Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0353

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
693

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

694

mente ancora poi il Colini, nelle sue conclusioni re-
lative al materiale raccolto nella villa Cavalletti, scrisse
che i fatti ivi osservati « confermano l'opinione del-
l' Undset, dell'Helbig, del Pigorini, ecc., che la civiltà
laziale si svolse da quella del bronzo quale si ma-
nifesta nel versante adriatico che ne costituisce il
substrato. Il maggior numero degli ossuari infatti, i
vasi accessori più caratteristici e alcuni oggetti di
bronzo riproducono forme proprie di cotesta età o pure,
o poco modificate. Non si rinvennero invece nuovi ele-
menti, oltre quelli ricordati dal Pinza che possano
farsi risalire alle popolazioni neolitiche od eneoliti-
che - (').

Ma ultimamente dopo aver accennato alla idea del
Pigorini che le urne a capanna si dovessero nella età
del ferro ad una persistenza di riti funebri neolitici,
il che veramente ha poco a che fare colla questione
generica delle origini della civiltà latina, riguardo alla
quale il Pigorini professa idee del tutto opposte alle
mie; dopo aver citato gli oggetti simbolici di corredo che
si ritrovano nella età del ferro ed in quella del rame,
ed il comune costume di deporre nel sepolcro delle
figurine rappresentanti probabilmente il defunto, raf-
fronto cotesto che io stesso avevo già chiaramente ci-
tato fra gli altri elementi comuni alle due civiltà (2)
conchiude : « Lasciando per ora di entrare particolar-
mente negli argomenti addotti dal Pinza, resta sempre
il fatto più volte da me notato, che gruppi numerosi di
antichità della età del bronzo scoperti in ogni parte
d'Italia debbono attribuirsi ai discendenti delle popola-
zioni neolitiche che se assimilarono, quasi per intero,
nella valle padana la civiltà delle terremare, nella Li-
guria, invece, nel Piceno e nelle regioni meridionali,
mantennero, a quanto pare, almeno parzialmente, intatti
o poco modificati i propri costumi ed alcune industrie,
facendole penetrare nella civiltà della prima età del
ferro. I rapporti di somiglianza, per quanto limitati e
parziali fra la coltura neolitica e la villanoviana e la-
ziale fanno credere probabile che anche nel Lazio e
neH'Etruria siansi ripetuti i medesimi fenomeni » (3).

Etfettivamente il Brizio aveva avuto occasione di
mostrare tali persistenze nel Piceno; riguardo alle

(') Not. scavi, 1902, p. 196.

(*) Bull, cornuti., 1900, pp. 169 o 170.

(3) Bull, di paletn. ital., 1904, p. 221 e seg.

altre regioni cui si accenna nel passo citato dinnanzi,
la affermazione in esso contenuta ha pochissimo valore
poiché gli elementi civili a noi noti propri di cia-
scuna nelle diverse epoche succedutesi da quella della
pietra sino alla prima età del ferro sono così pochi e
mal conosciuti che non ci permettono di formarci un
concetto esatto sullo svolgimento di quelle civiltà.
Infatti in ciascuna le relazioni fra la locale età del
bronzo e quella del ferro, come pure quelle interre-
gionali e coeve, bisognerebbe dedurle da argomenti
incompleti e ad ogni modo insufficienti, alludo in specie
alla Liguria ed al Mezzogiorno d'Italia. Io poi non
credo che possa dar buoni risultati il metodo di ge-
neralizzare ad altre regioni distanti o geograficamente
assai diverse, come ad esempio quelle sul Ionio od
anche la Liguria rispetto al Lazio, le conclusioni cui
si giunse dall'esame sommario del materiale loro
proprio, altrettanto ed anzi molto meno conosciuto di
quello laziale ; tutt' al più potrebbe fornire un argo-
mento per analogia a conferma di deduzioni fondate su
altri dati, ma non è sufficiente a sostenere una ipotesi ;
quella cui si accenna può adunque fondarsi unicamente
sui raffronti diretti fra il materiale della età del ferro
e quello indigeno delle età antecedenti o di regioni
simili o prossime.

Ma prescindendo dalla diversità di metodo, con
stato con piacere che queste nuovissime idee del Co-
lini rispetto al materiale del Tirreno, in piena opposi-
zione con quelle da lui espresse poco prima nel 1902,
ripetono sostanzialmente e senza il soccorso di alcun
nuovo argomento attendibile le conclusioni esposte già
nel mio lavoro sulle necropoli laziali della età del ferro,
in cui mostrai che i maggiori ed i più vitali elementi
di questa civiltà provengono dall'età della pietra, dalla
quale derivano riti, tecniche, architettura civile e fu-
nebre, gusti artistici ; deducendone che la civiltà della
età del ferro laziale discende direttamente dalla ci-
viltà dell'ultima età della pietra ivi fiorita, modificata
però dal progresso e dai commerci colla civiltà delle
terremare ('); colle quali ultime frasi si accennava
evidentemente ad una locale civiltà del bronzo che
aveva dei punti di contatto dovuti a relazioni dirette
od indirette con quella dei terramaricoli, ma che ad
ogni modo si distingueva da quest'ultima per essere

(') Bull, comun., 1900, pp. 200 e 201.
 
Annotationen