo di Fontanellato, a Kegona e nel Tarentino
alla Punta del tonno (2) ; altri esemplari provengono
dall'Europa centrale (3), ma questo tipo, è l'ultima
trasformazione di una serie di modelli diffusi nel Me-
diterraneo orientale in strati antichissimi (4).

I coltelli a lama serpeggiante col codolo piatto fo-
rato pel passaggio dei chiodetti che lo assicuravano al
manico (fig. 18 e 23), derivano pur essi dalla evoluzione,
lenta e quasi trascurabile di modelli micenei (6), dif-
fusi in Italia già nella età del bronzo (°).

Riguardo al materiale in lamina di argento e d'oro
si può notare che questa produzione segue normalmente i
tipi riprodotti dal vasellame « protocorinzio » e da quello

(») Ann. Inst., 1883, p. 289; Not. scavi, 1882, p. 180 e seg.;
1885, pp. 115, 118, 408; 1886, pp. 190, 193, 294 ecc.; Bull. Inst.
1885, p. 131; Falchi, Vetulon. e la sua necropoli, tav. XVI,
fig. 12; Mon. Lincei, Vili, pp. 30 e 03, fig 23.

(2) Bull, paletn. Hai, 1883, p. 82, tav. Ili, fig. 17; Mon-
telius, La civil. primit., pi. XIV", fig. 8; Nane, Die vorrorni-
sche Schwerter, taf. XVII, fig. 2; Pellegrini, Di un sepolcreto
preromano scoperto a Povegliano veronese, p. 29 e seg.; tav. IV,
fig. 3; V, fig. 1; Canestrini, Oggetti trovati nelle terremare
del Modenese, I relaz., p. 25 estr., tav. V, fig. 1 ; Montelius,
op. cit., pi. XVI, fig. 4; pi. XX, fig. 8; Marinoni, La terramara
Regona di Seniga negli Atti d. soc. ital. di scienze naturali,
1874, p. 148, tav. XI, fig. 1; Not. scavi, 1900, p. 441, fig. 11.

(3) Naue, Die vorrómische Schwerter, p. 41.

(4) Naue, op. cit., taf. Ili, figg. 1-4 ; Schliemann, Jlios,
p. 105, fig. 33; 'E'ftju. dg/caok., 1898, tav. XII, fig. 2.

(5) 'Etp7]fi. àQX(aoX. 1898, p. 73, tav. IX, fig. 20 ; Schmidt,
Sammlung trojanischer Alterthumer, p. 249, nn. 6189 e 6191;
Furtwangler e Loeschcke, Mykenische Vasen, taf. D, figg. 6,
8, 17; Cesnola, Cypern, taf. XI, cfr. Naue, Die Bronzezeit in
Oberbayern, p. 103, figg. 42 e 41.

(6) Not. scavi, 1901, p. 464, fig. 22; Sacken, Pfahlbauten
im Garda See, taf. I, fig. 11; De Stefani negli Atti della Acc.
di agric. arti e comm. di Verona, 1880, fig. 3; Munro, The
lake dwellings of Europe, fig. LXV, n. 17; Montelius, I,
figg. 11 e 12.

« submiceneo », cioè gli stessi modelli imitati dei cal-
derai; ond'è che numerose forme sono comuni alla pro-
duzione tirrena in lamina di bronzo ed a quella in
metalli preziosi.

Concludendo sulle origini dei tipi, o almeno su
quelli che allo stato attuale delle nostre conoscenze
si prestano a simili ricerche, ci sembra chiaro che,
nella età del ferro, una serie di elementi caratteristici
e nuovi deriva dalla imitazione dei fittili in argilla
figulina dipinta, sia di quelli submicenei, sia di quelli
greci a decorazione geometrica, e dagli altri prodotti
importati per le due principali vie di commercio alle
quali ho accennato precedentemente.

Ma una quantità grande di elementi debbono con-
siderarsi quali persistenze o evoluzioni di quelli ivi
già noti nelle antecedenti età del bronzo e del rame.
Ebbe infatti il Lazio, come le altre regioni del Tirreno,
una fiorente civiltà del bronzo, durante la quale era
in uso qualche elemento comune anche alla coeva ci-
viltà fiorente nelle terremare padane ; a ciò ho accen-
nato nel mio primo abbozzo di cotesto lavoro edito
nel 1898 ; ma ivi pure già accennai al fatto che l'età del
bronzo laziale non poteva essere identica a quella fio-
rita nelle terremare, poiché, diversamente da ciò che
si osserva in quest'ultime, ancora nella seguente età
del ferro latina il fondo delle industrie tirrene in genere
e di quelle laziali in specie, per ciò che riguarda le
tecniche e le forme, deriva dalla persistenza dei me-
todi e dei gusti ivi fiorenti nella età del rame e forse
anche in quella antecedente.

Il Cipolla scrivendo su tale questione e mostrandosi
poco propizio alla ipotesi della diretta ed immediata
derivazione dei latini dai terramaricoli, allora gene-
ralmente accettata, accennò a queste idee mie ('),
nuovamente espresse e con maggiore chiarezza di dati
nel mio più recente lavoro sulle necropoli laziali della
età del ferro (2). Quest' ultimo lavoro anzi provocò un
attacco, del Modestow, altro convinto seguace della ori-
gine terramaricola dei latini, il quale però pur dichia-
rando erronee le idee da me espresse ed esagerate le
conclusioni, non seppe impugnare nemmeno uno dei
confronti sui quali le avevo fondate (3) ; più recente-

(') Rend. d. acc. Lincei c. s. m. 1900, p. 341.

(2) Bull, comun., 1900, p. 169 e seg.

(3) Modestow, Introduction à Vhisloire romaine, I.
 
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