Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0362

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
711

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

712

l'alto da due lastroni inclinati l'uno verso l'altro in
modo da sorreggersi per contrasto (fig. 208 a) ('); nel
sepolcro XCV, tale disposizione della volta era sosti-
tuita dall'aggetto dei filari di tufo, tagliati verso l'in-
terno a sghembo. L'uso di coprire l'alcova funebre
con lastroni disposti a contrasto, ancora vigente in
Roma nel IV secolo a. C, come lo prova il se-
polcro CVII contenente vasi etrusco campani, era
usato a Saturnia (2) in tombe a fossa della età del
ferro.

Altri sepolcri laziali sono eseguiti con piccole
pietre aggettate, o imitano ad incavo nella roccia i
tipi creati da questa tecnica ; anche questi sono al-
quanto diversi per ciò che riguarda le parti destinate
a render possibile o facile l'accesso, distinguendosi in
ciò i sepolcri individuali da quelli collettivi.

Nei sepolcri individuali del Lazio è assai diffuso
il costume di riparare la deposizione dallo schiaccia-
mento delle terre e dei sassi accumulati nel tronco
superiore del pozzo o della fossa, costruendo al di-
sopra della deposizione stessa nel fondo dell' in-
cavo funebre una cupola di rozze pietre aggettate ;
tale disposizione si osserva così nelle tombe con-
tenenti cadaveri untati, come in quelle a cremazione,
e ciò tanto nei sepolcreti romani, quanto in quelli sui
colli albani.

Questo modo di difendere l'alcova sepolcrale dallo
schiacciamento delle terre sovrapposte si osserva in
sepolcri alquanto diversi fra loro nei dettagli. In alcuni
la cupola costruita con pietre rozze o squadrate si
fonda sul piano stesso della deposizione e termina in
alto con una bocca piuttosto larga, chiusa poi da un
lastrone (CXCV e CXCVI) ; in un altro la volta è
poggiata su di una risega lasciata nella roccia in-
torno all'alcova (I) ed altrove quando la roccia stessa
non era sufficientemente resistente, la volta si fondò
sulla testata di un muretto a pareti verticali, desti-
nato a sostenere le fiancate del sepolcro (CXXVII).
In una tomba a cremazione (GLXXXV) il muretto
era sostituito da lastroni confitti verticalmente in giro,
in un'altro la difesa era costituita invece da un cubo

(') Not. Scavi, 1883, p. 47.

(2) Pinza, Negli Atti d. Concjr. int. di scienze storiche,
1903, voi. V, p. 426, fig. 66.

di peperino cavo nell'interno (CLXXXVII), metodo
cotesto di protezione persistito in Roma sino ai pri-
mordi dell' impero (').

È poco probabile che le volte osservate al disopra
di una gran parte delle tombe individuali latine della
I età del ferro, siano state costruite al disopra del
cadavere sprovvisto di ogni difesa e quindi soggetto
ad essere deturpato nel caso di probabili accidenti du-
rante la costruzione.

Ad eliminare questo inconveniente, in alcuni casi,
come ad esempio nei sepolcri di Grottaferrata e di
Velletri, sembra che si fabbricasse prima la parte bassa
della cupola lasciandola incompiuta alla bocca per ca-
larvi l'ossuario ed i corredi, salvo poi a chiuderla con
un lastrone non appena avvenuta la deposizione.

Un tale sistema però non si potò applicare nella
costruzione delle volte al disopra delle sepolture ad
umazione dell'Esquilino, grandi appena quanto lo spazio
occupato dalla deposizione stessa; ed io ritengo che
nella pluralità delle tombe esplorate, il cadavere non
fosse esposto ai rischi di una costruzione eseguita al
disopra in condizioni disagevoli, ma fosse protetto da
una cassa di legno che, come nelle sepolture dell'Ar-
gileto e di Gabi potè anche essere un tronco d'albero
cavo, difese queste delle quali non meraviglia affatto
il non averne ritrovato tracce che poterono essere state
distrutte dal tempo, o anche sfuggire alla osservazione
non certo molto intensa degli scavatori.

A sud del Lazio tombe con difese a cupola, talora
con avanzi di casse in legno, si ritrovarono a Torre del
Mordillo, a Piedimonte d'Alife, a Suessola, a S. Egidio
al Vibrata; a nord invece nel territorio falisco, a Terni
ed a Vetulonia (-').

La cupola ad aggetto si adottò pure nella costru-
zione di sepolcri collettivi. Un sepolcro ancora inedito
scavato nell'Argileto, mostra eseguito ad incavo nella
roccia una delle più semplici riduzioni del tipo a cu-
pola per tombe collettive, applicato però ad un sepolcro

(') Di tale tipo è la tomba esistente al Y miglio del-
l'Appia attribuita erroneamente ai Curiazi.

(2) Cfr. sepolcri I, XH, ecc,; Not. scavi, 1886, pp. 260,
261 e 262; Mitth. d. k. deuth. arch. Instituls, 1888, p. 156 e
seg.; Not. scavi, 1894, p. 167; cfr. anche altro sepolcro ana-
logo, ibid, p. 12; Bull, lnst., 1878, p. 147 e seg.; Not. scavi,
1878, p. 141; Bull. Insù., 1879, p. 141 e seg.; Not. scavi, 1888,
p. 241; Ann. Inst., 1884. p. 266; Not. scavi., 1877, p. 124; 1902,
p. 33.
 
Annotationen