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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0366

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719

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEI, LAZIO ANTICO

720

Le tombe individuali con volta, a cupola, sotto lo quali
il cadavere fu deposto spesso rinchiuso in una cassa
di legno, si ritrovarono nei sepolcreti di Samatliavro
e di Sceitan Tagli nel Caucaso ed a Kuklia non
lungi da Paplios nell'isola di Cipro, ove si rinvennero
anche delle imitazioni ad incavo nella roccia (') del
tutto simili a quelle osservate dal Lanciani a Veio.

Altre fosse del tutto analoghe a quelle dell' Inqui-
lino coeve a queste o di poco più recenti, si rinven-
nero infine nella regione del Giura e nella Còte d'Or
in Francia (2). Riguardo poi alle tombe collettive a
cupola con corridoio, gradinata o pozzuolo d'accesso,
queste nella età del ferro erano in uso ancora in Sicilia,
a Malta, in Creta e nella Crimea (3).

La prima esplicazione che si presenta dei dati di
fatto ora esposti, è che questa architettura tirrena nel-
l'età del ferro sia stata introdotta ad occidente dell'Ap-
pennino da qualcuna delle regioni circostanti, in cui
gli stessi tipi architettonici erano in fiore; ma, se si pon-
gono diligentemente a raffronto i vari elementi di cui
si compone con quelli propri di ciascuna delle altre
regioni mediterranee, si osserva che mentre gli ele-
menti fondamentali di tecnica e forma sono comuni
in tutte, nei dettagli l'architettura tirrena differisce per
caratteri propri da quelle fiorite nella costa occidentale
dell'Asia minore, in quella settentrionale dell'Africa,
nella regione greca bagnata dall'Egeo, nelle isole del
Mediterraneo occidentale, nella valle del Rodano e
nella penisola iberica.

Questo dato di fatto, che non posso qui svolgere
colla necessaria ampiezza, ma che ho sufficientemente
corredato di prove in un altro e più largo riassunto
dei miei studi su tale argomento (''), dimostra all'evi-

ri Virchow, nel Supplemento alla Zeitschrift fiir Etimo-
logie, 1885, p. 31 e seg., fìgg. 11 e 12; cfr. anche Chantre, Le
Gaucase, I, p. 27; De Morgan, Les premiers dges des métaux
dans VArménie russe, p. 46, fìg. 5 ; Journal of hellenic Stu-
dies, 1888, p. 156.

(2) Matériaux, 1885, p. 60; Revue archéologique, 1872, II,
p. 351 e seg.

(3) American Journal of Archaeology, 1901, p. 298, fìg. 2a-b;
Caruana, Ancient pagati tombs and Christian cetneteries of
Malta, pi. I, fìg. 4; Bull, de corresp. hellénique, 1894, p. 195
e seg.; American Journal of Archaeology, 1901, p. 291, fìgg. 19
e 20; Journal cit., pp. 136, 144, fìg. 8; Moti. Lincei, II, p. 12,
tav. I, fìgg. 6 e 7; p. 20, tav. II, fìg. 11; Bull, paletti, ital.,
1897, p. 64; Antiquités du Bosphore Cimmérien, p. 31, pi. A a,
fìgg. G ed H.

(4) È pubblicato negli Atti del Congresso internazionale

denza che durante tutta l'età del ferro l'architettura fu-
nebre tirrena, della quale la laziale sembra una tra-
scurabile varietà, era già florida e dotata di caratteri
propri, e non potè quindi introdursi allora dalle re-
gioni circonvicine del Mediterraneo, in ciascuna delle
quali insieme ai caratteri fondamentali comuni, si no-
tano dei dettagli propri e diversi da quelli tirreni.

Nel suo complesso pertanto l'architettura funebre
tirrena non potò diffondersi fra le famiglie stabilite ad
occidente dell'Appennino dopo l'età del bronzo, che
precede immediatamente quella del ferro, in cui quei
tipi già esistevano con caratteri propri ; nulla si oppone
poi alla possibilità che la sua origine risalga anche
ad una antichità più remota.

Disgraziatamente in tutta la regione bagnata dal
Tirreno sono stati ritrovati soltanto tre o quattro se-
polcri della età del bronzo e di questi si ignora
completamente l'architettura; mancano quindi gli ele-
menti per un esame diretto della questione, la cui
soluzione deve affidarsi per ora a degli argomenti in-
diretti.

Intanto si può affermare che tutti i tipi in uso
nel bacino del Tirreno durante l'età del ferro, erano
noti quasi ovunque nel bacino del Mediterraneo non
solo durante l'età del bronzo recente, ma anche in quella
antica e per alcuni anche in quella antecedente del
rame. Per limitare l'esame ai tipi di cui si hanno
tracce sino ad ora nel Lazio, ricorderò che delle
tombe a cassa con materiale della età della pietra,
del bronzo, o del ferro, indizio della età in cui fu-
rono erette, si ritrovarono lungo la costa settentrio-
nale dell'Africa (') ; all'età del rame spettano quelle

di scienze storiche tenuto in Roma nell'aprile del 1903, voi. V.
p. 377 e seg., quale esposizione di una comunicazione da me
fatta su tale soggetto nella Sezione di archeologia. A tale pub-
blicazione io rimando il lettore desideroso di maggiori par-
ticolari sull'argomento.

(') Bertrand, Archéol. celtique et gauloise, II, p. 100; Bon-
stetten, Essai sur les dolmens, p. 60 e seg.; Flower, nelle Trans-
actions of the intern. Congress of prehistoric archeologi), 1868,
p. 191; Bcurguignat, [list, des monutn. mégalithiques de Roknirì
près d'IIammam Meskoutin; Bull, de la Soc. Algérienne de
climatologie, 1869, p. 31 ; Aarhoger for nord. Oldkynd, 1870,
p. 176; Fergusson, Rude sfone monum., p. 395; Compte-rendu
du Congrès int. Anth. et d'arch. de Bruxelles, 1872, p. 406,
pi. VII e seg.; Revue d'Ethnographie, 1886, p. 441; Récueil
des notices et métti, de la Soc. arch. du dép. de Constantine,
1888, p. 69 e seg., pi. Vili e seg.; Ij Anthropologic, 1891, p. 1
e seg.; Matériaux, IV, p. 303 ; V, pp. 222, 342, 347 ; Vili, p. 57 ;
XII, p. 44; XV, p. 271; XIX, p. 367-, XX, p. 112; XXI, pi. VI;
 
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