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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0369

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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della Charente in Francia ('); sono protomicenee le
tombe di Siro (2), forse alcuni dei Nuraghi della Sar-
degna, le loro imitazioni ad incavo nella roccia (3)
e non poche tombe cipriotte (4). Alla età recente del
bronzo spettano forse alcune tombe sarde, molte tholoi
della Sicilia (s), di Creta (,;) e dell'Eliade (■).

I confronti citati in quest'ultima parte della espo-
sizione, provano all'evidenza che i vari tipi architet-
tonici in uso nel Lazio durante l'età del ferro, se si
eccettuano forse le tombe individuali con volta a cu-
pola, che del resto io credo siano state ritrovate re-
centemente a Creta associate a corredi micenei, tutti
si ritrovano più o meno diffusi nel bacino del medi-
terraneo tanto nella età del bronzo recente ed an-
tica quanto in quella del rame. Ma i commerci nel
bacino del Tirreno erano avviati con quelli di altre
regioni bagnate dal Mediterraneo già nella più remota
età del rame, è evidente pertanto che i tipi e le
tecniche architettoniche in uso qua o là nelle diverse
regioni bagnate da quel mare, poterono facilmente
introdursi siu d'allora, per quel naturale istinto di

l'Espagne et du Portugal, p. 121, figg. 153, 154, 155, 156;
Vasconcellos, op. cit., p. 220, fig. 44; Révue des questions scien-
ti fìqucs de Bruxelles, 1893, p. 521, fig. 171.

(') Il Raymond, il miglior conoscitore del materiale archeo-
logico dell'Uzès, da lui accuratamente raccolto e sufficientemente
illustrato, concorda col mio parure, attribuendo la sepoltura di
Collorgues alla fine dell'età del rame (Raymond, I/arrondissc-
ment d'Uzès avant Vllistoire, p. 211 e seg.; Matériaux, 1875,
p. 426 fig. 135.

(2) 'Eytìfi. tÌQxatoL, 1809, p. 77 e seg., figg. 4, 5, 9, 10.

(3) Jllon. Lincei, XI, p. 236. E da notarsi che in questo
lavoro d'indole regionale, io non ho distinto il protomiceneo
dal premiceneo o età del rame, per la ragione che tale divisione
non si sa bene a che monumenti corrisponda in quell'isola, ove
gli scavi sono stati trascurati a lungo e malamente condotti.
Ivi pertanto di necessità ho dovuto classificare nell'età del rame
anche dei monumenti che riguardo ai loro congeneri di altre
regioni del Mediterraneo dovrebbero classificarsi entro il periodo
protomiceneo. Mon. cit., p. 51 e seg, figg. 32 e 33; p. 59 e
seg., figg. 41 e 42; p. 77, fig. 53.

(<) Ohnefalsch Richt., Kupros, ecc. taf. CLXXIII.figg. 20 e 22.

(5) Bull, paletn iteti., 1891, p. 116; Mon. Lincei. II, p. 16,
sep. 13; VI, p. 48, figg. 41 ; p. 128, figg. 40; Bull, paletn. ital,
1891, p. 118, tav. X, sep. l.A-B; Mon. Lincei.Vl,]) 128, fig. 41;
Bull, paletn. ital., 1891, tav. X, sep. 3a-b; Mon. Lincei, II,
p. 12, sep. 9; p. 17, sep. 16; VI, fig. 27, sep. 32; II, p. 20,
sep. 23.

(u) American Journal of Archaeol., 1901, p. 298, fig. 2 a-b.

(~) Lolling, Das Kuppelgrab. bei Menidi, p. 5 e seg. taf. 1
e II; Bohn, nel lavoro citato a p. 45 e seg.; cfr. anche Jahr-
buch d. arca. Instit., 1899, p. 116, fig. 24; Perrot e Chipiex.
/list, de l'Art, p. 415 e seg.

imitazione, che anche in età più tarde spinse i Ro-
mani ad accogliere elementi dell'architettura greca e
poi altri popoli del Mediterraneo a costruire invece
degli edifìci in cui non pochi elementi derivano dal-
l'architettura romana.

Tale spirito di imitazione è stato posto da me in
chiaro per i monumenti sardi ('); ò evidente in Sicilia
ove gli scavi dell' Orsi hanno rivelato una quantità
grande di sepolcri di tipo dolmenico gli uni, a cupola
gli altri, quasi identici sia che appartengano all'età
del rame, a quella antica o recente del bronzo, o a
quella del ferro; cosicché si può dire che l'unica di-
versità che distingue l'architettura sicula del 1° pe-
riodo da quella dell'età del ferro, consista nella pro-
porzione diversa dei tipi in uso, essendo nel primo
periodo comunissime le tholoi e rarissime invece le
tombe di tipo dolmenico mentre tutto l'opposto avviene
nell'età del ferro; ma ciò non esclude che l'architet-
tura recente derivi colà da quella locale più antica.

A Creta esiste ormai la catena completa che lega
l'architettura dell'età del ferro a quella locale delle
età precedenti. Gli scavi recenti dello Tsuntas a Siro,
quelli recentissimi di Orcomeno, hanno provato che
è del tutto priva di fondamento la teoria dell'Adler,
il quale faceva derivare le tholoi micenee dalle case
della Frigia; e dimostrano invece l'origine locale del-
l'architettura micenea dell'Eliade, la quale sopravvive
poi a Thera, in Caria e nell'Eliade stessa sino all'età
del ferro. Gli scavi recenti dell'Egitto provano infme
che anche nella valle del Nilo l'architettura funebre
in uso sotto le dinastie più recenti è uno sviluppo
locale di quella ivi già diffusa nell'età del rame.

Ma queste sono le regioni meglio conosciute dal
punto di vista archeologico, e siccome nelle altre non
vi è alcun dato che vi si opponga, così si può ritenere
che la persistenza dell' architettura locale dell'età del
rame sia un fatto che di regola si avvera nelle di-
verse regioni in cui si divide il bacino del Mediter-
raneo; donde la probabilità che anche nel Lazio e
nell'Etruria l'architettura funebre dell'età del ferro, ivi
nota già nell'età del bronzo, sia invece più antica e de-
rivi appunto, come in Sicilia ed in Sardegna, come
nell'Eliade, a Creta e nell'Egitto, da persistenze locali

(') Mon. Lincei, XI, p. 177 e seg.
 
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