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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0360

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707

MONUMENTI PRIMITIVI DI KOMA E DEL LAZIO ANTICO

708

Nel Lazio sono state ritrovate delle sepolture di
questo tipo con cadaveri limati, ed altre destinate a
ricevere i resti incinerati di un defunto; nè queste (')
differiscono da quelle (2) per alcun carattere proprio,
soltanto le proporzioni della cassa sono differenti, l'u-
mazione richiedendo uno spazio maggiore di quello
necessario, per ricoprire di terra un cinerario.

Cotesto tipo persistette a lungo nel Lazio; certo
era ancora in uso in Roma nel secolo IV0 a. C. come
lo provano i sepolcri CLXXI-CLXXIII contenenti
appunto del vasellame etrusco campano.

La tomba CXXV1II, evidentemente simile ad al-
cune dell'Argileto, consisteva in una fossa nel cui
fondo, a lato della cassa contenente il cadavere era
stato costruito un loculo con dei lastroni di pietra
disposti a cassa (cfr. tomba CLXXX). Sepolcri ana-
loghi, incavati invece nella roccia, si rinvennero nel
territorio falisco (').

Nella necropoli dell' Esquilino si ritrovarono due
tombe a camera a pianta rettangolare, interamente in-
cavate nella roccia ed una almeno provvista di ban-
china nei tre lati non corrispondenti all' ingresso, alle

Le tombe ci CRSScl furono spesso sostituite dalle
fosse a doppio tronco piramidale con risega alla bocca
di quello inferiore più ristretto, sulla quale risega
poggia poi il lastrone od i lastroni di copertura ;
tipo questo derivato o almeno evidentemente corrispon-
dente all'altro e di cui non mancano esempi nel
Lazio, in Roma stessa per esempio siili' Esquilino,
(fig. 208 b) (3) ed a Vigna Testa nei colli albani.

Tombe ad umazione in cassa o in una alcova sca-
vata nella roccia nel fondo della fossa superficiale, si
ritrovarono ad Allumiere, a Vulci, a Corneto, a Vetu-
lonia, a Saturnia ed al di là dell'Appennino a Villa-
nova, a Golasecca, a Bismantova ed altrove ; alcune di
queste spettano alla prima, altre alla seconda fase
della età del ferro ; altre del tutto simili e coeve si
rinvennero nel bacino del Tirreno anche a sud del
Lazio, cito ad esempio quelle di S. Martino e di Monte
Timmari nel Materano.

(!) Tombe a cremazione entro casse di lastroni situate in
fondo ad un pozzo si rinvennero a Palombara Sabina ed a
Marino.

(2) Tombe ad umazione con casse di lastroni, o imitazioni
ad incavo nella roccia si rinvennero nell' Esquilino in Roma
e nei colli albani (sep. CU, CXXX, CXXXI, CXXXII, CXXXIII,
CXXXV, GXXXVII).

(3) Sepolcro CXCII ; Not. scavi, 1883, p. 47.

quali si accedeva per un corridoio aperto in uno dei
lati corti della stanza. Malgrado la incurvatura a
botte della volta in una di queste (CXXVI), possono
considerarsi come imitazioni di strutture dolmeniche.
Altre del tutto simili si ritrovarono in gran numero
a nord del Tevere nel territorio falisco, a Corneto, a
Vulci, a Saturnia; mentre i prototipi costruiti in
pietra ci sono noti per gli scavi eseguiti nel terri-
torio di Civitavecchia, di Chiusi e nell'antica necro-
poli di Vetulonia (2). Anche questo tipo architettonico,
come gli altri ai quali ho accennato precedentemente,

(!) Mon. Lincei, IV, p. 143 e seg., figg. 59 e 60.

(2) Bull. Inst., 1866, p. 228 e seg. ; Mon. Inst., II, fig. 6
ed E; Ann. Inst., 1835, p. 183 e seg.; Stackelberg, Die Gràber
von Corneto, taf. XXXVII; Bull. Inst., 1878, p. 118; Not. scavi,
1885, tav. VII, fig. 6; Falchi, Vetulonia e la sua necropoli anti-
chissima, p. 203; Bull, paletn. ital., 1896, p. 150; Mon. Lincei,
IV, p. 450 (sep. II di Monte Soriano), pp. 453 e 454 (sep. IX
e XII del medesimo sepolcreto); Not. scavi, 1881, p. 365; 1893,
p. 115. La tomba descritta negli Ann. Inst., 1829, p. 96 e seg.,
tav. B, forse non è altrettanto antica, ma è ugualmente interes-
sante, mostrando la persistenza della struttura dolmenica in-
sieme alle imitazioni ad incavo nella roccia ; Bull. Inst., 1874,
p. 204 e seg.; Ann. Inst., 1877, p. 408. La tomba detta della
Scimmia, identica a questa, ma interamente incavata nella roc-
cia, come quella di Poggio alla Sala, è di età più recente {Bull.
Inst., 1874, pp. 205 e 225 e seg.; 1877, p. 194; Ann. Inst., 1878,
p. 299 e seg.; Milani, Museo topogr. dell'Etruria, p. 66.
 
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