Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0371

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
720

MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

730

forme ereditato dalla età del rame; nè con ciò in-
tendo in alcun modo escludere l'influenza straniera
nello sviluppo dell'architettura laziale, che anzi io sono
convinto che i continui rapporti commerciali colle al-
tre regioni del Mediterraneo, vi abbiano apportato con-
tinue modificazioni e sempre nuovo impulso e se, al-
meno nelle età più antiche, non subì gravi trasfor-
mazioni e conservò intatti gli elementi fondamentali
della architettura mediterranea della età del rame, io
credo che ciò si debba in parte almeno attribuire al
fatto che pure gli altri focolari di civiltà dai quali
giungevano nel Lazio gli elementi nuovi, per ciò che
riguarda la struttura ed il tipo dei sepolcri, conserva-
vano pur essi inalterati nella loro sostanza quegli
elementi fondamentali ereditati dal protomiceneo, in
cui questa architettura si era diffusa per la prima volta
nel Mediterraneo.

Del resto le estese ricerche che io ho istituito su
tal soggetto e che sono riassunte nel lavoro edito nel
volume V degli Atti del Congresso storico mi indu-
cono a ritenere appunto che le influenze straniere nel-
l'architettura latina dell'età antica del ferro, ed in
quelle precedenti dovranno in genere ricercarsi più
nei dettagli o nelle varietà, che negli elementi sostan-
ziali e nei tipi, che nel Lazio ripetono, in alcuni
casi sino alla età republicana ed a quella imperiale,
quelli propri dell'architettura mediterranea della età
del rame.

Tale concetto non può del resto svolgersi ulterior-
mente in questo breve capitolo; sarà invece largamente
sviluppato nel lavoro sulle origini dell'architettura fu-
nebre latina ed etnisca che spero fra non molto di
poter pubblicare.

Le condizioni generali dello sviluppo civile etrusco-
latino, cominciano a mutare coll'alba della fase più
recente della età del ferro, nella quale, insieme ai
vecchi tipi, sempre in uso presso i conservatori, se ne
insinuano dei nuovi dovuti all'ellenizzamento intenso
delle famiglie più favorevoli al progresso. Ma dei fe-
nomeni che si collegano con questo indirizzo civile,
non debbo occuparmi, essendo scarsissimo il materiale
architettonico sino ad ora noto ed appartenendo per
giunta ad un'epoca che più strettamente si collega ai
tempi classici anziché a quelli preistorici.

I riti funebri.

Nella prima fase dell'età del ferro si scavarono in
Koma e nel Lazio dei sepolcri a pozzo, a fossa ed a
camera (<), i cui tipi sono stati precedentemente esa-
minati, e nei quali erano stati deposti dei cadaveri
incinerati o semplicemente umati.

Sarebbe interessante il poter determinare in quale
proporzione fossero adottati i due diversi riti nei vari
centri abitati rivelati dalle tombe sin qui pubblicate,
ma a tale scopo non è sufficiente l'esame comparativo
dei sepolcri stessi, nessuna necropoli essendo stata
esplorata in modo esauriente e per giunta mancando
non solo notizie sicure, ma anche indizi intorno al
rito adottato iu non pochi sepolcri.

Allo stato attuale delle nostre conoscenze sembre-
rebbe che nel periodo più antico della età del ferro,
nella necropoli dell'Argileto in Roma seppellissero di
preferenza delle famiglie che avevano il costume di
incinerire i loro cadaveri, essendo le tombe a crema-
zione sino ad ora colà rinvenute senza confronto più
numerose di quelle ad umazione, delle quali una sol-
tanto ci è nota (CLXX V). Tale apparenza può peraltro
non corrispondere al vero stato delle cose, poiché non
è possibile escludere che in altre parti già distrutte
e non ancora esplorate di quella medesima necropoli,
le proporzioni fra i sepolcri ad incinerazione e ad uma-
zione fossero sostanzialmente diverse.

Nella necropoli dell' Esquilino la proporzione fra
le umazioni e le cremazioni è assai diversa da quella
che si poteva desumere dagli scritti antecedenti ('-') ;
in parecchi sepolcri la incinerazione dei resti umani
si potè infatti dedurre con ogni certezza dalle noti-
zie raccolte sul posto, precedentemente riportate in
nota, in altri è dimostrata dalla presenza dei dolii
o da altri dati già pubblicati, infine le indica-
zioni contenute nella pianta stessa del Lanciani de-
sunte da quella dello Sneider e riprodotte nella
tav. XXV, dettaglio 13, malgrado il loro carattere

(') Nella l"iiiba a camera CXXV si rinvennero dei vasi
lirotocorinzi (cfr. p. 195 b-c), i quali provano che erano ivi
avvenute delle deposizioni u'ià in un periodo piuttosto antico
della età del ferro. D'altra parte le dimensioni della stanza
provano che era destinata a contenere dei cadaveri umati.

(2) Secondo il Mariani l'unico sepolcro ad incinerazione
dell'intera necropoli sarebbe stato quello coll'urna a capanna
rinvenuto presso S. Eusebio, Bull, com., 1896, p. 9.
 
Annotationen